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100 opere, sottratte a chiese e istituti religiosi nel corso di 24 furti e pronte a essere rivendute, per un ricavo stimato di 7 milioni di euro. Un’organizzazione criminale capillare, con diramazioni in tutta Italia e che agiva anche all’estero, ma già tenuta sotto controllo dai Carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale che sono intervenuti al momento giusto, riuscendo a smantellare completamente la banda. Per ora, nell’operazione denominata “Start Up”, 20 sono le persone denunciate e le perquisizioni stanno scattando in diverse città, mentre 50 opere sono state già riconsegnate ai legittimi proprietari, ha spiegato il Generale Fabrizio Parrulli. Tra i pezzi rubati, una statua in marmo del XVI secolo, rubata nel 1997 dalla Chiesa Santa Marta di Napoli, le sculture di San Biagio e San Nicola di Bari, 15 tavolette con i Misteri del Rosario, decine di preziosi ostensori e reliquiari del ‘700 e il Michele Arcangelo rubato nel 2016 a Monteroduni, in provincia di Isernia. La base dalla quale partivano le opere era a Napoli e, tra i collaboratori, «una famiglia di collezionisti affetti quasi da una mania compulsiva», hanno rivelato i Procuratori della Repubblica di Isernia e di Velletri, Paolo Albano e Francesco Prete.