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Iniziamo dalla fine. Oggi (sabato 5 luglio 2003) alla galleria Contemporaneo di Mestre la collettiva …I care because you do, con una performance sonora a cura di M. Bertoni e M. Lupo prevista per le ore 20.30. Dovrebbe… Già, perché questo progetto rischia di essere candidato per il premio Mostra sfigata dell’anno. E non vorremmo essere nei panni degli artisti coinvolti, che certamente stanno toccando ferro.
Il 19 giugno scorso era diffuso un comunicato stampa che annunciava l’inaugurazione della mostra; un progetto i cui tradizionali ruoli di curatore e artista vengono sovvertiti all’insegna di un’interazione reciproca. L’inaugurazione era prevista per il 25 giugno alle 20.30. Ma quel giorno i pochi visitatori hanno trovato un vero cantiere al posto della mostra.
Problemi tecnici avevano causato la cancellazione della vernice. La comunicazione del disguido era partita, si, ma solo poche ore prima dell’inaugurazione: troppo tardi per alcuni. Non bastasse, in tale fatidica comunicazione si prevedeva un nuovo appuntamento, il 28 giugno, che però era indicato come data indicativa.
Nei giorni seguenti infatti, perso il traino della Biennale, si perdevano pure le tracce della mostra: passa il 26, il 27, passa il 28 e l’inaugurazione? Chi l’ha vista?
Finalmente, il 1° di luglio (!), nuovo comunicato e nuovo toto-inaugurazione. Che sarà… il 5 giugno. E ci mancava pure lo sbaglio del mese.
Tra rinvii, inaugurazioni non pervenute ed errori di distrazione, chi la paga più cara sono proprio gli artisti coinvolti, che finiscono per fare la figura dei babbei. Dunque tutta la nostra solidarietà a Michele Bazzana, Michele Bertoni, Nemanja Cvijanovic, Igor Eskinja, Alessandra Ghirardelli, Massimiliano Lupo, Elisabetta Novello, Matteo Rosso, Nicola Toffolini e Carlo Vedova.
Al gruppo Interno3, artefici del tutto, ci sentiamo di dire che l’esperimento per il il sovvertimento dei ruoli di curatore, critico, artista, ufficio stampa, ecc., visti gli esiti disastrosi, è ufficialmente fallito. E far figurare come artista il curatore Stefano Coletto odora troppo di patetico. Se gli artisti vogliono fare a meno dei critici, che facciano a meno di chiamarli, no?
*scomunicati è la pseudorubrica di Exibart che canzona i comunicati stampa e le comunicazioni più strampalate che arrivano in redazione.
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[exibart]










Veramente a me è arrivato, il 3 luglio, un invito in cui è scritto con chiarezza che l’inaugurazione è il 5 luglio (e non giugno); inoltre sono indicati, con uguale chiarezza, gli orari di apertura e le date:
Copio dalla mail, così vedete tutti:
Apertura e orari:
tutti i giorni esclusi lunedì e martedì dalle 16.00 alle 19.00
dal 9 fino al 20 luglio.
Troppo facile!
Spett.le redazione,
solo pochi commenti: mi sembra troppo facile, gratuito e superficiale “scomunicare” in questo modo l’iniziativa. Forse poteva essere più interessante approfondire le motivazioni (ovvero i “problemi tecnici “) che hanno provocato questi disagi, invece di attaccare (in una modalità che sembra oltrepassare il distacco professionale) gli artefici/curatori/artisti (dal vostro “scomunicato” poi non si evince se si tratti degli Interno 3 o di Stefano Coletto).
Infine, chi vi scrive ha partecipato alla mostra con delle opere e quindi come artista, per cui, personalmente vi ringrazio della vostra solidarietà (se ne ha sempre bisogno di questi tempi!) ma non percepisco tale figura da babbeo.
Cordiali saluti
Alessandra Ghirardelli
Mi sembra gratuito e velenoso attaccare per altri fini (contrasti personali) degli artisti che, come in un qualsiasi evento, possono essere incorsi in problemi tecnici, puntualmente segnalati da tempestivi e precisi comunicati stampa.
Fate a meno di scivolare nel cattivo gusto con queste le patetiche rubriche della serie “scomunicati”: l’ironia è ben altra cosa!!! grazie se vorrete pubblicare il commento…
cari ansi carissimi,
mi sommo, sensa animo guerriero, ma al seguito di numerosi commenti, al eco contro l’uso di questo mezzo /la scrittura / per fare rivivere rivincite così “veneziane”. Il fatto di poter pubblicare su exibart non dovrebbe consertirci di traboccare con termini così milanesi quali “sfigati”, ec, perche se da sfigati bisogna parlare la ZONA non è adatta (Dico quella veneta).
Cordiali saluti
antonio arévalo