20 aprile 2021

Gallerie per l’ambiente: la Gallery Climate Coalition cresce in Germania

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La GCC - Gallery Climate Coalition apre una nuova sede in Germania: fondata a ottobre scorso, la piattaforma conta più di 360 membri in tutto il mondo, per rendere sostenibile l'industria dell'arte

I membri fondatori di GCC - Gallery Climate Coalition. Courtesy GCC - Gallery Climate Coalition

Presentata a Londra lo scorso ottobre, la GCC – Gallery Climate Coalition, organizzazione senza scopo di lucro formata da un gruppo di gallerie d’arte impegnate nella sostenibilità ambientale, ha aperto un avamposto a Berlino, dedicato alle organizzazioni artistiche e ai professionisti del settore di base in Germania. La nuova piattaforma ha incluso gallerie blue chip come Sprüth Magers, Haverkampf ed Esther Schipper, coinvolgendo partner attivi nell’organizzazione di grandi eventi, come Gallery Weekend Berlin, e società leader nella logistica, come Artseco e Hasenkamp.

Ma nuove adesioni stanno arrivando da tutto il mondo. Poco più di sei mesi fa, la GCC era formata da 14 membri fondatori, tra gallerie, istituzioni e organizzazioni del panorama dell’arte internazionale, come Thomas Dane, Kate MacGarry, Lisson Gallery, Sadie Coles HQ, Frieze, Artlogic, Scott & Co. Attualmente, i membri che hanno condiviso l’impegno di ridurre le emissioni di carbonio, seguendo le linee guida dell’Accordo di Parigi, sono 361, tra i quali gallerie come Kurimanzutto, Giorgio Galotti, Cardi Gallery, Marian Goodman, Gagosian, Pace Gallery, e organizzazioni come Jaguar Arte, Frieze, Christie’s. Tra le istituzioni, anche l’Australia Council for the Arts e il Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli.

«Il nostro obiettivo principale rimane l’impegno per l’accordo di Parigi: ovvero per soddisfare le riduzioni necessarie delle emissioni di carbonio per mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici. Ciò significa trovare collettivamente soluzioni sostenibili per l’industria artistica per ottenere una riduzione del 50% delle emissioni di carbonio in tutto il settore entro il 2030», spiegano da GCC. Il sottogruppo di Berlino è nato seguendo questo principio di collaborazione, con l’idea che, sebbene i problemi legati all’ambiente abbiano ricadute globali, le possibili soluzioni possono essere trovate anche facendo riferimento alle risorse locali e alle idee legate alla specificità dei territori e dei sistemi.

«Lo spirito collaborativo e l’obiettivo comune di un mondo artistico più sostenibile sono sfide urgenti e stimolanti», ha dichiarato Franziska von Hasselbach, Direttore di Sprüth Magers. «Ci siamo resi conto che il nostro scambio di idee deve essere organizzato a livello locale, non solo attraverso reti internazionali. L’effetto è stato illuminante: così tanto può essere raggiunto attivando colleghi e amici, dietro l’angolo. I cambiamenti immediati nel modo in cui facciamo affari hanno già aperto altri orizzonti. È entusiasmante pensare che tutti lavoreranno più strettamente insieme in futuro».

I membri tedeschi avranno accesso al calcolatore di CO2 sviluppato dal GCC, specificamente tarato sui consumi dell’industria dell’arte, che fornirà agli utenti tutti i dati utili per determinare e monitorare l’impronta di carbonio lasciata dalle mostre e dagli spostamenti di oggetti e persone. Inoltre, i soggetti coinvolti nella sezione tedesca saranno inseriti in una nuova sezione specifica del sito web di Gallery Climate Coalition, con un forum progettato per mettere in relazione conoscenze e risorse su una vasta gamma di argomenti, dai fornitori di energia alla conservazione delle opere, con l’obiettivo di trovare soluzioni locali, sostenibili e da condividere, fornendo a tutti i membri degli strumenti pratici per ridurre il proprio impatto sull’ambiente.

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