17 giugno 2021

Architettura sostenibile: il nuovo Serpentine Pavilion ripulisce l’atmosfera

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Progettato dallo studio Counterspace, il nuovo Serpentine Pavilion raggiunge l'obiettivo carbon negative, rimuovendo dall’atmosfera più Co2 di quanta ne emette

serpentine pavilion carbon negative

Tra le commissioni annuali di architettura più importanti e raffinate al mondo, questa volta la costruzione del Serpentine Pavilion ha superato le aspettative: presentato dallo studio Counterspace, il progetto per il padiglione immerso nel verde del di Kensington Garden, a Londra, doveva affrontare le questioni del cambiamento climatico e dell’emergenza ambientale ma è andato oltre. Secondo un rapporto di AECOM, importante società attiva, tra le altre cose, in consulenze per servizi ambientali legati all’ingegneria, la struttura del nuovo Serpentine Pavilion è stata riconosciuta come carbon negative, cioè a impatto negativo, il che vuol dire che potrà rimuovere dall’atmosfera più Co2 di quanta ne emetterà, fino a quando verrà smantellata per far posto a un nuovo progetto.

serpentine pavilion carbon negative

Già da tempo le Serpentine Galleries ha deciso di muoversi a favore della sostenibilità ambientale, promuovendo, tra le altre cose, anche un calendario di appuntamenti a tema, “Back to Earth”, oltre che includendo nel suo organico personale specializzato. Peraltro, Serpentine non è l’unica istituzione del mondo dell’arte ad aver preso a cuore il tema: alcuni mesi fa è stata infatta lanciata ufficialmente la GCC – Gallery Climate Coalition, organizzazione senza scopo di lucro formata da un gruppo di gallerie e musei impegnati nella sostenibilità ambientale, come Sprüth Magers, Thomas Dane, Lisson Gallery, Sadie Coles HQ, Frieze, Kurimanzutto, Giorgio Galotti, Cardi Gallery, Marian Goodman, Gagosian, Pace Gallery, Jaguar Arte, Christie’s e il Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli. Obiettivo è allinearsi alle normative previste dall’Accordo di Parigi sulla riduzione delle emissioni.

Secondo il rapporto di AECOM, che collabora alla realizzazione del Serpentine Pavillion fin dal 2013, si tratta di una differenza di circa 31 tonnellate di carbonio. Nel corso del suo intero ciclo vitale, la struttura emetterà circa 60 tonnellate di anidride carbonica, assorbendone però circa 91 tonnellate, attraverso il legno e gli altri biomateriali utilizzati nella sua costruzione. «L’obiettivo era quello di realizzare un edificio a basse emissioni di carbonio», ha affermato David Glover, consulente tecnico delle Serpentine Galleries, l’istituzione artistica che, da venti edizioni, promuove la prestigiosa commissione per il padiglione temporaneo a Kensington Garden che ha visto succedersi, tra gli altri, Bjarke Ingels, Olafur Eliasson e Junya Ishigami.

serpentine pavilion carbon negative

Tuttavia, la valutazione non ha tenuto conto delle emissioni di carbonio che verranno inevitabilmente generate quando il padiglione verrà spostato in una nuova posizione, alla fine dell’estate. Ciò richiederà anche la costruzione di nuove fondamenta ma, poiché la posizione è sconosciuta, l’AECOM ha affermato di non essere stata in grado di calcolare l’impatto sull’emissione di carbonio. Ma il risultato è comunque significativo e dimostra non solo che un’architettura sostenibile è possibile ma indica anche una strada normativa, nelle valutazioni di impatto ambientale di un’opera architettonica nel corso del suo ciclo vitale.

E dire che il Serpentine Pavilion di Counterspace, studio di architettura con base a Johannesburg e formato da Sumayya Vally, Sarah de Villiers e Amina Kaskar, le più giovani a lavorare al padiglione temporaneo, era stato anche criticato durante la presentazione, alcuni giorni fa, per via delle sue fondamenta in cemento. Nel rapporto che AECOM ha condiviso con Dezeen, si afferma che le fondamenta in cemento del padiglione emettono 44 tonnellate di CO2 equivalente, costituendo di gran lunga la percentuale maggiore di emissioni. Le restanti 16 tonnellate provengono dai materiali di copertura tra cui arcarecci in acciaio, policarbonato e membrana impermeabile, blocchi di cemento, finiture in microcemento e vernice. Inoltre, la valutazione calcola che 1.400 chili di carbonio sono emessi dalla struttura in acciaio riciclato ma questa cifra sarebbe stata molto più elevata, se fosse stato utilizzato acciaio nuovo. Tuttavia, queste emissioni sono controbilanciate dal carbonio che viene “ripulito” attraverso il legno, il compensato e il sughero utilizzati per costruire il padiglione.

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«Abbiamo fatto questa valutazione del ciclo di vita fin dall’inizio», ha affermato Jon Leach, direttore del progetto di AECOM, che ha collaborato con Countespace per perfezionare il progetto iniziale. «L’obiettivo era cercare di ridurre il più possibile l’impatto ambientale del padiglione. Ma ovviamente, non è l’unica cosa che ha guidato il design del padiglione».

Il progetto è innovativo anche per la sperimentazione di una vasta gamma di materiali sostenibili innovativi, tra cui il micelio per il rivestimento e cemento a zero emissioni di carbonio per le fondamenta. Tuttavia, il primo non è stato usato a causa delle preoccupazioni sulla sua durabilità a lungo termine e anche il secondo è stato accantonato a causa del suo tempo di maturazione più lungo rispetto al calcestruzzo tradizionale.

Ma il team è riuscito a ridurre l’impronta di carbonio delle fondamenta sostituendo il 30% del suo volume con il GGBS – Ground-granulated blast-furnace slag, cioè scorie d’altoforno granulate macinate, un sottoprodotto dell’industria siderurgica che produce solo il 10% delle emissioni generate dal cemento Portland tradizionale, l’ingrediente legante del calcestruzzo che emette grandi quantità di carbonio quando La sovrastruttura cava del padiglione è stata poi realizzata in compensato e sughero, entrambi provenienti da fonti sostenibili, mentre la struttura del tetto è in legno. La valutazione presuppone che il padiglione avrà una vita utile di 60 anni ma verrà smantellato alla fine dell’estate anche se non è affatto esclusa una sua ricollocazione. La struttura è stata infatti acquisita da Therme Group, società multinazionale impegnata nella costruzione di resort di lusso.

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