16 agosto 2021

CoBrA. Dalla materia al segno – CAOS Museum

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Una luce nel panorama artistico del dopoguerra accendeva l'informale europeo, con il Gruppo Cobra, lasciando un segno indelebile, seppure effimero. Che merita una riscoperta

CoBrA. Dalla materia al segno - CAOS Museum, Terni

Pochi anni, ma intensi, quelli vissuti dal movimento artistico Cobra, nell’ambito dell’Informale europeo, che ha avuto senz’altro vita breve (appena tre o quattro anni) ma che ha conservato e distribuito tutta la sua energia nel tempo, permeando il lavoro di molti artisti nei decenni seguenti. Grazie alla creatività instancabile dei suoi protagonisti che chiede (e merita) ancora oggi attenzione. A soffermarsi su questo particolare e curioso momento storico e artistico è la mostra “Cobra. Dalla materia al segno” in corso di svolgimento al Caos Museum di Terni, a cura di Pasquale Fameli, incentrata su una delle più interessanti e originali declinazioni dell’Informale europeo vista attraverso la lente della grafica prodotta negli anni successivi a quel periodo storico. La mostra, allestita presso la Sala Ronchini della struttura, propone una campionatura di opere provenienti sia dalle collezioni del museo cittadino intitolato ad Aurelio De Felice sia da altre collezioni private italiane. Mettendo insieme opere degli esponenti più celebri del gruppo, come Pierre Alechinsky, Karel Appel, Constant, Guillaume Corneille, Christian Dotremont e Asger Jorn, a quelle di artisti a loro molto vicini come Jean-Michel Atlan e Raoul Ubac. Completando il percorso espositivo con cataloghi d’epoca, manifesti e locandine insieme a esemplari di riviste redatte dalla stessa compagine artistica.

CoBrA. Dalla materia al segno – CAOS Museum, Terni

Il gruppo CoBrA – il cui nome deriva dalla fusione delle prime lettere delle tre città di provenienza dei suoi principali esponenti, Copenaghen, Bruxelles e Amsterdam – nasce al Café de L’Hôtel Notre-Dame di Parigi nel 1948 dalla rifusione di altri gruppi artistici di ascendenza surrealista – l’olandese Reflex, il danese Hørst e il belga Surréalisme révolutionnaire – ma in aperta polemica con il Surrealismo stesso. E anche se l’avventura del gruppo si conclude presto, già nel 1951, dopo la mostra collettiva ordinata al Palais des Beaux-Arts di Liegi, il segno è rimasto comunque tracciato e merita di essere rispolverato, come la mostra del museo umbro si propone di fare.
Operando attraverso la forza della materia e del gesto, gli esponenti di CoBrA hanno dato
vita a colture di forme di vita primordiali o di figure infantili che esondano dai propri
contorni per scatenare violenti moti biologici nello spazio dell’immagine.

CoBrA. Dalla materia al segno – CAOS Museum, Terni

Forme e figure sembrano aggredirsi reciprocamente o dimenarsi nel tentativo di emergere dalla viscosità della materia per assumere una qualche fisionomia. Una gamma di cromie rutilanti contribuisce poi ad amplificare la vivacità inquieta di questi moti organici. Nel passare dalla tela al foglio, cioè dalla pittura alla litografia o alla serigrafia, gli artisti di questo breve ma intenso movimento riescono a stemperare le densità e gli spessori della pittura informale, accentuando la liquidità di segni e forme. Sottoposti all’appiattimento del processo di stampa, i loro embrioni e omuncoli si schiacciano e si espandono sulla superficie per abitare una realtà sottile e impalpabile. Nel percorso della mostra di Terni, particolare attenzione è riservata a Christian Dotremont, poeta e intellettuale ideatore del nome del gruppo e teorico del gruppo stesso. A lui si deve infatti l’introduzione delle tesi di Henri Lefebvre sull’importanza delle trasformazioni estetiche nella vita quotidiana. Dotremont è stato anche autore di “poesie dipinte” e “logogrammi” che ricordano le calligrafie mediorientali. Una figura esaltata anche nel catalogo realizzato per la mostra, in cui compare un testo di Carlo Terro incentrato sulla figura dell’artista che vale la pena leggere ed esplorare.

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