10 novembre 2011

fiere_resoconti Paris Photo 2011

 
Parigi capitale mondiale della fotografia durante Paris Photo, arrivata alla 15a edizione, festeggia l'Africa subsahariana da Bamako a Città del Capo, con 118 gallerie, 15 editori e 23 paesi...

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Paris Photo cambia location per passare sotto i riflettori del Grand Palais e ci guadagnano non solo gli spazi espositivi, dai 50 del Carré du Louvre agli 80 m² di oggi, ma la fiera in sé con 26 gallerie in più tra cui la Gagosian (New York) con Taryn Simon, la Pace/MacGill con Richard Avedon, ma anche la Fraenkel (San Francisco) con un portfolio di Sol Lewitt e la Thomas Zander (Cologne) con la serie Apartment houses di Ed Ruscha. “Il Grand Palais è la nostra risposta ad un mercato che si sta aprendo sempre di più alla fotografia che qui si rivela in tutte le sue accezioni” asserisce Julien Frydman, il nuovo direttore di Paris Photo che ha da poco lasciato la direzione dell’agenzia Magnum Paris, fondata nel 1947 da Henri Cartier Bresson, Robert Capa, David Seymour e Georges Rodger.
 Paris Photo rende omaggio alla fotografia africana celebrando inoltre la Biennale di Bamako che approda alla fiera parigina con l’esposizione African Emerging Photography curata da Laura Serani, condirettrice per la seconda volta della biennale di Bamako, con Michket Krifa. La mostra ospita 12 fotografi emergenti tra cui l’attivista Zanele Muholi (Sudafrica), che lotta per i diritti degli omosessuali, Samuel Fosso (Camerun) che esplora il ritratto e le sue modalità di rappresentazione e il fotogiornalismo di Nyaba Léon Ouedraogo (Burkina Faso). Mentre il vincitore del premio Seydou Keïta alla Biennale di Bamako è il noto fotografo sudafricano Pieter Hugo. “Il tema della nona edizione della biennale è per un mondo sostenibile – spiega Laura Serani – una tematica non facile che ha avuto un impatto non soltanto fotografico ma anche culturale e che vuole aprire una riflessione che in Africa è diventata urgente. Ad oggi siamo riusciti ad avere alla biennale la metà dei paesi africani e una paletta molto varia dei linguaggi fotografici dallo stile documentario a dei linguaggi metaforici, concettuali.”
 La fiera ha accolto inoltre quattro importanti gallerie del Sud Africa tra cui la Bailey Seippel (Johannesburg), la Goodman (Città del Capo), la Momo (Johannesburg) e la Stevenson (Città del Capo). La Bailey Seippel ha reso omaggio alla mitica rivista sudafricana Drum con Bob Gosani ma anche foto di autori sconosciuti provenienti dall’archivio di quella che fu il primo giornale ad occuparsi di cultura nera in Africa. Per Drum hanno lavorato fotografi del calibro di Jürgen Schadeberg e Peter Magubane, uno dei più grandi nomi del foto giornalismo sudafricano. La Goodman presenta la serie completa In Boksburg del fotografo sudafricano David Goldblatt, per la prima volta a Paris Photo il cui valore ammonta a 170 000 €. Ritratto di una piccola città sudafricana e della sua popolazione, la serie resta ad oggi una delle più inquietanti testimonianze sull’apartheid. Qui troviamo anche il sudafricano Mikhael Subotzky, classe 1981, con Beaufort West (2008) questa serie, con opere che vanno dai 5 500 € ai 33 000 €, prende il nome da una piccola città nel deserto del Karoo lungo la strada tra Città del Capo e Johannesburg e ritrae la vita dentro e fuori della prigione, che fondata nel 1873, si trova in una rotatoria nel centro della comunità. Le immagini raccontano storie sulle disparità tra quartieri ricchi e poveri riflettendo sull’individuo e sui sistemi di eredità colonialista nell’era post-apartheid.”Quello che m’ispira di più – dichiara Subotzky – è la possibilità che mi dà la fotografia d’esplorare il mondo che mi circonda e di coinvolgermi allo stesso tempo”. La Stevenson presenta una serie di opere di Pieter Hugo, Permanent Error, in cui mostra terreni coperti di discariche in Ghana.

L’Africa è presente anche in diverse gallerie come la Erick Franck Fine Art (Londra) con il grande Jürgen Schadeberg, il fotografo che immortalò Nelson Mandela, gli inizi del movimento per la libertà, gli effetti dell’apartheid e la vita nelle Townships. Mentre la Galerie du Jour Agnès B., della nota creatrice di moda, propone una selezione inedita di fotografie di Malick Sidibé (Mali), che ha scelto di stampare su camicie, abiti e t-shirt, e venderle nelle sue boutique per rendergli omaggio.
La nuova sezione Collection privée, che fa il punto sul ruolo pionieristico di collezionisti privati, si apre per la prima volta con la Collection Artur Walther, che porta l’esposizione Events of the Self: Portraiture and Social Identity già presentata nel 2010 in Germania. Il tema è il ritratto fotografico intorno a cui si confrontano tre generazioni di artisti e fotografi africani e fotografi moderni e contemporanei tedeschi. Okwui Enwezor, rinomato critico d’arte, che ha al suo attivo Documenta11 e la seconda Biennale di Johannesburg del 1997, è il commissario ospite della sezione. La collezione, che contiene oltre 1200 opere, copre il periodo che va dalla fine del 19esimo secolo a oggi, questa è una delle più importanti sulla fotografia africana e asiatica contemporanea.  
Tra le case editrici interessante L’œil (Parigi), specializzata nella fotografica africana, ha pubblicato diversi portfolio tra cui quello di Berry Bickle, giovane fotografo del Mozambico vincitore inoltre del premio speciale alla Biennale di Bamako 2009, il suo lavoro percorre la questione degli esseri umani vista come comunità nomade.
Tra i corridoi già pieni della fiera s’incontrano nella Bonni Benrubi gallery (New York) diverse foto di Linda McCartney, scattate tra il ’67 e ’68  con ritratti di Paul McCarteney , John Lennon ma anche Jim Morrison, o presso la Sage (Parigi) con foto di Andy Warhol, questo realizzò negli anni ’60 una serie impressionante di ritratti di amici tra cui il poeta John Giorno e Taylor Mead.
Tra le mostre tematiche la Galleria Forma (Milano) con Italian photographers che espone Lorenzo Cicconi Massi, Giorgia Fiorio, Mario Giacomelli, Mimmo Jodice, Nino Migliori e Paolo Ventura. Ma anche la Daniel Blau (Monaco) con Nasa Photographs. Tra i solo show troviamo Mat Collishaw presso la Analix Forever (Ginevra), mentre la Toluca (Parigi) propone Daido Moriyama, protagonista della attuale fotografia giapponese, e presso la Springer & Winckler/Leo Koening (Berlino) Sigmar Polke, pittore e fotografo, presente inoltre alla 54 Biennale d’arte con l’opera Polizeischwein. Presso la Alain Gutharc (Parigi) il giovane Vincent J. Stoker con la serie Hétérotopia, versione postmoderna di edifici in rovina venduti a 8 000 € al pezzo.

Il libro di fotografia è al centro della fiera con la prima edizione del Prix du Livre Paris che verrà assegnato tra una selezione di 60 libri pubblicati negli ultimi 15 anni, è sponsorizzato quest’anno da Leica che offre al vincitore una Leica M9 con un Asph Summicron M2/35. L’iniziativa è accompagnata da una mostra dedicata al libro Love on the Left Bank (1956) di Ed van der Elsken che è diventato un cult nella storia della fotografia.
Riuniti intorno al tema Mutations più di 75 partecipanti animeranno tavole rotonde strutturate intorno a quattro temi come geografia, tecnologia, media e società, e il corpo umano tra i partecipanti Julião Sarmento, uno dei più grandi artisti portoghesi, che combina frammenti di fotografie e testo. S’inscrivono in questo contesto una serie di performance come quella di Kapwani Kiwanga che presenta Afrogalactique, un abrégé du futur o quella di Dora Garcia con Les Roméos, tra i corridoi della fiera. L’iniziativa è accompagnata dalla pubblicazione del libro Mutations, perspectives sur la photographie, che tratta i temi importanti di oggi di cui la fotografia si fa eco.
Infine, Marin Hock (1988 , Bruxelles) è il vincitore della 5a edizione di SFR Jeunes Talents – Paris Photo, un premio che consiste in 5000 euro e l’acquisizione da parte di SFR di almeno cinque opere, e una mostra durante la fiera.
La migliore fotografia del XIX secolo, moderna e contemporanea sta vivendo un gran momento in questo fine settimana tutto parigino, in cui si svolgono inoltre il festival della foto Saint-Germain-des-Près e fiere come Cutlog Foto, Photo Forever, Photo Off e No Found. Ma non è finita qui, infatti a pochi isolati da Paris Photo, Christie’s metterà all’asta 100 fotografie di Henri Cartier-Bresson provenienti dalla Fondazione omonima questa, creata dal fotografo stesso e dalla moglie Martine Franck, ha ottenuto un permesso speciale dal Ministero della Cultura poiché in Francia le fondazioni non possono fare affari con le loro collezioni contrariamente a ciò che succede in altri paesi. All’asta anche diverse foto di Irving Penn tra cui Cuzco children (1948) stimata intorno ai 60,000 € o Harlequin dress – Lisa Fonssagrives (1950) stimata a 300,000 € ma anche Seydou Keïta con un autoritratto (1958) sui 6,000. Per chi vuole saperne di più sulle collezioni fotografiche conservate nell’esagono, ecco un indirizzo da cliccare www.photo.rmn.fr.

 

livia de leoni
 

www.parisphoto.fr

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