20 febbraio 2014

Finissage Santiago Calatrava – Le metamorfosi dello spazio Braccio di Carlo Magno, Città del Vaticano

 
Oltre cento opere esposte. Disegni progetti, ma soprattutto sculture, rare nella produzione dell'architetto. Un omaggio a uno dei progettisti più importanti e discussi -

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Verticali che mirano alla conquista del cielo. Concavità e convessità che si incontrano in abbracci monumentali. Onde di luce che scoprono il peso della materia nel momento in cui puntano all’orizzonte. Sono le sculture, forse, il vero tesoro della mostra Santiago Calatrava. Le metamorfosi dello spazio. Sculture come rarità nella produzione dell’architetto e ingegnere spagnolo, affermato sulla scena internazionale per i suoi monumentali progetti architettonici, tra edifici e ponti. E soprattutto sculture come trait d’union tra i diversi linguaggi – non mancano gli acquerelli – che Calatrava utilizza per illustrare la sua visione del mondo. In  un percorso di 140 opere che spazia tra i modelli di alcune delle sue principali costruzioni, gli acquerelli e, appunto, le sculture in bronzo, alabastro, pietra, marmo, la parola chiave sembra essere proprio “unione”. 
Rome, Università Degli Studi di Roma Tor Vergata, 2005- Modello del Palasport (scala 1:250) Legno, plexiglas, polystyrene, metallo, cm 194 x 154 x 76 Proprietà Studio Calatrava © Santiago Calatrava
Se il titolo dell’esposizione punta sull’ampia accezione di metamorfosi, ad attirare l’attenzione è il lirismo di una evidente tensione al contatto. All’unione appunto. Il “ponte”, elemento architettonico, diventa elemento culturale di un ideale avvicinamento. Basta guardare le sculture per rendersi conto di come i volumi vadano a conquistare lo spazio in una trama di pieni e vuoti che sembra comporre un alfabeto ambientale, trasformando l’orizzonte in monumento all’uomo che lo ha progettato, scalfito o comunque segnato. Pur nel rispetto dell’autonomia dei vari linguaggi, figli di differenti ispirazioni, a emergere è il comune sostrato di un’emotività nutrita dal dialogo. 
L’accostamento dei diversi codici diventa dunque opportunità di rileggere i volumi in una costante metamorfosi che più che dello spazio stesso, è dello sguardo. Da quelle percezioni intime, acquerellate o scolpite, nascono anche i grandi progetti architettonici. Un esempio per tutti, il modello della chiesta greco-ortodossa di St. Nicholas a New York, progettata per Ground Zero, qui non a caso affiancato agli studi in acquerello di mosaici e cupole di Santa Sofia a Istanbul. In mostra, il progetto del Palasport per l’università Tor Vergata, le Torri di Malmö o Chicago, l’Opera House di Tenerife. Ancora, il ponte di Buenos Aires, il progetto per la cattedrale di St. John the Divine a New York, la Los Angeles Chapel. La forma primigenia è l’uomo, la costruzione del volume rimanda alla “radice” del corpo, l’architettura diventa proiezione dell’essere ed è proprio così, nell’abbraccio concreto della materia, che le opere di Calatrava monumentalizzano lo spirito. E la sua ricerca. Tra forme e linguaggi. 
Valeria Arnaldi 
mostra visitata il 4 dicembre 
Santiago Calatrava, Le metamorfosi dello spazio
Braccio di Carlo Magno, piazza San Pietro
Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 18; mercoledì dalle 14 alle 18
Ingresso libero 
Info: 0669884095

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