19 aprile 2011

fino al 12.V.2011 Jay Heikes – The Material Mine Roma, Federica Schiavo Gallery

 
Due mesi di permanenza a Roma per cinque lavori site specific che proseguono l'indagine dell'interazione dell'uomo con i materiali e il loro posto nello spazio...

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Jay Heikes (1975) torna per una seconda personale alla Federica Schiavo Gallery di Roma. The Material Mine, questo il titolo della mostra,  rappresenta una tappa successiva del suo percorso il giovane artista statunitense, che nel curriculum vanta esposizioni al MOMA e alla Biennale del Whitney Museum di New York, dove continua la riflessione sul valore della memoria e delle tradizioni culturali antiche e moderne. Nella prima sala vediamo una scultura che riproduce un enorme ramo che si contorce su se stesso come se fosse un braccio dotato di vita propria, dopo qualche secondo si ha l’impressione di trovarsi in una foresta surreale, in cui lo spazio è riempito e invaso totalmente, atmosfera che richiama il concetto Aristotelico per cui “la natura aborre il vuoto”. La tecnica è la fusione a cera persa, anche se il termine fusione è improprio perché il procedimento implica un risultato finale omogeneo, mentre in questo caso l’impiego di bronzo e ferro, materiali che notoriamente non legano, produce un risultato discrasico voluto e casuale al tempo stesso, ove scaturiscono efflorescenze di verde rame che continueranno a prodursi nel tempo. La scultura ha in questo modo una sua vitalità e continuità oltre il limite del tempo.  Nella seconda sala abbiamo Lana di salamandra, opera ispirata a un tessuto che Marco Polo conobbe durante uno dei suoi viaggi e del quale venivano decantate dagli alchimisti le proprietà ignifughe. Tale virtù derivava in realtà dall’utilizzo di filati d’amianto, minerale che ha un forte effetto ammaliante sull’artista per la sua incorruttibilità e la resa coloristica, ciò si traduce in cinque tavole di cemento, pigmento di carbone e seta che ne imitano le caratteristiche. In terra è adagiata una tela di lino tinto con la porpora reale un pigmento costosissimo ricavato da un mollusco largamente utilizzato  dagli antichi e ora impiegato solamente nei restauri di opere antiche. Agli angoli ha posato quattro cristalli di cloruro di sodio e solfato di alluminio, coltivati dall’artista stesso, il titolo Fields evoca un territorio fertile dove la materia nasce e si modifica. L’ultima installazione è un tronco disidratato recuperato nel fiume Missisipi nel quale sono state inseriti aculei d’istrice, il concetto sembra essere il contrario del ready made: recuperare un oggetto e snaturarne l’origine trasformandolo in qualcosa di completamente diverso. Infine, sulla parete di destra abbiamo una pioggia di decine di piume dipinte in tinte pop, in cui il risultato di astrazione temporale simula il silenzio ovattato e onirico di una nevicata soprannaturale. Tali procedimenti presuppongono una conoscenza approfondita della fisica e della chimica, in effetti Heikes si definisce artista-alchimista, anche se, forse, al contrario dei colleghi antenati, gli esiti non portano frustrazioni.


ilaria carvani

mostra visitata il 15 aprile

dal 7 aprile al 12 maggio 2011

Jay Heikes – The Material Mine

Federica Schiavo Gallery

Piazza Montevecchio, 16 (zona Parione) – 00186 Roma

Orario: da martedì a sabato ore 12-19

Ingresso libero

Info: tel. +39 0645432028; fax +39 0645433739;
info@federicaschiavo.com;
www.federicaschiavo.com

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