11 giugno 2016

Fino al 12.VI.2016 SILENCIO VIVO Artiste dall’America Latina PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Ferrara

 

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Torna a Ferrara la Biennale Donna, la storica rassegna indetta da UDI Unione Donne Italiane che del 1984 celebra la creatività al femminile. Un ritorno che segna anche la riapertura del PAC il Padiglione d’Arte Contemporanea della Galleria d’Arte Moderna dopo la chiusura forzata dovuta ai danni del terremoto del 2012. Giunta alla sua XVI edizione, quest’anno la manifestazione a cura di Lola G. Bonora e Silvia Cirelli è intitolata “SILENCIO VIVO” e propone un interessante focus sull’arte femminile sudamericana e sulle pluralità espressive che la caratterizzano. Protagoniste sono Anna Mendieta (Cuba 1948 – Stati Uniti 1985), Anna Maria Maiolino (Italia, 1942), Teresa Margolles (Messico, 1963) e Amalia Pica (Argentina, 1978): quattro grandi artiste che danno vita a un confronto generazionale su tematiche di estrema attualità, come l’emigrazione, la criminalità, la violenza sulle donne e gli squilibri sociali fra individuo e collettività. Come afferma Lola G. Bonora, “SILENCIO VIVO” riunisce «artiste molto diverse tra loro ma le accomuna la volontà di cogliere e denunciare le contraddizioni, la violenza, la corruzione, il fanatismo, le ossessioni per la conquista del potere. Tutte e quattro realizzano una specie di mosaico o meglio un potente e incisivo murale, sofisticato al massimo, ma al tempo stesso di comprensibile e partecipata lettura».  
Amalia Pica, The wireless way in low visibility, 2013
Al piano terra le opere di Mendieta sono in dialogo con quelle dell’italiana, ma brasiliana d’adozione, Maiolino. L’artista cubana, prematuramente scomparsa, ha eretto il suo corpo a principio di congiunzione tra uomo e Natura: la sua silueta diviene elemento archetipo ricorrente che si confronta con i simboli classici dell’ordine naturale come l’acqua e il fuoco, dando vita a installazioni e interventi performativi di grande impatto emotivo come in Untitled (Volcano Series #2) (1979-1999). Il suo sangue in Untiled (Body Tracks) (1974) diviene metafora di ogni sacrificio femminile, di ogni atto di violenza commesso sulle donne e spesso rimasto impunito, se non quasi incoraggiato, da una società fortemente maschilista. Una visione pessimista e rassegnata all’ordine delle cose, in cui si sottolinea l’impossibilità di un dialogo tra uomo e donna che ritroviamo anche in Antropofagia (1973) di Anna Maria Maiolino: un silenzio costretto da una serie di elementi che spuntano dalla bocca dei due protagonisti a ogni tentativo di parlare. Nei suoi lavori Maiolino riflette sulla vita politica brasiliana, sulla dittatura del Regime Militare – Entrevidas (Between Lives) del 1981 – e sulla caducità della vita umana, un pensiero che torna anche nelle ricerche più recenti in cui si avvicina all’arte raku della ceramica con lavori dalla struttura fragile e biomorfa. Al piano superiore il confronto è tra la messicana Teresa Margolles e l’argentina Amalia Pica. Per Margolles l’arte è un mezzo di denuncia sociale, per attirare l’attenzione sulla violenza che regna nella società messicana. Splendidi i lavori in mostra, le installazioni come Pesquisas (2016), appositamente realizzata per la Biennale Donna, capaci di evocare forti sensazioni di disagio, rendendo lo spettatore pienamente partecipe e complice del suo pensiero. Infine Amalia Pica, la più giovane del gruppo, che tra disegno, performance e scultura ragiona attorno al valore della comunicazione, intesa come fondamentale esperienza collettiva. Le sue opere si fanno metafora visiva di una società segnata dall’ipertrofia della comunicazione, un fenomeno spesso controproducente che ci isola piuttosto che unirci. 
Evidente la grande qualità dei lavori in mostra, alla fine del percorso espositivo non restano da fare che alcune considerazioni di carattere etico più che estetico. Se è vero che oggi, come scrive Rosalind Krauss, «l’arte fatta dalle donne non ha bisogno di alcuna particolare perorazione di difesa» – e  i lavori presenti in mostra ne sono un chiaro esempio – è purtroppo la cronaca a rendere indispensabili manifestazioni come la Biennale Donna, capaci di portare attenzione con garbo e intelligenza su una questione, come quella del raggiungimento della parità tra uomo e donna, ancora troppo lontana dal potersi dire pienamente risolta.
Leonardo Regano
mostra visitata il 22 maggio 
Dal 17 aprile al 12 giungo 2016
SILENCIO VIVO Artiste dall’America Latina
PAC Padiglione d’Arte Contemporanea,
Corso Porta Mare, 5 44121 Ferrara
Orari: da martedì a domenica 9.30 – 13.00 / 15.00 – 18.00
Info: tel. 0532206233; www.artemoderna.comune.fe.it

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