05 novembre 2004

fino al 13.XI.2004 In Cantiere Teramo, sedi varie

 
Quando l’arte non rinuncia all’impegno. E sceglie la strada più difficile: dare voce ed immagine ad una questione che scotta. E che resta sommersa. Succede a Teramo, dove per una settimana si parla di sicurezza nei cantieri. Con una rassegna cinematografica e gli scatti di un giovane fotografo. Dai film di Ken Loach al b/n di una serie di gigantografie installate lungo il corso cittadino…

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Dove le parole rischierebbero la retorica, forse può un’immagine. E succede qualcosa di simile quando lo sguardo incontra, per esempio, una di queste fotografie. Il bianco e nero è quello rigoroso del reportage, ma il tempo qui si dilata, si perde negli sfocati, per poi coagulare di fronte ad un oggetto che è improvvisamente nitido, algido. Quasi clinico nella definizione di ogni dettaglio. Immagini dure da digerire, perché stavolta il tema, uno di quei fatti di cui non si parla poco e quando accade lo si fa a bassa voce: magari perché fa male, magari perché brucia ammettere che certe cose succedano ancora adesso. E in un paese civile.giampiero marcocci, senza titolo
Forse non tutti sanno che dal 6 al 13 novembre è la settimana europea dedicata alla sicurezza nei cantieri, così succede che a Teramo l’occasione diventi una manifestazione (organizzata dal Comitato Tecnico Paritetico -Ance e sindacati- dalla Provincia di Teramo e dall’Assessorato alle politiche del lavoro) che coinvolge –in un programma di convegni ed interventi- anche arti visive e cinema: vuoi perché in materia l’Abruzzo ha un triste primato, vuoi perché l’argomento scotta parecchio e, finalmente, se ne avverte il dramma urgente, inequivocabile.
Sul tema una rassegna di video e film è proiettata nelle sale della Mediateca della Biblioteca Delfico: da un classico come il Ken Loach di Paul Mick e gli altri a documentari rari come La fabbrica parla di Mario Carbone datato 1968 o Morte sul lavoro di Ugo Gregoretti e Wladimir Tcherkoff del 1972, fino al recentissimo Mi piace lavorare di Francesca Comencini, dedicato al fenomeno del mobbing.
giampiero marcocci, senza titoloNel cuore della città, lungo Corso San Giorgio, si snoda una mostra che è monumentale nelle dimensioni –ogni fotografia, scattata con il banco ottico, è stampata su pannelli di 2 x 2.50 m- e negli intenti: la serie di scatti, firmata dal giovane fotografo Giampiero Marcocci, più che come un reportage in senso stretto funziona come un racconto. Che è fatto di tanti possibili incipit, quante sono le immagini. Dai ritratti degli operai, primi piani close up o piani americani privi di qualsiasi compiacimento, agli angoli di cantiere: spazi vuoti, in attesa di diventare altro, per adesso né terribili, né troppo tristi, solo paurosamente normali. Dove dovrebbe annidarsi il pericolo non ci sono che pali, tramezzi, attrezzi di lavoro: tutti impastati in un’atmosfera sfocata di bianchi lucidi, grigi e neri densi. Ed è qui che il racconto s’attesta, non oltrepassa il margine, ma rimbomba grave, eppure misurato, rimbalza tra gli occhi che sembrano fessure e gli attrezzi usurati. Memoria e monito, ma pure vessillo di una dignità coraggiosa, che al lavoro è legata indissolubilmente.

mariacristina bastante


In Cantiere. Sicuri
settimana della sicurezza
6 / 13.XI.2004 Teramo
Info 0861.331238 fax 331206 cell. 329.2608975
e-mail: ufficio.stampa@provincia.teramo.it  sito web: http://www.provincia.teramo.it   
Ideazione: Stefano Cianciotta – Pina Manente
Fotografie: Giampiero Marcocci, a cura di Lorenzo Canova
Grafica: Agnes Waligora


[exibart]

1 commento

  1. credo che sia importante tutelare i diritti dei lavoratori e le condizioni minime di sicurezza nei luoghi di lavoro.
    Ispettori del lavoro, bandi di appalto, concorsi, dovrebbero essere i passaggi in cui verificare lo stato reale della tutela.

    La comunicazione! Provengo da una formazione culturale e politica che mette al primo posto la fase cognitiva, la comunicazione dovrebbe essere successiva altrimenti si scambia la difesa del diritto alla vita con il pathos improvvisato di guanti e calcestruzzo e lavoratori colorati…sul lavoro meno spettacolo e se si tratta di comunicare rivolgiamoci a persone competenti.

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