08 marzo 2013

fino al 16.III.2013 Michele Guido, _michele guido_02.02.2013_garden project Roma, Galleria Z20 Sara Zanin

 
Natura e architettura collidono in un visione generata nella mente dell’artista. Nutrita di una misurazione ossessiva all’interno di un processo di scomposizione e ricostruzione quasi rituale -

di

A volte tra galleria e artista si crea una tale sintonia che si vivono insieme intere fasi di esplorazione e ricerca. È il caso della  Z2o di Sara Zanin e dell’artista Michele Guido (Aradeo, in provincia di Lecce, 1976, vive e lavora a Milano), che con “_michele guido_02.02.2013_garden project” riprendono il discorso cominciato nel 2009 con la sua prima personale, arricchito delle esperienze maturate strada facendo, come quella della selezione al Premio Cairo 2011. 
Michele Guido, Lotus Garden Project #05 _ Raphael Urbinas 1504_2011. Installation view © Michele Guido, courtesy z2o Galleria | Sara Zanin. Photo credits: Michele Guido
L’idea di giardino come elemento di contemplazione raccoglie l’influenza di un mondo posizionato ad Oriente, delle sue piante e dei suoi elementi simbolici: il fiore di loto sopra tutti. Una natura ispezionata, fotografata, ridisegnata con programmi di grafica, scomposta nelle sue linee e direzioni principali: ingabbiata, si potrebbe dire, in schemi ridondanti e quasi ossessivi. L’immagine dell’elemento naturale, non l’elemento stesso, incontra i paradigmi del linguaggio architettonico nella mente dell’artista. Un confronto arbitrario con le radici storico critiche dell’essere italiano: il Tempietto di S. Pietro in Montorio come simbolo della perfezione rinascimentale. Una dimensione più filosofica che costruttiva, così come la natura appare più astratta che calda e verde. L’allestimento in galleria è solo l’ultimo atto dello studio lungo e laborioso dell’artista su questi temi, espresso in due grandi installazioni site specific per la mostra: una prima di natura scultorea Lotus Garden project #05 _RaphaelUrbinas 1504_2011 che esplicita un processo di decodificazione che parte dalla natura, porta all’architettura e ritorna alla natura stessa e alla sua essenza geometrica; la seconda una sorta di fantasiosa proiezione ortogonale dell’elemento quasi artificiale del frutto di loto, scomposto in diversi piani semantici e ridisegnato in chiave geometrica dall’artista. L’assenza di colore trascina in una dimensione astratta, interrotta quasi bruscamente dall’unico elemento autenticamente naturale che pende dal soffitto, con un’inversione di senso questa volta quasi ironica.
Mariangela Capozzi
mostra visitata il 5 marzo 2013
dal 2 febbraio al 16 marzo 2013
michele guido_02.02.2013_garden project 
Z2o Galleria │Sara Zanin
Via della Vetrina, 21 – 00186 Roma
Orario: mar-sab 10,30-19,30 e su appuntamento

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