21 ottobre 2011

fino al 18.XI.2011 Malick Sidibé Milano, Photology

 
Che cos’era il Mali negli anni ’60-’70? La domanda non nasce tutti i giorni. La stimola e l’anticipa Malick Sidibé (Soloba, Mali, 1935) con le sue fotografie, mettendo in discussione la visione occidentale dell’Africa di ieri e di oggi...

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Una sensibilità per l’arte e per il bello, alimentata dagli studi in disegno e gioielleria presso la Scuola degli Artigiani Sudanesi, unita all’esigenza di documentare un’epoca di svolta nella storia e nella vita di un paese. Questo è quello che si percepisce a prima vista dalle fotografie di Malick Sidibé che ritraggono la gioventù di Bamako, capitale del Mali, negli anni ’60-’70. Dotate dall’artista anche di una cornice decorata e colorata, la scelta della galleria è stata di disporre le fotografie isolate nei loro neri, grigi, e toni chiari sulle superfici bianche delle cornici e delle pareti. Si tratta di fotografie originali dell’epoca in cui vengono ritratti, per lo più in posa, giovani in abbigliamento da festa o da discoteca. Se gli abiti, soprattutto per i ragazzi, con pantaloni a sigaretta prima e poi in camicia aderente e pantaloni a zampa, potrebbero fare pensare ad ambienti afroamericani, ciò che ricrea maggiormente il clima dell’epoca, l’entusiasmo popolare e l’energia che seguirono all’indipendenza del Mali dalla Francia, nel 1960, sono le espressioni e le pose: cariche di inesperto esibizionismo, di orgogliosa vanità, di promettente vitalità.

Una parte dell’esposizione è dedicata agli scatti realizzati nella strada o in altri luoghi pubblici, che ritraggono scene di vivace aggregazione sociale, innanzitutto attraverso la musica e il ballo. Sono gli anni del rock’n’roll. L’ingresso in una nuova epoca scatena la voglia di ballare e il senso di libertà individuale dato dalla musica si accorda con il sentimento diffuso di liberazione da un passato coloniale e da passate norme sociali: foto di coppie danzanti mostrano l’accorciarsi, talvolta timido, della distanza fra uomini e donne (Nuit de Noёl, 1963). Ci sono poi le foto in posa su sfondo, realizzate nello Studio Malick, che l’Occhio di Bamako aprì nel 1962, dopo l’iniziale periodo di apprendistato presso il fotografo francese Gérard Guillat-Guignard. Alcune sono primi piani, volti di donne, a cui il trucco e l’acconciatura tipici conferiscono un aspetto aristocratico, regale, riportando la memoria e la fantasia verso l’Impero del Mali. Altre sono fotografie a figura intera in abiti del contemporaneo stile parigino che ritraggono ragazzi e bambini simili a idoli musicali, o immagini di donne con vesti e turbanti in tessuti africani densi di disegni geometrici: modi diversi in cui prende forma una volontà di emancipazione.

 
Come la strada anche lo Studio Malick, spesso percorso da un clima di festa, rappresentava un luogo dove mettere in mostra le proprie aspirazioni e ostentare un nuovo stile di vita, appagando la vanità di fronte ad un obiettivo interamente dedicato. Tutto questo grazie alla capacità di un fotografo, oggi conosciuto e riconosciuto a livello internazionale, di mettere le persone a proprio agio, condividendone la gioia di vivere, partecipando al clima dell’epoca e divenendone portavoce. Lo Studio Malick è ancora oggi a Bamako.
 

anita fumagalli
mostra visitata il 14 ottobre 2011

 

Dal 22 settembre al 18 novembre 2011
Malick Sidibé
Photology
Via della Moscova 25, 20121, Milano (MM2 Moscova)
Orario: Lunedì-Venerdì, 11.00 – 19.00
Informazioni : tel. 02-6595285; fax 02-654284;
 
 
[exibart]

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