05 dicembre 2000

Fino al 21.I.2001 Ettore Sottsass: 28 Progetti per le tarsie di Andrea Fedeli Palazzo Pigorini, Parma

 
Il fascino dell’utilizzo di tecniche antiche prestate al design contemporaneo ritrova un gusto particolare nelle sale di Palazzo Pigorini. Una mostra che segna il primo risultato di un progetto che vanta pregevoli intenti…

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Unite la determinazione di un architetto affermato come Ettore Sottsass, dedito alla continua sperimentazione e ricerca nei più svariati campi, con la passione di un artigiano illustre qual’è Andrea Fedeli, con le conoscenze in campo artistico, la capacità di analisi, i 25 anni di curriculum sul restauro… e otterrete “qualcosa” che indica una potenzialità disarmante; aggiungete ora altri ingredienti che possano meglio legare: due architetti dediti a far coesistere nello stesso oggetto design, architettura e grafica (Albino Vescovi e Massimiliano Mazzaschi) e lo statuto di un progetto che vuole il recupero e la valorizzazione delle arti minori (che di certo non lo sono!) promosso da Boscaro…e allora piano piano l’esito inizia a farsi più deciso e appagante. Questo è ciò che è accaduto nei mesi antecedenti a questa mostra e che vede in essa il risultato di un’operazione particolarissima (per quanto concerne il territorio nazionale) e significativamente importante (per il mondo). Andando per gradi preferirei decantare le opere esposte, spendere due parole sull’iniziativa che sta a capo di tutto questo ed infine stilare una breve biografia degli artisti.
La Mostra
L’intarsio di legni pregiati che Andrea Fedeli ha effettuato sui disegni e sulle elaborazioni tecniche dell’architetto Sottsass rappresentano quanto di più classicamente-originale oggi si possa incontrare nel panorama artistico e del design contemporaneo: oggetti d’uso quotidiano (come il design richiede) proposti in chiave “artistica” proprio per l’utilizzo di un materiale antico (il legno) e in modo più marcato, per via della tecnica realizzativa che sottostà a tutto questo. Si vedranno allora tavolini con disegni geometrici, scatole con richiami prospettici, armadi con “memorie” di paesaggio, cassettiere con maniglie impossibili, moduli e cilindri a comporre “complementi d’arredamento”…si ammireranno, insomma, prodotti da far “vivere” e “utilizzare” che possiedono tuttavia una tale determinazione propria da assurgere a oggetto d’arte. Mi vengono in mente gli oggetti che recentemente il Palazzo della Ragione di Padova ha esposto con la mostra “Biedermeier”, mi ritorna alla memoria tutto il movimento “Jungendstil”, l’ ”Arts&Craft”, il “Liberty”…per non parlare del Bauhaus (anche se con le dovute sottolineature)..tutti ismi che in certo qual modo hanno fatto dell’oggetto pratico, una sorta di opera d’arte. Il richiamo a questi movimenti è logico, quanto la dissociazione dagli stessi dal momento che l’esempio proposto nelle sale di palazzo Pigorini richiede un’analisi diversa grazie alla particolarità della radice che li alimenta. Le opere esposte sono 28, poche se si pensa alle monumentali mostre cui siamo abituati, ma molte, se si analizza l’originalità del progetto che le ingloba. Percorrendo le sale, ottimamente illuminate e con una disposizione delle opere accurata ed efficace, si respirava un’aria strana: quella del passato. Dipingere con il legno è ciò che Fedeli ha praticato con risultati splendidi: l’utilizzo di diversi legni (faggio, ciliegio, acero, cipresso, pero, tiglio, canaletto, black walnut, noce), trattati secondo tecniche antiche, bagnati, tirati, stesi…colorano forme e regalano ombre; ecco allora angoli di Firenze visibili in una scatola di legno naturale, spicchi di Ferrara in un’altra di legno tinto, e poi ancora “architettura nell’armadio” che ripropone geometrie e prospettive…sino ad arrivare ai “cassetti complicati”, un portagioie a pois o alla “Lanaken Estate” una cassettiera girevole. Sono di particolare interesse anche i progetti che l’architetto –designer ha realizzato e che sono posti a fianco delle opere esposte. Oggetti, arte, tecnica, ripristino, antichità, funzionalità estetica…poetica di un evento che merita considerazione e visibilità.

Il Progetto
Boscaro. Questo progetto nato nel 1997 ha come scopo quello di rivalutare le tecniche di artigianato antico, cioè di quella tradizione che ha reso “grande” e immediatamente “riconoscibile” la produzione artistica italiana al mondo intero. Il problema della globalizzazione e dell’industrializzazione quale danno della piccola bottega non nasce certamente oggi, ma forse mai come adesso si avverte la necessità di non far scomparire un artigianato che è costruito su fondamenta risalenti al Rinascimento e in molti casi riconducibile anche ad un periodo a questo antecedente. Se da una parte vi è quindi l’esigenza di salvaguardare e di trasmettere tradizioni e tecniche, dall’altra prende forma una sorta di confronto-scontro con la produzione in serie e di massa. Boscaro sviluppa il progetto seguendo due binari: uno, pratico (teso alla mera acquisizione delle tecniche, e quindi alla messa in opera delle stesse con la logica creazione dell’oggetto); l’altro, funzionale e propenso a “valorizzare” queste tecniche grazie ad una sinergia tra l’artigiano, ed i massimi rappresentanti dell’evoluzione artistica contemporanea. Ecco che la collaborazione con artisti o designer come Mendini, Del Pezzo, Veronique Motte, La Pietra e, come in questo caso, Ettore Sottsass, acquisisce ragioni che vanno oltre alla semplice realizzazione di “oggetto-prodotto”, e che comprende una progettualità che coinvolge molte discipline: dalla sociologia, all’antropologia, alla filosofia ecc… Il metodo della scuola Boscaro non verte sui soliti canoni educativi, ma piuttosto si fonda su una didattica di stampo rinascimentale, ove ad insegnare le tecniche (dopo attenti studi ed esami) che necessitano di un intervento immediato, affinché non si estinguano, vengono chiamati i ”migliori” depositari delle stesse. Così come il Maestro faceva col proprio garzone, anche oggi la tecnica non morirà con esso, ma troverà altre mani capaci di perpetuarla. Il progetto Boscaro risulta essere un caso “eccezionale” ed unico sul territorio mondiale: infatti la CNN ha dedicato ad esso (ed è venuta in Italia con una sua troupe) un’intera puntata del programma “The Artclub” (che a tutt’oggi è il programma d’arte più visto al mondo). Tutto questo non lo si dice a semplice scopo propagandistico, ma semplicemente perché temo (e forse neanche ingiustamente) che lo sforzo di questo progetto passi inosservato in Italia, col rischio di veder svanire una delle poche iniziative meritevoli di considerazione e appoggi. Ritornando alla mostra in questione, bisogna dire che le opere esposte saranno prodotte con una tiratura di 8 esemplari (anche questo indice di un compromesso tra unicità dell’oggetto artistico, e serialità dell’oggetto comune), alcuni dei quali dopo una serie di mostre itineranti saranno in permanenza presso il Guggenheim di New York, altri invece, destinati ai collezionisti. Ciò che io mi auguro, è che il Progetto Boscaro goda della più ampia risonanza possibile, affinché anche i musei e le istituzioni italiane possano comprenderne l’importanza, come altri paesi sembrano già aver fatto…speriamo!
Gli Artisti
Ettore Sottsass: riconosciuto come uno dei più autorevoli e prestigiosi designer del mondo vanta numerosi interventi d’arte pubblica, mostre e progetti nei suoi oltre 50 anni di impegno. Laureatosi nel 1939 in Architettura al Politecnico di Torino, ha rivolto la sua ricerca verso interventi di architettura popolare. Negli anni ’50 gli verrà riconosciuto un ruolo internazionale nel rinnovamento della cultura progettuale e a partire dal 1958 (grazie alla collaborazione con Olivetti) dedicherà ampia ricerca verso una definizione più sensoriale della forma e degli spazi della vita domestica. In questi anni quindi Sottsass tenterà di superare il concetto proposto dal Bauhaus e proporne uno che analizzi le implicazioni della psiche e della mente rispetto alla “funzione”. Sottsass vede le proprie opere in permanenza in diversi musei mondiali: Centre Georges Pompidou, di Pargi; il National Museum di Stoccolma; il Museè des Beaux Arts dell’ Ontario…per citarne solo alcuni. Sul finire degli anni sessanta Sottsass risulterà essere figura centrale delle avanguardie culturali, abbracciando diverse discipline: dall’antropologia alla psicologia, alla poesia e alla letteratura. In questi anni sono moltissime le mostre che lo vedono protagonista, e il carattere di ricerca si rafforza con la collaborazione di Fernanda Pivano e il poeta Allen Gingsberg per la creazione di una rivista “Pianeta fresco” che fa dei temi d’avanguardia il suo punto di forza. Non si possono elencare tute le diverse e multiple sfaccettature di Ettore Sottsass, data la complessa e fruttuosa attività che egli ha svolto…però si deve per lo meno accennare all’importanza che l’adesione dello stesso al gruppo Alchymia (siamo a ridosso degli anni ’80, e dalle mostre di questo gruppo prenderà forma ciò che verrà definito “Nuovo Design Italiano”) e in seguito la creazione del gruppo “Memphis” ha determinato una innovazione sostanziale sul come intendere il design contemporaneo, cioè a dare all’oggetto non solo una valenza “razionale” (e si ritorna al tentativo di superamento del Bauhaus) ma altresì di valorizzare lo spessore simbolico ed emotivo che esso implicitamente comporta. Sottsass, attraverso “Sottsass Associati” è in piena attività ancor oggi, e lui in persona, in barba ai suoi 83 anni, continua (proprio come in questa ultima iniziativa) a creare e progettare.

Andrea Fedeli : nato a Firenze nel 1943, dove vive e lavora, appartiene alla terza generazione di una famiglia di restauratori. E’ stato uno dei fondatori della Scuola di Restauro della Regione Toscana, ha insegnato in molte scuole (una per tutte: Scuola Statale d’arte di Firenze) e in quasi 25 anni di attività si è imposto nel panorama mondiale come uno dei migliori restauratori viventi. Molte le opere che hanno “goduto” (ed è il caso di dire proprio cos’) delle sue cure, come ad esempio “Il Giovane Bacco” di Valerio da Settignano, il “Pulpito di Prato” di Donatello o il “Ritratto di un Uomo” di Pisanello. Abile “artigiano”, ebanista, filosofo del restauro…Fedeli ha spesso e in più tempi ricordato le problematiche inerenti al proprio lavoro, alla difficoltà di mantenere “vive” tecniche di restauro antiche ma efficaci, alla necessità di tramandare non solo le modalità di ripristino di opere ed oggetti, ma anche di quelle creative. Esperto conoscitore dei segreti del legno, Fedeli, con la sua bottega risulta essere una delle più importanti figure mondiali che si adoperano alla salvaguardia del patrimonio artistico.

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“Ettore Sottsass: 28 progetti per le tarsie di Andrea Fedeli”
Palazzo Pigorini, Via Repubblica 29, Parma
Dal 2 dicembre 2000 al 21 gennaio 2001
Orario: 10/18 lunedì chiuso
Ingresso: Libero
Visite guidate: su richiesta / info. Tel. 0521-218.967
Catalogo: Mazzotta, Milano – Lit. 42000
Ente promotore:
Comune di Parma, Assessorato alla Cultura, Boscaro Project
Curatore: Boscaro
Info: tel. 0523 984321 fax 0523 984447
E-mail:boscaroproject@boscaro.it
Sito internet: www.boscaro.it

Sito internet mostra: www.comune.parma.it/pigorini



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