10 aprile 2011

fino al 23.IV.2011 Roberto Pugliese Verona, Studio La Città

 
Circuiti che catturano l'energia dell'ambiente, suoni quasi ancestrali che rimandano ad un antico mondo. Natura e strumenti elettronici si uniscono per dare voce all'anima. Quali segreti saranno svelati?

di

Una mostra che cattura per l’ambiente, per i suoni e per le immagini. Nella rappresentazione dell’energia e delle forze vitali che animano le cose, Roberto Pugliese (Napoli, 1982, vive e lavora tra Napoli e Parma) sa come catturare l’attenzione del visitatore per trasportarlo in un’altra dimensione. Il colore bianco, pulito, delle stanze della galleria sembra rispecchiare l’idea di un viaggio verso un’altra destinazione. In questo percorso la luce diventa elemento importante in quanto scaturisce sia dal colore candido dell’ambiente sia dalla corrente elettrica. Questo fascio avvolgente di energia alimenta le casse acustiche, elementi terminali di code di fili neri che strisciano lungo il pavimento, che si trovano o sospese o attaccate ad un tronco. In tutti i casi l’impressione che se ne ricava è quella di assistere a grandi encefalogrammi, dapprima sulla corteccia di un albero ormai semi spogliato da ogni

circuito vitale poi sul fluido etereo. Entrando nella prima stanza si attivano i sensori del sistema che mandano l’avviso al computer.

Questo accende la grande macchina che inizia a riprodurre onde sonore miste a suoni di liquidi in movimento. Guardando il mezzo tronco attaccato da decine di ventose acustiche non si può non immaginarne il risucchio di quella linfa tanto vitale per l’essere naturale a tal punto da sembrare ormai arrivato al punto di non ritorno. Encefalogrammi che analizzano l’andamento dell’energia o vere e proprie macchine per catturare ogni forma di vita. Il suono accresce questa duplice percezione in un mondo spogliato da ogni bellezza terrena e ormai preda delle macchine. La seconda stanza ci offre un’altra prospettiva: una prima installazione enorme e un’altra più piccola come fossero madre e figlia intente a svolgere il loro abituale lavoro di sostentamento.

La prima ha un fascio nero di cavi elettrici che attraversa ondeggiando il pavimento per arrivare all’angolo opposto della stanza, attaccarsi alla parete e sostenersi appesa al soffitto. Da qui ogni terminazione elettrica, acustica, nervosa, penzola inerte ma viva grazie alla percezione che se ne ricava da piccoli suoni acuti e vibranti che echeggiano nell’aria. Questa sembra esserne catturata come fosse etere consistente di elementi portatori di quella forza vitale senza la quale l’essere elettrico non avrebbe vita. Stesso processo per l’installazione più piccola le cui casse acustiche sono posizionate su piedistalli che emergono direttamente dal muro. Tre opere in uno spazio espositivo occupato da un’altra mostra di tipo fotografico di Gabriele Basilico, Vincenzo Castella e Massimo Vitali intitolata Una prospettiva italiana. Il tutto facilmente visitabile in poco tempo ma, per l’orecchio attento dell’ascoltatore, alcuni suoni potrebbero nascondere rimandi a situazioni e a immagini che difficilmente si potrebbero assorbire in altre circostanze. E il rapimento è una delle condizioni imprescindibili con cui il fruitore deve confrontarsi.

erika prandi

mostra visitata il 6 aprile 2011


dal 19 marzo al 23 aprile 2011


Roberto Pugliese – Soniche vibrazioni computazionali


a cura di Valentina Tanni


Galleria Studio La Città


via Lungadige Galtarossa, 21 – 37133 Verona


Orario: da martedì a sabato ore 9-13/15.30-19.30


 Info: tel. +39 045597549; fax +39 045597028; 

info@studiolacitta.it

1 commento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui