02 febbraio 2015

Fino al 28.II.2015 Il destino delle cose La Giarina arte contemporanea, Verona

 
Parte da Antonioni ed il suo Zabriskie Point la riflessione sulle avanguardie del secondo dopoguerra

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Bisogna lasciarsi risucchiare fino alla fine del percorso espositivo: il premio è la scena catartica con l’immane esplosione delle ultime sequenze di Zabriskie Point di Antonioni, ripetuta e amplificata come solo la forza dell’immaginazione riesce a fare. La deflagrazione spettacolare risuona ulteriormente tra le pareti della galleria grazie alle installazioni che sono state affiancate alla proiezione di Zabriskie Point. Quelle di Daniele Girardi e di Enrica Borghi in particolare, esplosive loro stesse. Ma oltre alla spettacolarità, giunti alla fine del percorso si conquista la chiave di lettura. 
Curata da Luigi Meneghelli, la mostra “Il destino delle cose” ha il respiro di quelle che in stagioni passate animavano le gallerie della città, molte di più di quelle di oggi, suscitando interesse e accendendo animate discussioni. Niente a che vedere con la dorata indifferenza di oggi che l’esplosione di Zabriskie Point mira a far saltare, quasi segretamente, almeno nelle intenzioni del curatore Meneghelli. Ma quella vivacità culturale e di ricerca ha lasciato per fortuna segni indelebili: la passeggiata nella storia delle avanguardie degli anni Sessanta e Settanta svela il loro rapporto con la realtà, dalla teiera rossa di César, agli oggetti inservibili di Arman, Spoerri, Kantor.
Parallelamente c’è la lettura che i giovani di oggi fanno di quella stessa realtà. E il confronto tra ieri e oggi fa emergere contatti e differenze:  inservibili sono anche le moleskine con cui Girardi costruisce un’architettura, monumento al caos e all’inutilità, non più riconoscibili gli oggetti a cascata di Andra Bianconi, così come ad un altro uso sono piegate le bottiglie di plastica di Erica Borghi. Allora da Antonioni a César a Girardi ciò che la mostra racconta è la perdita di significato delle cose e forse anche dei gesti quotidiani, in un mondo dove, come le avanguardie avevano intuito, la grande libertà (espressiva e culturale) conquistata ha generato un aumento esponenziale della confusione. Ma forse, infine, nel video di Fischli & Weiss, il suggerimento è quello che il caos delle reazioni imprevedibili può essere riordinato in una sequenza infinita di reazioni a catena il cui effetto è previsto e voluto. Utopia o reale possibilità?
Camilla Bertoni
mostra visitata il 5 dicembre 2014
Dal 15 novembre 2014 al 28 febbraio 2015
Il destino delle cose
La Giarina
Interrato dell’Acqua Morta, 82 
37129 Verona 
Orari: dal martedì al sabato 15.30-19.30 e su appuntamento
Info: +39 045 8032316, info@lagiarina.it

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