24 giugno 2005

fino al 3.VII.2005 Simone Berti – Personale Bergamo, GAMeC

 
Tecnologia digitale incastonata in quella meccanica. Monitor sorretti da abili giochi di carpenteria. Uno sguardo preciso e leggero sul dato naturale. Da chi sembra volersene prendere cura…

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E’ l’energia potenziale il fulcro attorno al quale si muovono le leve di questa mostra. La grande forza che trasmettono i lavori di Simone Berti (Adria, 1966; vive a Milano) deriva dalla tensione verso un’imminente esplosione. Un’esplosione che risulta metafora, come del resto il vulcano, di uno scoppio creativo e fantasioso. Se infatti è possibile definire il vulcano come motivo di base atto a legare in un solo grande tema le opere presentate, ciò deriva dalla suo manifesto equilibrio instabile.
La realtà a cui l’artista fa riferimento si trova ancora ad uno stato primordiale, centro di vivaci movimenti generativi. Nei suoi dipinti l’atmosfera nebulosa e gassosa fa da sfondo agli immensi crateri vitali, pieni di colorate e mutevoli attività magmatiche.
Non diversa è la composizione della scultura, la cui inclinazione ricorda un pendìo roccioso sezionato, nel quale sono visibili le composizioni definite dai diversi settori.

Il suo intento però è ben lungi dalla catalogazione geologica. E allora il legame con il passato filogenetico è la perfetta scusa per la ricerca di un albore ontogenetico?
La risposta sta nella basilare struttura lignea delle videosculture, nate per essere dei piccoli mondi autosufficienti. Già a prima vista i macchinari che supportano gli impianti audio-video appaiono come composizioni ludiche ad incastro. Queste ultime simulano una temporanea stabilità grazie a delle semplici leve che ne scaricano il peso all’esterno della struttura, quasi liberandola dell’incombenza. Inoltre i video che contengono ripercorrono la costruzione di divertenti marchingegni di bambinesca fattura. Non c’è la voglia di creare una realtà virtuale che si sostituisca alla nostra, ma piuttosto la volontà di farci partecipare ad un gioco. Un artigianale modellino nel quale il personaggio (anch’esso creato dalle mani dell’artista-burattinaio) atterra con la sua astronave di plastica e cartone.

Non manca certo la poesia, che si spinge anche oltre la nostalgia per l’infanzia. L’amore per la natura che emerge in tutti i lavori, sia per i materiali utilizzati che per il tema scelto. Fino all’installazione esterna, dove diventa materno gesto di protezione.

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Simone Berti, Personale – a cura di Alessandro Rabottini – GAMeC, Bergamo, Via S. Tommaso, 53 – 24100
orario: mar/dom 10-21; giovedì 10-22
ingresso: libero – per informazioni:
tel. +39 (0)35 399528 – fax +39 (0)35236962
www.gamec.it


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