17 ottobre 2011

fino al 31.X.2011 Tilman Hornig Milano, Galleria Corsoveneziaotto

 
…quadri che diventano altorilievi, metalli forgiati si ribellano e fuoriescono dalla superficie pittorica, note di colore che contaminano le superfici dello spazio stesso, il tutto in mostra da Corsoveneziaotto…

di

Si tratta di Tilman Hornig (1979 a Zittau, vive e lavora a Dresda) artista tedesco. Dal 2000 al 2006 ha studiato al College of Fine Arts di Dresda, con il professor Martin Honert. Artista, che, oltre alla pittura si serve della fotografia e la scultura come mezzo di utilizzo. Le esperienze di vita diventano materiale per la propria arte come le esperienze nel campo della street art che tornano talvolta nell’immaginario recente dell’artista, in linea con un approccio pittorico diretto e nutrito di ogni curiosità. Nei suoi lavori ci si rende conto di come non operi per rappresentare la realtà: si tratta piuttosto di una personale rappresentazione dello spazio. Talvolta nei suoi lavori le persone agiscono, non come individui, ma come quasi tutti gli oggetti utilizzati e ritratti, gli viene attribuito un significato simbolico. Caratteristica sorprendente del suo lavoro è la citazione, operando più su una “storia dell’arte dell’approccio”, Hornig sfida le definizioni e concezioni specifiche muovendosi per formulare un proprio insindacabile giudizio. Nei lavori in mostra negli spazi della galleria Corsoveneziaotto, tra lavori realizzati in alluminio e alcune sculture in legno e vetro dipinto, si esce dalla tipica concezione bidimensionale della pittura e della tela, in cui lamine fuoriescono quasi a volersi appropriare dello spazio, quasi si animano e vengono a perturbare lo spazio illusionista proposto sulla superficie piana.
 

Forgiate dall’artista che ne diventa quasi un metallurgo per poi riappropiarsene attraverso la pittura in cui la materia appare quasi sporcata dal colore. I metalli sono accartocciati, assemblati quasi come si trattasse di un collage, come se l’artista tra le mani avesse della semplice carta. Il tutto è sistemato in unione con lo spazio che le accoglie e in cui non manca il colore: tra le pareti a tratti dipinte dai toni del grigio al rosa acceso, le “pitto-sculture” come potremmo chiamarle sono esibite attaccate alle pareti, alcune solo appoggiate. Alcune lattine usurate e accartocciate appaiono anche in altri dipinti, qui solo rappresentate assumono un altro fine diventando dei vasi parte dell’arredamento, processo che diventa reale nei tavolini caratterizzati dal colore e da curve altimetriche collocati in mezzo allo spazio espositivo.

 
Vi si ritrova un che di novecentesco in linea con le scelte della galleria, e come dichiarava Arman “…perfino nelle mie composizioni volumetriche, il mio scopo è più pittorico che scultoreo. Voglio vedere i miei propositi come comprendenti le ottiche di una superficie più che una realizzazione in tre dimensioni […]”. Idea che sotto un certo aspetto si ritrova in Horning, che prende un oggetto o lamina che sia, lo taglia, lo seziona, e lo ricompone in una nuova struttura accostandosi all’oggetto stesso che impone da se la propria valenza nello spazio in un sottile gioco di passaggio da bidimensionalità a tridimensionalità.

tiziana leopizzi
mostra visitata il 7 ottobre 2011

Dal 15 settembre al 31 ottobre 2011
Tilman Hornig – Infected Zone
A cura di Gianni Romano
Galleria Corsoveneziaotto
C.so Venezia, 8  Milano
Orari: lun-ven 10.00-13.00 // 15.00-19.00 Sab. su appuntamento
Ingresso: aperto al pubblico, gratuito
Info: +39 02 36505481 
info@corsoveneziaotto.com www.corsoveneziaotto.com
 
 
[exibart]

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