30 maggio 2015

Fino al 5.VI.2015 Elisa Bertaglia e Anna Turina, Nest Martina’s Gallery, Seregno

 

di

La bi-personale “Nest” realizzata presso Martina’s Gallery di Seregno è un percorso espositivo al femminile, che vede protagoniste Elisa Bertaglia e Anna Turina. Le due artiste, scelte da Martina Corbetta, hanno formazioni ed età diverse. Bertaglia, nata a Rovigo nel 1983, si diploma in Pittura nel 2009, mentre Turina, classe 1973, comincia al Salon I dell’Accademia di Brera nel 1995. Giungiamo alla Corte del Borghesan, dove ci accoglie un grande cavallo a dondolo di ferro firmato Turina che occupa lo spazio di una vetrina, mentre vicino all’entrata osserviamo sospeso un lavoro di Bertaglia realizzato in carta incollata su legno, sul cui retro vi è un’altra opera, visibile dall’interno. 
Entriamo: il bianco fa da colore principe nello spazio, il soffitto ligneo e le pareti candide accolgono il visitatore in questo elegante white cube. La mostra è intitolata “Nest, come “nido” nascita, luogo. origine e spazio” si legge nell’introduzione di Martina Corbetta nel catalogo e, a seguire, i testi di Arianna Beretta, e Chiara Serri. Il “sottotesto”, per dirlo alla Stanislavskij, è quindi il ricordo, l’infanzia, l’origine. Il tema, intimo e profondo, è sviluppato tramite l’uso della pittura per Bertaglia e scultura per Turina, sino a congiungersi in una poetica affine. 
Si percepisce immediatamente che la mostra è bipartita: i lavori si prestano a un interessante confronto parallelo e non a un’unione, a una mescolanza. “Antitetici nella forma, ma affini nei contenuti” rispecchiano l’iter creativo di entrambe. 
Elisa Bertaglia, Dalla serie Driftwood, 2015. Oil, charcoal and graphite on paper, 100x69 cm
La parte dedicata alla pittrice vede, oltre alle due opere di grandi dimensioni in vetrina appartenenti alla serie Driftwood (2015), quattro lavori in carta su legno realizzati nello stesso stile sulla parete di fronte all’entrata, e tredici piccoli quadri della serie Bluebirds (2015). Entrambe sviluppano il tema della natura, sotto forma di animali – cani, volatili e serpi – o di paesaggi – a tratti accoglienti, a tratti angusti – senza ricorrere mai alla mimesi, rimanendo come all’interno di una visione onirica, suggerita anche dall’unione di toni pastello e di cromie scure. Inoltre sono presenti in tutti questi lavori, quasi metaforicamente, la figura, senza volto e senza tempo, dell’infanzia. Studiando la superficie degli olii, si ha la sensazione di tuffarsi insieme a questi personaggi in un mare, da un dirupo o di addentrarsi, come piccoli Cappuccetto rosso, in quel misterioso bosco, specchio rovesciato del nostro sguardo. Sulla colonnina centrale allo spazio si trova il trittico Senza numero civico (2014), piccole sculture nere realizzate in ferro, raffiguranti delle casette da cui spuntano delle gambe, un efficace ossimoro visivo: la casa, infatti, è simbolo di stabilità e di stasi, mentre le gambe sono simbolo della mobilità del corpo, mezzo primario di spostamento e viaggio. Esprimono un forte desiderio di tornare a casa e al contempo di voler scappare dal proprio “nido”, appunto. 
Continuando a osservare la parte dedicata alla scultrice, vediamo l’installazione Home sweet home (2014): rocchetti e gabbiette sempre in ferro, rigorosamente di colore bianco o nero, contenenti simboli domestici e infantili – una culla, una sedia o un cavallo a dondolo – imprigionati e soffocanti al tempo stesso. Il rovesciamento di questa visione mignon si ha con Dondolo (2015), serie creata ad hoc per questa mostra, costituita proprio da due grandi cavalli a dondolo, rigorosamente in ferro, che disvelano in maniera ancora più evidente la visione contrastata e ambigua rivolta al passato e al percorso di crescita, quando tutto sembra troppo grande per essere affrontato e al contempo così bello. Uno sguardo volto all’indietro che mostra, tramite la durezza del materiale, la fragilità di un argomento così complesso. In maniera differente e delicata al tempo stesso, sia con Bertaglia sia con Turina si ha la sensazione di poter cogliere la bellezza dell’inconscio freudiano, contrastato e creativo, sottile e profondo, reso affascinante e incisivo proprio da questa duplicità. 
Micol Balaban
Dal 10 aprile 2015 al 3 giugno 2015
Elisa Bertaglia e Anna Turina, Nest
Martina’s Gallery,
Corso del Popolo, 56, Corte del Borghesan, Seregno (MB)
Orari: mercoledì-giovedì-venerdì 10-13; 15-17.30; altri giorni e orari su appuntamento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui