04 agosto 2016

Fino all’8.VIII.2016 La Forma della città Eduardo Secci contemporary, Firenze

 

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La galleria Eduardo Secci ospita “La forma della città”, esposizione collettiva a cura di Pietro Gaglianò, che propone una visione eterogenea dello spazio urbano quale luogo in cui si incrociano e si scontrano memorie personali, geometrie variabili, esercizi di potere e paesaggi in movimento. 
Come sostenuto da Pier Paolo Pasolini nell’omonimo video registrato nel 1973 (e che ricopre il ruolo di indizio iniziale al progetto), la città è un organismo vivente soggetto allo scorrere del tempo destinato a subire la corrosione delle sue dinamiche sociali, ad abbandonarsi ai nuovi profili moderni. 
Centro Abitato di Marco Neri apre la mostra presentando la visione esistenziale di un palazzo, rappresentato da 36 dipinti ritraenti le finestre dell’edificio, differenziate dalle varie altezze delle serrande. Aperture sul mondo ma dalla “prospettiva rovesciata”, permettono all’occhio esterno di entrare nel cuore essenziale dello spazio privato e percepire nello stesso istante quanto siano complessi i piani del vivere umano. Un dialogo tra interno ed esterno come frutto di variazioni di memoria musicale che ritorna in Retaggio urbano, profilo di città costituito da una combinazione di tele dipinte come edifici, cui è affidato il ruolo di dare aria ad un’idea di bellezza che risiede ovunque.
Un punto di vista differente è espresso nella serie di disegni Untitled di Margherita Moscardini che descrive la dimensione pubblica della piazza vero contenitore dinamico di rivolte popolari infuocate da rivendicazioni politiche. Ispirati alle immagini delle dimostrazioni avvenute in Turchia negli ultimi anni, i disegni sono allestiti in diversi spazi della galleria ad accompagnare lo sviluppo della mostra, per suggerire la dimensione collettiva dell’umanità che nella città trova la sua fucina ideale.
Trasfigurata in costruzioni architettoniche inventate, la città emerge in Rêverie di Elena El Asmar in cui memoria e realtà si fondono completamente in un disegno che trapassa continuamente da una dimensione all’altra. La finestra del suo studio diviene traccia di un percorso che conduce alla creazione dei due arazzi esposti, che rappresentano due modi di rileggere un paesaggio familiare. Il fondamento architettonico ritorna in Il tempio, trifoglio, città fortezza da Pietro Cataneo con proiezione del giardino di Michele Guido che delinea una moderna e tridimensionale visione della città ideale ponendosi in stretto dialogo con le elaborazioni dei secoli passati. I principi del suo agire risiedono però nella combinazione di elementi naturali e artificiali e nel riconoscimento di un fondamento geometrico comune.
Giuseppe_Stampone, Tentativo fallito di una pittura utopistica, 2016, particolare. Courtesy Eduardo Secci contemporary
Si costituisce invece sul rapporto con la realtà odierno l’immaginario sviluppato da Luca Pancrazzi, che affida all’opera Vedere il compito di attrarre il visitatore in un percorso effettivo, per cui si rende necessario rivivere il senso del camminamento dello spazio urbano. Composta da quattro specchi in successione, l’opera scardina l’idea di delimitazione tipica del giardino facendoci entrare in una porzione di città privata. Lo stile urbano riecheggia nella fotografia Higgs ocean #5 di Andrea Galvani, ambientata in uno spiazzo di New York, il cui protagonista assoluto è l’automobile. L’energia solare immagazzinata durante la giornata riaffiora nella buia notte, come negativo dell’ombra giornaliera, che riproduce brani inediti delle auto e una visione della città a tratti spettrale.
Diversamente Giuseppe Stampone costruisce il suo Tentativo fallito di una pittura utopistica per dichiarare la responsabilità dell’artista. Sulle tele e nelle proiezioni, brani di vita privata si uniscono al simbolo mainstream della Paramount creando un cortocircuito tra privato e pubblico, accentuato dalla scelta di rendere visibile solo il retro delle opere pittoriche. Una decostruzione sapiente che coincide con una visione della storia e della vita fortemente politica e che trova corrispondenza nella citazione del Cristo della Resurrezione di Piero della Francesca e del manifesto di Salò di P.P.P. L’artista si impegna a rompere la costruzione egemonica della società, a mostrare la fragilità delle vite private, mentre nel wallpaper With love di Moscardini prosegue l’analisi delle dinamiche rivoluzionarie che, attraverso il forte impatto visivo trasmettono la forza e la violenza della città che si trasforma di sovente in uno scenario di guerra.
Alessandra Franetovich
Dal 9 giugno all’8 agosto
La Forma della città
Eduardo Secci contemporary
Piazza Goldoni, Firenze
orari: lunedì-sabato: 10:00-13:00/ 14:30/ 19:00
Info: (+39) 055 661356; gallery@eduardosecci.com

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