07 maggio 2011

Il premio Ettore Fico valorizza la giovane arte

 
La terza edizione del Premio Fico vede l’artista Luca Trevisani come vincitore assoluto. Una Fondazione che premia l’arte emergente e linguaggi sempre più innovativi nell’ambito della Fiera “romana” per eccellenza…

di

Come giudichi l’interesse del Premio Ettore Fico nei confronti della giovane arte?

    Tutti i premi italiani sono indistintamente importanti perché fanno sì che il lavoro di un artista emergente venga preso in considerazione.

Parlaci dell’opera premiata per la sua originalità e innovazione…

    E’ un lavoro  iniziato l’anno scorso e che al momento non ha una fine delineata. Questo nasce da immagini che ottengo costruendo delle esche da pesca, originarie della tradizione Russa, e rivisitate in modo del tutto immaginario. Il mio percorso inizia da questo processo e ha come fine quello di ottenere forme immaginifiche.

L’interesse italiano nei confronti di pratiche innovative, in grado di approdare ad un pubblico internazionale, pensi rappresenti un eccezione o sostieni che questo sia un fenomeno in crescita? 

Credo che gli artisti Italiani non siano più o meno importanti rispetto ad artisti provenienti da altri luoghi, anzi, posseggono caratteristiche ben precise. E’ importante raggiungere livelli di qualità sempre più alti e lo stesso vale per la creazione di un forte dibattito, senza il quale sarebbe impossibile  focalizzare l’attenzione su determinate ricerche artistiche le quali altrimenti rimarrebbero all’oscuro.

Road to Contemporary, Roma - allestimento
Molto spesso l’arte Italiana è riconosciuta all’estero come provinciale e sin troppo legata a una tradizione ben salda. 

Quello che mi hai appena detto sembrerebbe però smentire questa “credenza”…..

    Occorre distinguere la cosiddetta forza della Provincia dal Provincialismo, sono due cose molto diverse. Io penso che l’autonomia dell’artista nel mettere in atto la sua poetica si traduca in forza per un intero centro culturale. 

    È frequente associare l’idea di Innovazione a luoghi distanti dai nostri e questo risulta essere strettamente collegato al concetto di “centro culturale”. Cosa è per te un “centro culturale”?

    A tal proposito mi viene di nuovo  in mente la Provincia Italiana dalla quale penso provenga la vera forza dell’identità Italiana. E’proprio da lì che sono maturate nel tempo le  idee più originali ed innovative. Per essere un importante centro culturale occorrono delle precise caratteristiche: curiosità e capacità di poter mantenere uno sguardo autonomo e personale.

La sede del MACRO a Roma ospita Road to Contemporary

Quali sono ad oggi, secondo te, i centri culturali maggiormente       promossi e supportati?

 Questo non lo so. Sono solo convinto del fatto che più un fenomeno è inaspettato più esso diventa

importante, anche a distanza di tempo. Il segreto per rimanere liberi, e costruirsi un’identità culturale,

è quella di non fare ciò che gli altri si aspettano che tu faccia e questo vale per l’artista, ma anche per i critici e curatori.

martina colajanni

intervista effettuata il 6 Maggio 2011

[exibart]

2 Commenti

  1. Direi che sono d’accordo. Forse la sfida è riuscire a passare dalle parole ai fatti. In italia vige un sistema oligarchico (di pochi) che gestisce le scelte senza avere un vero pubblico interessato ed appassionato che possa verificare e dibattere su tali scelte. Non ci sono luoghi di confronto, benchè meno critico, in quanto tutti sono potenzialmente collegati con tutti (e quindi si tende ad un compiacimento generale che diventa masochismo). Le scelte e le direzioni del “migliore” sistema italiano a cui fa riferimento Trevisani, ma anche il suo selezionatore Bruciati, tendono a scimmiottare i trend internazionali, che già di per sè sono affaticati e logori. La poca strutturazione del sistema italia invece spingerebbe ad osare, ad innovare, proprio perchè c’è poco da perdere. Quindi si dice PROVINCIA PROVINCIA, ma poi si ha in testa, come riferimento, solo un vago trend internazionale.

    Ho proposto un evento anche collaterale,anche OFF OFF ad Angela Vettese per il suo Festival di Faenza e non ho ricevuto riscontri concreti. Tutto deve essere profondamente istituzionale e controllato, contravvenendo ad uno dei principi cardine del contemporaneo. E questo determina uno scollamento tra sistema e pubblico, tra sistema e realtà, tra sistema e Presente.

  2. – Il segreto per rimanere liberi, e costruirsi un’identità culturale, è quella di non fare ciò che gli altri si aspettano che tu faccia –

    il problema è quando nell’ansia patetisterica di non fare ciò che gli altri si aspettano che tu faccia fai delle gran stronzate . forse è tutta colpa di quello sguardo da giovane marmotta spaurita . un consiglio più idiota non si poteva sentire, grazie .

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