29 luglio 2013

La Prodigiosa Fontana dell’arte pubblica in pericolo

 
Nel piccolo centro di Nocera Umbra c'è una fontana, con un intervento quasi duchampiano di Jaume Plensa. Un monumento di tutti i cittadini che potrebbe avere i giorni contati, a causa di una ristrutturazione della piazza. Ma il “bene comune” non si tocca, e un gruppo di nocerini ha indetto una petizione, capitanata da Alessandro Frillici. Firmata da Jannis Kounellis, e che vedrà scendere in piazza anche Bruno Corà

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La nuova piazza Verdi de La Spezia, secondo il progetto Vannetti-Buren

Verrebbe da dire che l’attenzione per lo spazio pubblico in Italia è indecente. Siamo troppo perentori? Forse si, ma basta pensare ad alcuni esempi per rendersi conto quanto le piazze e le strade, i parchi e le opere d’arte, sul suolo del Belpaese siano lasciati spesso andare a “quel paese”. 
Ultimo esempio, in ordine di tempo, la riqualificazione di piazza Verdi a La Spezia, dove un gruppo di cittadini, aizzati anche da Vittorio Sgarbi, rifiuta il remake firmato e approvato dallo studio d’architettura Vannetti e Daniel Buren: distruggerebbe il verde della piazza, una dozzina di pini marittimi in quello che ora è un grande parco auto. Eppure sul progetto vi è una pedonalizzazione, una maggiore piantumazione e anche la presenza, non indifferente, di un artista internazionale a ridisegnare uno scorcio di città. A scagliarsi contro l’immobilismo e l’idiosincrasia al cambiamento, in una petizione online, c’è stato anche Alessandro Mendini, che ha scritto sul caso: «Ho creduto in questo concorso davvero pulito, intelligente, valido, onesto e attuale, per rinnovare una piazza vittima del traffico e in totale disfacimento. Invece no. Vedo ora tutto rimesso in discussione. La Soprintendenza si rimangia il proprio assenso, il Ministro svolge una scorretta interferenza, Vittorio Sgarbi spara raffiche isteriche, approssimative e sbagliate su un tema che gli è sconosciuto. E poi gruppetti di cittadini retrodatati istigati a negare un lavoro lungo, meticoloso e molto pensato. Complimenti a tutti. Ma che tristezza. O meglio che squallore».
la -Prodigiosa Fontana Individuale- oggi

Perché questa premessa al veleno? Per raccontarvi ora un’altra storia, quella della Prodigiosa Fontana Individuale di Jaume Plensa. Proprio lui, quello che un paio di anni fa è stato tra gli artisti ad esporre al Madison Square Park di New York, con il Public Art Fund, che durante lo scorso settembre è volato a Rio De Janeiro per il primo festival d’arte pubblica della città, e che Cremona ha scelto come autore per una scultura all’esterno del suo Museo del Violino. Nella piazza di un piccolo paese dell’Umbria, Nocera. in occasione della “Miccia” culturale innescata nel 1993 da Bruno Corà, Plensa realizzò un intervento su una fontana che ora pare avere il destino segnato. Segnato da anni di incuria, che l’hanno ridotta a una sorta di piccolo basamento di cemento annerito, e che ora l’Amministrazione Comunale, in occasione di alcuni lavori di rifacimento della piazza, vorrebbe togliere di mezzo. Per sostituirla con una nuova “fontana moderna”. 
In occasione del suo invito a Nocera, Plensa agì su una fontana preesistente, realizzata da Giuliano Macchia, e la trasformò nella Prodigiosa Fontana Individuale. Un gesto duchampiano, che consistette nell’apporre al piccolo parallelepipedo tre scalini, ognuno con una targa di bronzo sull’alzata, messi per consentire un migliore accesso alla fonte. Tra l’altro pochi mesi dopo la “Miccia” del 1993, l’artista inaugurò un’opera simile, una fontana con lo stesso concetto, ad Halifax, presso la Henry Moore Foundation.
Inaugurazione della -Prodigiosa Fontana Individuale- alla Miccia, 1993, foto Giulio Micheli

Poca roba per l’Amministrazione Comunale di Nocera, che ha deciso che la Fontana non è un’opera d’arte da tutelare, aggiungendosi potenzialmente alle coda dei vari “smantellamenti”, di cui diversi esempi affollano il suolo italico: la distruzione di una scultura di Nagasawa a Ischia, un’opera di Vittorio Messina buttata a Gualdo Tadino per una sagra di paese, fino al Teatro di Burri a Milano, collocato negli anni ’70 alla Triennale e andato perduto. 
La fontana con i tre scalini di Plensa andrebbe “spostata”, ma come si può pensare di spostare un blocco di cemento che ha rappresentato anche per la piazza una serie di momenti vivi di attività e cultura? Chi difende l’arte in Italia? Chi può permettere che una giunta metta mano a quello che, diciamolo, è un patrimonio anche simbolico per una collettività? 
Se lo sono chiesti a Nocera, e anche noi abbiamo chiesto ad Alessandro Frillici, che oltre ad essere nocerino d.o.c., era presente alla “Miccia” del 1993: «era un periodo in cui si cercava di arricchire la città. Tra le diverse iniziative, con Bruno Corà, si pensò di realizzare una “miccia”. Il materiale detonante era il simbolo stesso di Nocera Umbra: l’acqua (Nocera da tempo si definisce la città delle acque. A Nocera c’è la sorgente del fiume Topino da cui parte l’acquedotto che disseta anche Perugia e la Fonte Angelica da cui sgorga l’acqua Alba, stazione termale documentata sin dall’antichità).
Jaume Plensa alla Miccia, 1993, foto Giulio Micheli  Manifesto per -Arte è ricchezza, che a tutti appartiene- 29 luglio 2013
Plensa disegnò un manifesto in bianco e nero con il quale si invitava la gente, il manifesto diceva: “Avviso. La Prodigiosa Fontana Individuale è vicina. Raggiungila!” Ed i nocerini accorsero partecipando alla performance. Si creò una sorta di “catena di montaggio” ove si assemblavano ed imbottigliavano delle fiaschette numerate, la cui etichetta era stata disegnata e firmata dallo stesso Plensa. Le fiaschette venivano sigillate con ceralacca per suggellare l’acqua “prodigiosa” che quel giorno vi era imbottigliata. Parte delle fiaschette furono distribuite ai partecipanti, un’altra parte fu trattenuta dal comune con l’impegno di distribuirle negli anni a venire (pare si siamo perdute).
Plensa intervenne sulla fontana che era al centro della piazza realizzando tre scalini che agevolavano l’accesso allo zampillo d’acqua per bere. Su questi scalini furono poste delle placche in bronzo con la dicitura PRODIGIOSA FONTANA INDIVIDUALE. Sull’altro lato della fontana venne posta una targa a memoria dell’evento recante i nomi degli artefici: Jaume Plensa, l’acquaiolo; Bruno Corà, il messaggero; Walter Ruggiti, il mago».
Poi quattro anni dopo il terremoto dell’Umbria, che distrusse Nocera, e dove nel nome della ricostruzione furono fatti molti scempi al paese: «sono state distrutte tutte le fontane che si trovavano nel parco comunale, le stesse mura urbiche sono state aggredite per “rinforzarle” col cemento: quando si deve ricostruire una città è più importante chiudere una buca sulla strada che ripulire una fontana, specie se d’arte contemporanea.  Amministrazione dopo amministrazione, cantiere dopo cantiere (il centro storico di Nocera è stato riaperto solo di recente e mezza città è ancora ingabbiata dalle impalcature), la polvere dell’oblio pareva aver spento la miccia accesa nel 1993, anche se qualcuno pensò bene di circondare la fontana con dei vasi di fiori stile terrazzo condominiale di periferia» ricorda Frillici.
Nell’ultimo anno arriva invece il progetto per la nuova Piazza Caprera: il comune riesce a recuperare fondi, vengono incaricati un gruppo di architetti di Perugia e, carta canta, dai rendering del nuovo progetto la fontana sparisce. Ed è così che Giovanni Frillici ha riacceso la miccia, allertando la stampa locale e sollevando una questione per cui il comune, lo scorso giugno, ha dimostrato di essere completamente sordo: per l’Amministrazione  di Nocera la fontana non è di Jaume Plensa, ma di Macchia, e non è un’opera d’arte. In più è incompatibile con il progetto della piazza e, altro attacco, alla popolazione non piace. 
Nocera Umbra

«L’unica concessione fatta a chi vorrebbe mantenere la fontana è di rimuoverla per trasferirla in una diversa giacitura, pare dietro la Torre Civica, ma diversi tecnici hanno affermato che ogni tentativo di rimozione della fontana, che è un unico monolite di cemento, ne comporterebbe lo sbriciolamento per la debole qualità con cui è stata realizzata».
Da qui l’innesco è stata una petizione online, a cui ha firmato anche Jannis Kounellis, che chiede di modificare il progetto di rifacimento della piazza mantenendo la preesistente Prodigiosa Fontana Individuale, ed anzi valorizzandola, perché essa, al di là dell’indiscutibile valore culturale, artistico e documentario, rappresenta una ricchezza per la città di Nocera: «Il fronte che difende la fontana sostiene che lo spostamento, considerata la particolare genesi dell’opera, ne menomerebbe fortemente la portata artistica e culturale, cancellando la memoria storica. Un simile sacrificio non appare bilanciato dall’interesse di voler mantenere un progetto che è viziato all’origine dal non aver considerato ciò che già esisteva. E che appartiene all’intera umanità».
Un concetto che verrà ribadito anche stasera, 29 luglio, dove i nocerini torneranno in Piazza Caprera di nuovo capitanati da Bruno Corà, con la manifestazione “Arte è ricchezza, che a tutti appartiene”. Saranno letti i nomi dei firmatari e tutti i commenti giunti. Per ripensare a quello che è giusto, e anche etico, non solo per una cittadinanza, ma anche per l’arte. Se volete aggiungervi ai sostenitori, tra i quali figura anche Kounellis, potete andare al link: http://firmiamo.it/prodigiosa-fontana-plensa

2 Commenti

  1. in effetti ero lì nei giorni scorsi per tutt’altro. se fosse rimosso, quell’obbrobrio, la piazza ne guadagnerebbe e basta

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