06 settembre 2004

resoconto Di un solo mare di tanti mari Molfetta (ba), Ospedale dei Crociati

 
Il mare soprattutto: culla, luogo, identità. Nei lavori di 25 artisti, italiani e stranieri, nello spazio suggestivo dell’Ospedale Crociato. Paesaggi, abitanti, contraddizioni, tra video, installazioni, fotografia, pittura. Per parlare del mare nostrum e non solo…

di

Non vi è luogo, quando si immagina il fascino della nostra Puglia, che non riporti al mare… così giustifica il titolo della mostra Di un solo mare di tanti mari, a cura di Lia De Venere, il presidente della Commissione Cultura Pietro Centrone, promuovendola in un progetto culturale a 360° che Molfetta porta avanti ormai da tempo.
Mettendo a segno una mostra accessibile a tutti, gradevole e ben curata, 25 artisti di differenti generazioni vi descrivono un mare che, come nella più normale delle ipotesi, si rileva amico e spesso vittima dell’insipienza umana.
È il caso delle stampe lambda dall’artista viaggiatore Stefano Cagol, dedicate all’inquinamento chimico o dei notturni drammatici, eppure estremamente affascinanti, fotografati nel porto industriale di Piombino dall’alchimista Francesco Carone o del “naufragio” antiecologico e grottesco del plastificato omino di Paolo Consorti.
La volontà della curatrice di estendere la panoramica fuori dai confini italiani, in voga in isabella gherardi un momento in cui il Mediterraneo pare essere il tema prediletto di molti eventi culturali, è evidente nella consistente selezione di artisti stranieri Elizabeth Aro (Argentina), Anila Rubiku (Albania), Ingrid Simon (Austria), Dubravka Vidovic (Croazia) dai quali traspare, rispetto ai colleghi italiani, un messaggio meno edulcorato, legato a tematiche di guerra ed emigrazione: su tutti il triste videogioco 3D di Gentian Shkurti (Albania) in cui, negli scontri tra clandestini e forze dell’ordine, si può scegliere da che parte stare.
Più vicino ad un sentire “nostrano” il video della francese Nordine Sajot: la spiaggia, vista come un grande televisore da telecomandare è emblema della moderna ingordigia di immagini; situazione meno stimolante rispetto all’ironico e provocatorio video da performances, messa in scena durante lo sgombero del Teatro Polivalente Occupato di Bologna, dalla “sirena” di città Simona Spaggiari .
Simona SpaggiariPeccato che la serie di ben sette video sia presentata in sequenza: alcune proiezioni penalizzano la fruizione di opere efficaci, specie i tediosi video di Valentina Loi , di Alessandra Andrini o di Stefano Scheda .
La corposa mostra rende anche omaggio agli artisti di casa, i molfettesi Ignazio Gadaleta,Gaetano Grillo,Paolo Lunanova, propone emergenti come Marta Valenti, Isabella Gherardi e Laura Palmieri, artisti d’impianto piacevolmente classico come Giuseppe Restano, Marco Porta , Rossella Petronelli , ma soprattutto merita di essere visitata per due opere di estrema raffinatezza: l’orizzonte sovrastato da una miriade di nubi regolari, protagonista del meticoloso b/n tracciato a grafite da Jolanda Spagno e la leggera installazione di Nicola Bolla di una coppia di meduse – eleganti ed infide regine del mare – in vetro soffiato, dal gusto minimale.

giusy caroppo
vista il 12 agosto 2004


Di un solo mare di tanti mari
Molfetta (ba),Ospedale dei Crociati, via Bisceglie
A cura di Lia De Venere
Ingresso libero, tutti i giorni dalle 18.00 alle 22.00.
Ufficio Relazioni con il Pubblico del Comune di Molfetta: tel.080 3349052
Centro Culturale Il Punto – Molfetta: tel.080 3976093
Info: ass.ilpunto@katamail.com
Catalogo a cura di Lia De Venere; schede degli artisti a cura di Gaetano Centrone
Patrocini: Regione Puglia, Provincia di Bari, Camera di Commercio di Bari, Città di Molfetta
Contributi all’organizzazione Centro Culturale d’Arte Il Punto, Banca Cattolica


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