01 novembre 2018

Torino on fair/ Che sound Artissima!

 
Quattro chiacchiere con la direttrice Ilaria Bonacossa, alla scoperta della mitica fiera torinese nel giorno del suo opening

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Dalla partnership con la Juve alla collaborazione con COMBO e Treccani, fino alla nuova sezione dedicata alle opere “sonore” che arrivano alle OGR, viaggio tra gli stand e non solo. Dal 2002 a oggi, spiegando come Artissima ha potenziato i servizi che può offrire ai partner che desiderano entrare nel mondo dell’arte o consolidare il proprio posizionamento in modo credibile, la parola a Ilaria Bonacossa
Oggi ne sei direttrice. Ma torniamo indietro, quando vivevi Artissima da visitatrice. Cosa e quanto di ciò che sognavi all’epoca sei riuscita a concretizzare in questo secondo mandato?
«Torniamo indietro. Ho visitato la mia prima Artissima nel 2002 a Torino Esposizioni, lo straordinario padiglione di Nervi perfetto per ospitare un evento come il nostro. Era l’anno in cui stavo per trasferirmi a Torino come curatrice alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e, se posso confessarlo, è stata la prima fiera d’arte contemporanea che ho visitato (in quegli anni si viaggiava per il mondo seguendo principalmente le biennali, meno le fiere). Da giovane curatrice giravo per Artissima alla ricerca di artisti a me ancora sconosciuti il cui talento mi appassionasse, nel tentativo di intravedere qualche filone tematico o formale che valesse la pena approfondire. Io credo ancora nella magia dell’arte e Artissima riunisce le gallerie che sostengono gli artisti per raccontare idee e visioni del futuro e non solo per vendere beni rifugio. Grazie alla visione dei curatori delle diverse sezioni e al lavoro del team della fiera siamo riusciti a portare a Torino quell’atmosfera di irriverenza sperimentale che mi ha sempre emozionato!».
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VOID Bruit Blanc, 2015 Resid discs, wood, PVC cones, DC motors Ambient dimensions Courtesy the artist and Massimodeluca Gallery, Mestre-Venezia Photo: Murat Germen

Quest’anno apri dichiaratamente alle famiglie con Artissima junior. Com’è nata l’idea, e quanto ritieni che anche in un contesto fieristico sia doveroso educare all’arte contemporanea partendo dai più piccoli?
«Impara l’arte e mettila da parte! Offrire ai bambini, grazie alla partnership con Juventus, la possibilità di partecipare al processo creativo, lavorando con un’artista come Alek O., serve a scardinare i preconcetti sull’arte contemporanea e permette di sperimentare in prima persona il lavoro di squadra e la progettualità creativa necessaria alla nascita di una grande installazione ambientale. Inoltre credo che l’esperienza vissuta dai bambini possa contagiare o portare sempre più genitori ad aprirsi al contemporaneo. Grazie a ZonArte, con cui la fiera collabora da numerosi anni, vogliamo offrire la possibilità ai partecipanti di aprirsi a un pensiero trasversale che aiuterà a farne adulti indipendenti e aperti alle diversità».
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TRIS VONNA-MICHELL Film still from Registers, 2017 Courtesy the artist and Francisco Fino Gallery
La tua Artissima non balla da sola, punto fermo del 2018 sono infatti le partnership in crescita. Da COMBO a Treccani, quali criteri hai seguito per ampliare la scuderia?
«Nel corso degli anni, Artissima ha potenziato i servizi che può offrire ai partner che desiderano entrare nel mondo dell’arte o consolidare il proprio posizionamento in modo credibile. Grazie alle diverse professionalità del proprio team e alla conoscenza delle dinamiche del mondo dell’arte contemporanea, Artissima è in grado di costruire, produrre e promuovere progetti ad hoc per i propri partner con contenuti importanti per il programma della fiera stessa. La collaborazione con Combo ad esempio nasce dalla volontà di attivare modelli educativi sperimentali (“Artissima Experimental Academy”) capaci di portare giovani talenti in fiera e attivare forme innovative e impreviste di factory artistica in linea con il loro modello innovativo di produzione culturale e di ospitalità. Il primo appuntamento dell’Academy ruota intorno alla musica con il progetto DAF Struttura curato da Zasha Colah e composto da Jan St Werner, uno dei fondatori della band Mouse on Mars. Con Treccani, fucina della cultura italiana, portiamo il modello del sapere enciclopedico a materializzarsi attraverso una serie di edizioni create insieme ad artisti italiani di diverse generazioni. Un progetto che nasce dalla volontà condivisa di offrire a un pubblico più vasto la possibilità di collezionare arte contemporanea. Tirando le somme ritengo quindi che, sia con i partner storici e riconfermati (come il nostro main partner UniCredit o i partner illycaffè e FCA) che con gli ultimi entrati (Juventus, Moleskine, Professional Trust Company oltre a Combo e Treccani che abbiamo già citato), sia la condivisione degli stessi obiettivi e valori a dar vita a progetti di successo per entrambe le parti».
Ed alla fine parte lo stacco pubblicitario: accorrete ad Artissima perché…. Qual’è per Ilaria Bonacossa la novità più rappresentativa della venticinquesima edizione?
«Difficile scegliere… se lo scorso anno abbiamo lanciato la sezione “Disegni” che è stata un successo di pubblico e di vendite, nel 2018 la mia scommessa è ancora più ardita. Con “Sound”, la nuova sezione della fiera che alle OGR presenterà 16 installazioni sonore immersive, sconvolgenti e poetiche, speriamo di vincere la scommessa dimostrando che dopo 25 anni ad Artissima si vende anche il suono».
Andrea Rossetti

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