23 marzo 2023

Nuove scoperte nell’antica Pompei: si amplia lo scavo di Civita Giuliana

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Dal sito archeologico di Civita Giuliana, suburbio dell’antica Pompei sottratto agli scavi clandestini, emergono nuovi reperti che fanno luce sulle attività quotidiane

Continuano a emergere altri reperti e nuove scoperte dallo scavo di Civita Giuliana, situato nella zona a nord di Pompei e parte del popolato suburbio dell’antica città, sviluppato all’esterno delle mura perimetrali. Nei mesi scorsi, furono ritrovati un carro cerimoniale decorato con rilievi d’argento, una stalla con un sauro bardato, due vittime dell’eruzione di cui sono stati eseguiti i calchi, una stanza dove abitavano tre schiavi, forse una piccola famiglia. E in questi giorni, gli archeologi hanno ritrovato altri oggetti che contribuiranno a delineare con maggior precisione aspetti della vita quotidiana degli antichi abitanti dell’area, devastata dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

La ricchezza dei ritrovamenti è ancora più significativa, considerando che il sito è stato sottratto a un’annosa attività di depredamento, perpetrata da scavatori clandestini. Il protocollo d’intesa fu siglato, nel 2019, dall’allora direttore del Parco Archeologico di Pompei, Massimo Osanna, ora Direttore generale Musei, e dal Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Pierpaolo Filippelli. L’accordo, rinnovato nel 2021 dal Direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel e dal Procuratore Nunzio Fragliasso, prevede sforzi congiunti per contrastare gli scavi clandestini nei dintorni di Pompei e per indagare e valorizzare scientificamente i siti sottratti ai tombaroli, grazie anche al supporto del Nucleo Tutela patrimonio culturale Campania e del Nucleo investigativo Torre Annunziata dell’Arma dei Carabinieri.

Tra i reperti emersi in questi giorni, stoviglie e coppe in ceramica comune e da fuoco, trovati in posizione capovolta lungo le pareti di un ambiente che faceva parte dei quartieri servili di un vasto complesso residenziale. Si presuppone che i vasi fossero in situ, all’epoca della fase finale dell’eruzione del Vesuvio che sommerse le antiche città di Pompei, Ecolano, Stabiae e Oplontis. Tra i ritrovamenti più stupefacenti dei mesi scorsi, un cavallo integro, fortunatamente non danneggiato dalle attività dei tombaroli, con l’apparato scheletrico completo in connessione, bardato con morso e briglie in ferro e sull’osso occipitale. Si tratta di un ulteriore dato che conferma come l’indagine stratigrafica di un complesso, per anni oggetto di scavi clandestini, riesca ad arricchire la nostra conoscenza di aspetti della vita quotidiana poco documentati nelle fonti scritte, grazie allo straordinario stato di conservazione riscontrato qui come in altri siti vesuviani.

Il ritrovamento è avvenuto nei pressi di una strada moderna che attraversa la Villa e che è stato necessario chiudere, non solo per consentire l’indagine delle strutture antiche al di sotto della carreggiata, ma anche perché una estesa rete di cunicoli, realizzati dai tombaroli seguendo le pareti perimetrali degli ambienti, ha finito per minare il terreno, rendendo necessaria una tempestiva messa in sicurezza dell’area. Gli stessi cunicoli clandestini hanno anche provocato brecce nei muri antichi, danneggiato gli intonaci, distrutto parte dei muri.

«Queste scoperte confermano l’importanza di ampliare ancora l’area di scavo», ha dichiarato il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel. «Per questo vorrei ringraziare la Procura, con la quale coordiniamo il proseguimento delle ricerche, e anche il Comune di Pompei che ha reso possibile l’ampliamento dello scavo interrompendo il traffico in un breve tratto stradale. Siamo certi che i risultati, in termini scientifici ma anche turistici, giustificheranno qualche piccolo disagio che l’intervento può provocare per il traffico in questo periodo. Lavoriamo affinché il sito di Civita Giuliana possa entrare a pieno titolo nei circuiti di visita del sistema Pompei, come anche le ville di Boscoreale, Oplontis-Torre Annunziata e Castellamare di Stabia».

 

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