15 gennaio 2024

Parco Archeologico di Paestum, ritrovati due antichi templi dorici

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Il ritrovamento di due templi in stile dorico nel Parco Archeologico di Paestum, a poche centinaia di metri dal mare, permetterà di fare ulteriore luce sullo sviluppo architettonico della Magna Grecia

Due templi greci in stile dorico sono stati scoperti nella zona occidentale dell’antica città di Poseidonia Paestum, a ridosso della cinta muraria e poche centinaia di metri dal mare, dove era già in corso una campagna di scavo stratigrafico. La scoperta consentirà di fare luce sulle origini e sullo sviluppo urbanistico della polis magnogreca, fornendo dati cruciali per comprendere l’evoluzione dell’architettura nell’area e in tutta la Magna Grecia.

«Questi eccezionali rinvenimenti, che aggiungono nuovi fondamentali tasselli alla ricostruzione della storia arcaica della colonia magnogreca di Poseidonia, documentano le molteplici fasi costruttive di un santuario situato in una zona liminare, in prossimità della costa da cui i coloni stessi erano giunti alcuni decenni prima, ed edificato in epoca arcaica prima ancora che la città fosse dotata di un circuito difensivo», ha spiegato il Direttore del Parco Archeologico di Paestum e Velia, Tiziana D’Angelo. «Si tratta di un cantiere di scavo complesso che necessita della collaborazione di archeologi, restauratori, ingegneri, architetti e geologi. A breve le attività di scavo saranno concluse e siamo già al lavoro per creare un nuovo percorso di fruizione che renda questo importante santuario accessibile al pubblico»

Già intercettato nel giugno del 2019 e indagato a partire da settembre del 2022, il primo tempio si può datare intorno ai primi decenni del V secolo avanti Cristo ma dalle indagini svolte nelle ultime settimane la sua storia sembra tuttavia essere ancora più antica. In ogni caso, a oggi, costituisce un unicum dell’architettura templare di ordine dorico. Il tempio misura 11.60×7.60 metri e presenta una peristasi di 4 x 6 colonne. È conservato nelle porzioni dello stilobate, il basamento delle colonne, e del crepidoma, i gradini dove veniva costruito il tempio.

«All’interno della struttura templare, al di sotto della peristasi, sono stati reimpiegati, probabilmente a scopo rituale, 14 capitelli dorici frammentari e altri materiali architettonici. I capitelli sono di dimensioni analoghe a quelli del tempietto finora esplorato. La tipologia è, invece, differente e confrontabile con quella dei capitelli del tempio di Hera I cosiddetto “Basilica”, il più antico dei tre templi maggiori di Paestum», spiegano dal Ministero della Cultura. «Questi ultimi eccezionali rinvenimenti dimostrano che siamo di fronte a un altro tempio, di modeste dimensioni ma con caratteristiche architettoniche simili a quelle dei primi grandi templi pestani e da datarsi al VI secolo a.C.  Per motivi ancora da accertare, forse un crollo, all’inizio del secolo successivo questa struttura è stata sostituita, nella medesima area, da un nuovo tempio».

La portata della scoperta non si limita all’architettura e alla storia del santuario ma amplia notevolmente la conoscenza dell’impianto urbanistico della città. Alle spalle del tempio è stato smontato il crollo del paramento interno delle mura di cinta della città antica che aveva investito il tempio causandone un crollo parziale. Al di sotto di tale crollo è stato individuato il tracciato di una strada battuta, che corre parallela al tempio e ha, invece, un orientamento diverso rispetto alle mura. Il rinvenimento documenta che alla fine del VI secolo a.C., quando il tempio più antico fu eretto, la città di Poseidonia non era ancora dotata di mura difensive.

In un periodo di forte crescita e monumentalizzazione della polis, i coloni di Poseidonia edificarono un santuario in un luogo strategico, a protezione dello spazio urbano e visibile direttamente dal mare. L’importanza di questo spazio sacro è confermata dalle sue complesse fasi edilizie, che vedono la costruzione di ben due templi dorici, e dalla sua lunga e ininterrotta frequentazione, che per oltre mezzo millennio segna una fondamentale continuità di culto attraverso l’epoca greco-lucana e quella romana.

«Le recenti scoperte confermano quanto a Paestum ci sia ancora molto da fare sul fronte degli scavi, della ricerca e anche sul piano della valorizzazione», ha commentato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. «Nelle prossime settimane sarò di nuovo a Paestum per sottolineare il valore dell’intervento di riqualificazione, da 20 milioni di euro, nell’ex stabilimento della Cirio. Nei mesi scorsi mi sono recato anche a Velia per inaugurare la mostra Elea: la rinascita e garantire un primo stanziamento di risorse per iniziare a realizzare il museo»

«I nuovi scavi pestani sono l’ennesima dimostrazione di come lo studio e la ricerca siano assi portanti nella gestione del patrimonio culturale e strumenti fondamentali delle funzioni di tutela e di valorizzazione che lo Stato è chiamato ad espletare, in un’ottica quanto più ampiamente sinergica tra le varie professionalità coinvolte a diverso titolo nelle investigazioni archeologiche», ha sottolineato il Direttore generale Musei, Massimo Osanna.

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