07 dicembre 2020

Grandi architetture cinesi: ecco il nuovo museo di Storia Naturale di Shenzhen

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La Cina continua a commissionare grandi architetture: la città di Shenzen avrà il suo nuovo Museo di Storia Naturale, costruito su progetto avveniristico di 3XN, B+H Architects e Zhubo Design

Il progetto del nuovo museo di Storia Naturale a Shenzhen è frutto dell’unione di tre studi di architettura: 3XN (Danimarca), B +H Architects (Canada) e Zhubo Design (Cina), vincitori del concorso internazionale per cui sono arrivate più di settanta proposte da tutto il mondo. Con varie sedi operative sparse in diversi continenti, i membri della squadra vincente condividono una visione dell’architettura rispettosa del contesto naturale e un’attenzione alla sostenibilità e al design. Una volta realizzato, il museo sarà una delle “Dieci strutture culturali della Nuova Era”: «un museo di scienze naturali di livello mondiale dedicato all’interpretazione delle leggi dell’evoluzione naturale, mostrando le geografie di Shenzhen e la sua ecologia in una prospettiva globale, e sostenendo attivamente la scienza».

Questo approccio si rispecchia in Delta: la struttura pensata per il museo di Shenzhen che sarà costruita nel distretto di Pingshan e che si rifà proprio al delta di un fiume. Questa scelta è stata oggetto dei commenti – positivi – dei giudici del concorso internazionale, tra questi il celebre architetto australiano Philip Cox: «Il concetto di “Delta” è davvero creativo. La parete esterna costantemente in pendenza insieme al tetto-paesaggio crea un volume continuo e un’esperienza spaziale». Il museo prenderà forma dal delta del fiume che attraversa il distretto di Pingshan e ne sembrerà un continuo, riprendendone le forme e invitando i visitatori a passeggiare sul tetto ricoperto di verde.

L’elemento dell’acqua ha giocato un ruolo importante nell’ideazione della proposta di 3XN, B+H Architects e Zhubo Design. L’ha notato Yvonne Farrell, altro membro della giuria e vincitrice, insieme a Shelley McNamara, del Premio Pritzker 2020, oltre che curatrice della Biennale d’Architettura di Venezia del 2018: «Questo edificio cattura l’atmosfera unica di un luogo sul lungofiume e scopre la proprietà senza tempo dell’acqua come un concetto». La struttura sarà ricoperta da una membrana chiara che permetterà agli spazi interni di accogliere la luce naturale. Con un finanziamento di centinaia di milioni di euro, l’intero progetto si svilupperà su una superficie di 100mila metri quadrati e sarà un nuovo polo culturale per abitanti e turisti.

Punto di raccordo tra Honk Kong e il resto del territorio cinese sudorientale, Shenzen si presenta oggi come una metropoli moderna che ospita milioni di abitanti e che ha costruito la sua ricchezza grazie allo sviluppatissimo settore della tecnologia. Gli edifici destinati al commercio e all’economia sono davvero numerosi, allo stesso tempo, però, mancano luoghi di interesse storico e culturale e così l’amministrazione locale ha deciso di indire un bando internazionale, in accordo con le politiche del governo centrale.

Per coniugare tradizione e spirito contemporaneo, il gigante asiatico si muove anche nel settore della regolamentazione architettonica. Pochi mesi fa è stato infatti istituito il divieto formale di copycatting, pratica che in Cina – ma non solo – prevede la clonazione edilizia di strutture occidentali iconiche, come la riproduzione della Tour Eiffel di Hangzhou e la copia della Casa Bianca a Jiangsu.

In ambito culturale, la Cina ha commissionato la costruzione di imponenti architetture moderne che portano grandi firme: il Changsha Meixihu International Culture & Art Centre di Zaha Hadid, l’Ordos Art & City Museum di MAD Architets, studio che durante l’estate trascorsa ha presentato il progetto per la Shenzhen Bay Culture Park, e poi il primo Museo Nazionale Marittimo cinese a Tianjin, progetto di COX Architecture (Philip Cox). Questi sono solo alcuni degli esempi di splendidi edifici, realtà che però rischiano di diventare dei musei-fantasma in assenza di risorse umane che le rendano attive.

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