06 aprile 2024

Le trecce di Faustina: una mostra sull’arte delle capigliature storiche a Vicenza

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La sede di Gallerie d’Italia a Palazzo Leoni Montanari di Vicenza, presenta una singolare e approfondita mostra dedicata alle acconciature femminili dell’età classica

Alessandro Varotari, detto il Padovanino (Padova, 1588 - Venezia, 1649) La chioma di Berenice, ante 1649 Olio su tela, 150,5 x 117 cm Collezione Gallo Fine Art

Città dalla storia antica, Vicenza è conosciuta ovunque per l’elegante aspetto neoclassico conferito al suo centro dal geniale architetto Palladio (Andrea di Pietro della Gondola, 1508-1580) che lì si formò, grazie al mecenate Gian Giorgio Trissino. Padovano di origine, Palladio fu attivo soprattutto a Vicenza che, attraverso il suo lavoro, è stata inserita, tra il 1994 e il 1996, nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco. Qui si trova Palazzo Leoni Montanari, dimora barocca in cui è nato circa 25 anni fa il primo museo aperto dalle Gallerie d’Italia, braccio culturale e museale della Banca Intesa Sanpaolo, che, dopo tre anni di approfonditi studi, grazie a uno scrupoloso progetto curatoriale, presentano, fino al 7 aprile 2024, la mostra Le trecce di Faustina. Acconciature, donne e potere nel Rinascimento.

Originale, inedita e di notevole interesse, raffinatezza e attualità, nonché in linea con lo spirito che aleggia in questa affascinante città, la mostra presenta una settantina di opere (busti, monete antiche, medaglie moderne, dipinti, sculture, disegni e volumi a stampa) – organizzate in otto sezioni e provenienti da importanti musei e collezioni nazionali e internazionali – che indagano in questo ritorno all’antico il ruolo esercitato tra Quattrocento e Cinquecento dalle chiome delle figure femminili della classicità.

La capigliatura non ha solo finalità estetiche e seducenti, ma ha anche valore sociale, politico e identitario come ben evidenzia la raffigurazione di Faustina Maggiore, moglie dell’imperatore Antonino Pio, onorata in tutto l’impero, la quale si fa rappresentare con una elaborata acconciatura a trecce, simbolo della sua spiccata personalità e dei valori morali che incarna. Nasce il desiderio di imitare queste chiome estrose e stravaganti non solo nelle classi alte, nella fattispecie le donne le copiano spesso eccedendo nel lusso tanto da incorrere nelle leggi suntuarie e soprattutto nelle critiche dei primi apologeti e pensatori cristiani.

Giovanni Bellini (Venezia, 1430 circa-1516) Sacra Conversazione Renier (Madonna con il Bambino tra le sante Caterina d’Alessandria e Maddalena) 1488 circa Olio su tavola, 58 x 107 cm Venezia, Gallerie dell’Accademia ©G.A.VE – Archivio fotografico – “su concessione del Ministero della Cultura”

San Paolo ammonisce la donna esortandola a coprirsi i capelli attraenti, pericolosi, sensuali e come tali strumenti del diavolo, tale azione rappresenta un simbolo di sottomissione: pregiudizio tra i tanti trionfante anche nel Medio Evo fino al XX secolo se si pensa all’obbligo ancora in tale periodo da parte delle donne di coprirsi il capo con un velo all’ingresso in chiesa. Anche oggi, le acconciature femminili e maschili hanno un ruolo rilevante: in alcuni luoghi del mondo i capelli devono essere nascosti e si è puniti anche con la vita se mostrati acquisendo oltreché una valenza culturale anche politica che noi occidentali stigmatizziamo dopo avere praticato i medesimi atteggiamenti per secoli.

Arte romana Testa-ritratto femminile con acconciatura ispirata a Faustina Maggiore, 140-150 d.C. circa Bronzo fuso inciso a bulino, base in marmo rosso di Levanto, alt. 35 cm Firenze, Museo Archeologico Nazionale, inv. 1642 Su concessione del Museo Archeologico Nazionale di Firenze (Direzione regionale musei della Toscana)

Riprova del ruolo dei capelli nella vita degli uomini è l’antico mito della Chioma di Berenice di callimachea, catulliana e foscoliana memoria. Toccante e tenero il mito sul faraone Tolomeo Evergete III e sua moglie Berenice II, bellissima regina cirenaica fine nei lineamenti e dalla splendida chioma. Dopo le nozze, Tolomeo parte per una campagna militare in Siria e la leggiadra consorte fa voto di donare alla dea Afrodite Zefirite i propri preziosi capelli se garantisce allo sposo l’incolumità e la vittoria. Al ritorno di Tolomeo trionfante, Berenice offre la sua meravigliosa capigliatura raccolta in una lunga treccia alla dea ma il giorno successivo l’offerta è sparita. Per sedare il clima di sospetto creatosi e lo sdegno di Tolomeo, interviene Conone di Sarno, autorevole saggio dell’epoca nonché astronomo di corte, che forse per evitare ulteriori drammi porta la pace raccontando che il dono è stato tanto gradito dagli dei da trasportarlo in cielo e trasformarlo in una costellazione di tre stelle a forma di V con il nome di Chioma di Berenice (tra la costellazione della Vergine e quella di Boote) rappresentata da Alessandro Varotari, detto il Padovanino con fermagli brillanti come le stelle che la compongono. Callimaco nell’omonima elegia narra che è la treccia stessa, fiera dell’onore accordatole a raccontare quanto avvenuto, ma nello stesso tempo rattristata per avere perso le cure di Berenice tanto da volere quasi rinunciare al catasterismo (collocazione tra le stelle).

Arte romana Busto-ritratto di Faustina Minore, 161-170 d.C. circa Marmo bianco, alt. 70,9 cm, alt. testa 24,5 cm The Royal Collection / His Majesty King Charles III, inv. RCIN 1299 Royal Collection Trust / © His Majesty King Charles III 2023

Quando nel Rinascimento si riscopre Faustina Maggiore per la singolare e complicata acconciatura dei capelli raccolti in lunghe trecce che formano un “cesto” (“turbante” o “torre”), nasce una sorta di Faustinamania: lo scultore Lorenzo Ghiberti ne possiede una testa bronzea che ricorda in una figura della Porta del Paradiso del Battistero di Firenze e Giovanni Bellini, ispirandosi a monete romane del tempo dell’imperatrice, acconcia Santa Caterina di Alessandria, a sinistra della sua Sacra Conversazione, ornando la sua acconciatura anche di gioielli. Intrigante la presenza in mostra di due bellissimi busti marmorei di Faustina, uno dei quali di Andrea Mantegna che nel 1506 è costretto a vendere per 100 scudi a Isabella d’Este, appassionata d’arte e soprattutto di questa scultura; non si sa se fosse la Testa-ritratto di Faustina Maggiore (oggi nel Palazzo Ducale di Mantova) onorata nonostante la prematura scomparsa come “Diva Faustina” per le sue qualità morali fondamento della dinastia e madre di Faustina Minore oppure il Busto-ritratto di Faustina Minore che sposa Marco Aurelio cui dà più di dieci figli: la critica propende per questa ipotesi.

Arte romana Busto-ritratto di Faustina Minore, 161-170 d.C. circa Marmo bianco, alt. 70,9 cm, alt. testa 24,5 cm The Royal Collection / His Majesty King Charles III, inv. RCIN 1299 Royal Collection Trust / © His Majesty King Charles III 2023

Boccoli, trecce e altre fogge di splendide acconciature si ritrovano in terrecotte policrome, bronzi, marmi e monete: una fantasia creativa da far invidia ai più fantasiosi stilisti odierni! Al riguardo interessante l’area che permette di fare un salto indietro di circa due millenni per entrare nel quotidiano che serve a preparare accurate creazioni artistiche: pecten (pettine), speculum(specchio), discernicula (spilloni d’oro e d’argento per le più abbienti, di legno od osso per le altre donne) per dividere i capelli o fissare gli chignon, calamistri per arricciare i capelli non solo femminili, ma anche maschili: un mondo affascinante in cui entrare seguendo numerose testimonianze.

Il mondo romano che non ha smesso di affascinare prende sempre più importanza dal ‘300, ma è nel ‘400 che il recupero della ritrattistica antica fa sì che le chiome femminili si liberino dai segni di sottomissione per cui dai capelli raccolti spuntano man mano ciocche come nel Busto di giovane donna (della cerchia di Desiderio di Settignano) forse posta nella camera da letto di Lorenzo il Magnifico. Il graduale sciogliersi e ondeggiare delle chiome fino al trionfo dei capelli nella Venere di Botticelli segna una maggiore consapevolezza e presa di coscienza di una crescente libertà che tende a una progressiva “eroticizzazione” delle capigliature femminili ispirata anche dalle antiche rappresentazioni di Medusa con la chioma di mostruosi serpenti.

Andrea di Michele, detto il Verrocchio (Firenze, 1436 – Venezia, 1488) Un’eroina antica (Olimpiade?), 1461-1464 circa Marmo, bassorilievo, 48 x 31,50 x 8,50 cm Milano, Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco, inv. 1092 Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco – ©Comune di Milano/Ranzani

Non mancano in questa intrigante mostra testimonianze di capigliature maschili molto curate nel Rinascimento seguendo modelli classici quali capelli corti e ordinati come quelli di Giulio Cesare e Augusto, oppure ricci e abbinati con barba ispirati ai ritratti di Adriano e Antonino Pio come nel Rilievo con profilo virile e Rilievo con profilo femminile attribuiti a Vincenzo e Gian Domenico Gradi (zio e nipote). Nel ‘500, barba e capelli assumono un ruolo identitario: il fiorentino Anton Francesco Doni illustra le differenti fogge, inoltre una barba finta permette di cambiare identità…senza contare le singolari capacità erotiche che la pseudo medicina dell’epoca attribuisce alla barba. Si diversificano in questo periodo la figura dello speziale riservata alle classi più agiate e quella del barbiere destinata ai meno abbienti: un indiscreto chiacchierone nella cui bottega avvengono scambi di pettegolezzi e informazioni, tòpos che ha già radici nell’antichità a cominciare da Plutarco.

Desiderio da Settignano (cerchia di) (Settignano, 1428-1431 circa – Firenze, 1464) Busto di giovane donna, 1455 circa Marmo, alt. 47 cm Firenze, Museo Nazionale del Bargello, inv. Sculture 62 © Claudio Giusti

Affascinante la sezione riservata a Michelangelo e al suo interesse per le acconciature femminili all’antica, in questa sono contenuti riferimenti a Leonardo e alle sue elaborate pettinature come quelle per Leda.

Stupefacente la sezione dedicata ad alcune importanti protagoniste della moda rinascimentale con la teca che contiene il presunto ricciolo d’oro donato da Lucrezia Borgia al letterato veneziano Pietro Bembo e con altre testimonianze che dimostrano come le complicate capigliature all’antica con l’introduzione della “capigliara” – moda lanciata da Isabella d’Este non solo per questioni estetiche, ma anche per instaurare e consolidare rapporti con influenti personalità dell’epoca – siano predilette e diffuse nella vita di corte dove anche per i bambini vigono regole precise dettate dalla moda come in Ritratto della famiglia di Alfonso I Gonzaga, conte di Novallara e di sua moglie Vittoria di Pietro Facchetti: si parte dalle semplici code di cavallo per le bimbe più piccole per arrivare all’inserimento di trecce, fiori e gioielli per le più grandicelle. Anche il mondo più riservato delle cortigiane richiede acconciature seducenti e alla moda indipendentemente dalle pose in cui è rappresentato. Persino la Maddalena, prostituta pentita e quindi santa è spesso rappresentata con i lunghi capelli sciolti sul seno.

Nel 1803, quando Foscolo pubblica La chioma di Berenice, che in buona parte è un’esaltazione dei capelli nell’antichità, aggiunge alcuni versi, facendoli passare come una sua traduzione di antichi frammenti tra cui il terzo che inneggia alle splendide caratteristiche delle chiome quale elemento essenziale della bellezza femminile: questo frammento costituisce anche lo spunto per Le Grazie, poema che Foscolo dedica a Canova. La mostra termina omaggiando le teste ideali di Canova attraverso una coppia di gessi e un suo disegno con studi da antichi ritratti femminili tra cui compare di nuovo l’acconciatura di Faustina Maggiore: opere che preludono al neoclassicismo con cui ritornano in auge le antiche acconciature classiche.

Una mostra da delibare con calma per capire la storia.

Gallerie Italia - Le Trecce di Faustina, veduta della mostra, Vicenza, 2024
Gallerie Italia – Le Trecce di Faustina, veduta della mostra, Vicenza, 2024
Gallerie Italia - Le Trecce di Faustina, veduta della mostra, Vicenza, 2024
Gallerie Italia – Le Trecce di Faustina, veduta della mostra, Vicenza, 2024

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