26 ottobre 2022

A Treviso è in mostra l’Europa

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"L’Europa non cade dal cielo" presenta una selezione di lavori di venti artisti che con diverse pratiche, dall’installazione alla pittura, dal suono alla fotografia fino al video, invitano a considerare i temi più dibattuti oggi

Claire Fontaine, Foreigners Everywhere (Romany), 2010, Neon, Photo Credit: Marco Pavan

Treviso è una di quelle città che vive di periodi di grande respiro artistico e di silenzi più o meno lunghi, una città bellissima con canali e luoghi storici fantastici, e con degli abitanti attenti alle arti più o meno contemporanee.
Fortunatamente questo è uno di quei periodi dove la città di Treviso ha diverse attività culturali in essere ed io che sono in giro per la città sono in visita al progetto internazionale promosso dalla fondazione Imago Mundi, dal titolo: “L’EUROPA NON CADE DAL CIELO Riflessioni attraverso l’arte contemporanea”.

Emilio Isgrò, Europa Q99, 2009, Acrilico su tela montata su tavola, Photo Credit: Marco Pavan

Per chi non conoscesse la fondazione, dovete sapere che è un’istituzione non profit che nasce nel 2018 come evoluzione di Imago Mundi Collection e si propone come nuovo catalizzatore di espressioni artistiche e di fermenti culturali in un mondo altamente interconnesso. Fondazione Imago Mundi persegue un duplice scopo: da un lato si dedica a sviluppare l’aspetto espositivo promuovendo Imago Mundi Collection tramite mostre, public program, pubblicazioni e commissioni artistiche, anche in collaborazione con altre istituzioni. Dall’altro è impegnata sul fronte della diffusione e divulgazione dell’arte visiva contemporanea e dei suoi linguaggi, in un contesto sperimentale e internazionale. Ma torniamo al progetto che sto per visitare presso tre spazi in città diversi tra loro: Gallerie delle Prigioni, Ca’ Scarpa, Casa Robegan e il Museo Luigi Bailo.
L’Europa non cade dal cielo presenta una selezione di lavori di venti artisti: Matthew Attard, Gabriele Basilico, Maurizio Cattelan, Jasmina Cibic, Braco Dimitrijevi, Claire Fontaine, Olexa Furdiyak, Marco Godinho, Dan Halter, Emilio Isgrò, Yurii Ivantsyk, Annette Lemieux, Richard Mudariki, Arcangelo Sassolino, Santiago Sierra, Giulio Squillacciotti, Slavs and Tatars, Giuseppe Stampone, Paolo Ventura e Dominique White. Utilizzando diverse pratiche artistiche dall’installazione alla pittura, dal suono alla fotografia fino al video, gli artisti in mostra invitano a considerare i temi dibattuti oggi in Europa.

Maurizio Cattelan, Stadium, 1991, Legno, acrilico, acciaio, carta e plastica, Photo Credit: Marco Pavan

A queste opere si affianca una selezione di 42 raccolte di Imago Mundi Collection dedicate ai Paesi europei. Le opere in mostra, nel formato 10×12 cm, concorrono a esprimere la ricchezza variegata e affascinante della cultura visiva e concettuale del nostro continente, in un abbraccio che si estende dal Mediterraneo fino all’Artico.
Alle Gallerie delle Prigioni la riflessione è sull’identità culturale europea, con le collezioni Imago Mundi dedicate ai Paesi della regione orientale, mentre a Ca’ Scarpa il focus è sul concetto di incontro tra culture diverse, tra Nord e Sud e trova espressione in Stadium, opera iconica del nostro Maurizio Cattelan, presentata qui dopo un trentennio dalla sua ultima esposizione in Italia: un calcio balilla lungo oltre 6 metri con 22 postazioni, 11 per parte, che si attiva con happening artistici in cui due squadre si affrontano.

Giuseppe Stampone, Mare Finito, 2015, Scultura interattiva, Photo Credit: Marco Pavan

Infine a Casa Robegan l’attenzione si concentra sul Mediterraneo, con le collezioni Imago Mundi dei Paesi che vi si affacciano. Si propone qui una ricerca sui confini mentali e fisici che delimitano il continente europeo, con il mare che da sempre rappresenta una barriera: se da un lato arresta il cammino, dall’altro apre nuovi orizzonti. L’intero progetto merita attenzione non solo per i temi trattati che sono davvero in linea con i tempi che stiamo vivendo, ma sopratutto perché raccontano una storia che anche se ci sembra geograficamente lontana ci appartiene più di quanto non pensiamo.
Treviso merita attenzioni con questi progetti e con questa storia internazionale e di fraternità tra i popoli, grazie ad un progetto ambizioso ed allo stesso tempo umano, ma sopratutto che fa riflettere i suoi visitatori per i temi trattati.

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