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Addio a Eliseo Mattiacci
Arte contemporanea
Aveva esordito nel 1961 con una collettiva di giovani artisti alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Altri tempi. Eliseo Mattiacci era di Cagli, nelle Marche, dove aveva frequentato l’Istituto d’Arte prima di passare a Pesaro e di lì, dopo pochi anni, di trasferirsi a Roma. C’era allora La Tartaruga di Plinio De Martiis, dove il giovane artista nel 1967 esporrà uno dei suoi tubi nichelati in “giallo Agip”, lungo 150 metri. Un’opera senza tempo figlia del suo tempo; una scultura che abbiamo avuto la fortuna di vedere anche in tempi più recenti al Forte Belvedere di Firenze, in occasione della bella retrospettiva dedicata all’artista. Già, perché la carriera di Mattiacci è stata lunga e praticamente senza interruzioni: nel 1967 è nel primo gruppo dell’Arte Povera, sotto la cura di Germano Celant, alla Bertesca di Genova. Poi è stata la volta dell’Attico: da Fabio Sargentini, nel 1969, con Azione con rullo compressore aveva riempito e schiacciato il seminterrato di via Beccaria di una colata di asfalto. Del 1972 è la partecipazione alla Biennale di Venezia, mentre nel 1981 il PAC di Milano gli dedica una retrospettiva insieme a Vito Acconci e nel 1988 è di nuovo a Venezia con una sala personale.
Eppure, nonostante i viaggi e la carriera, Mattiacci ha continuato a vivere a Pesaro, insieme alla moglie Silvia e alla figlia Cornelia, che aveva portato per lui i saluti e l’emozione in occasione di “Gong”, la mostra fiorentina che aveva visto in scena anche le sue immense sculture “cosmiche” di bronzo. In tempi recenti, nel 2016, anche il MART di Rovereto aveva dedicato all’artista una mostra in cui erano state presentate opere raramente esposte, come Locomotiva, del 1964, e una serie di sculture di difficile installazione come Motociclista, del 1981.
I funerali di Eliseo Mattiacci si terranno mercoledì 28 agosto alle 16.30, nel duomo della sua Cagli. Mattiacci aveva 79 anni
Mattiacci è certo stato un artista importante (nel senso che ha dato molte opere significative). Leggere che è stato “il protagonista” dell’Arte Povera però mi lascia perplessa. PROTAGONISTA significa “il personaggio principale”, all’interno di un dramma, di una storia, di un fenomeno. Ecco: che sia Mattiacci l’artista principale dell’Arte Povera non direi: ci sono altre figure, in quel gruppo, (a mio parere ovviamente) che hanno dato immagini ancora più esemplari.