03 marzo 2021

Tra forma e vuoto: Anish Kapoor alle Gallerie dell’Accademia di Venezia

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La grande mostra di Anish Kapoor alle Gallerie dell’Accademia di Venezia è stata spostata al 2022, in concomitanza con la Biennale d’Arte: ecco cosa vedremo, dalle prime opere al Vantablack

Left: Untitled, 1992. Sandstone and pigment, 230x122x103 cm. Right: Void, 1989. Fibreglass and pigment, 200x200x152.5 cm. Photograph: Michel Zabe ©Anish Kapoor. All rights reserved DACS, 2021

Inizialmente prevista per il 2021, la grande mostra di Anish Kapoor alle Gallerie dell’Accademia di Venezia è stata ufficialmente spostata al 2022, in concomitanza con la prossima Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia che, ricordiamo, aprirà le porte dal 23 aprile al 27 novembre. La mostra, a cura di Taco Dibbits, Direttore generale del Rijksmuseum di Amsterdam, visitabile dal 20 aprile al 9 ottobre 2022, sarà la prima retrospettiva che il museo di Venezia dedica a un artista britannico. In esposizione negli spazi delle Gallerie dell’Accademia, una serie di opere che racconteranno tutti i momenti chiave della carriera di Anish Kapoor, dagli esordi alle ultime sperimentazioni, quali quelle con il Vantablack, il pigmento super nero creato con microscopiche particelle di carbonio, finito anche al centro di diverse diatribe legali.

L’apertura al contemporaneo e i fili della storia

Il progetto rientra nell’ambito del programma espositivo delle Gallerie dell’Accademia di Venezia che, già da alcuni anni, hanno aperto le porte ai linguaggi dell’arte contemporanea, in qualche modo riallacciando sia la storia del museo, accademia per la formazione di artisti, che la sfida di voler aprire nuove opportunità di dialogo tra passato e presente.

«Per affinità con la collezione del Museo, in passato è sempre stato selezionato un “pittore-pittore” e di conseguenza oggi potrebbe stupire il fatto che la scelta sia caduta su uno scultore: in realtà Anish Kapoor, in virtù delle sue originali e profonde ricerche sul colore, sulla luce, sulla prospettiva e sullo spazio va alla radice dei principi della pittura rinascimentale veneta, ne indaga l’essenza e riesce a dialogare intimamente su un piano ideale – potremmo anche dire concettuale – con l’opera di Giovanni Bellini, di Giorgione, di Tiziano, di Veronese e di Tintoretto», ha dichiarato Giulio Manieri Elia, Direttore delle Gallerie dell’Accademia di Venezia.

Anish Kapoor alle Gallerie dell’Accademia: in mostra, la ricerca di una vita

Secondo quanto anticipato da Lisson Gallery, la galleria che rappresenta l’artista, la mostra dovrebbe includere anche le sculture con cui Kapoor ha vinto il Turner Prize nel 1991 e quelle esposte nel padiglione del Regno Unito alla Biennale di Venezia del 1990. Ma il pubblico potrà vedere anche alcuni lavori nuovi, mostrati per la prima volta e creati usando la nanotecnologia del carbonio. Filo conduttore sarà la lunga e approfondita ricerca condotta dall’artista nato a Mumbai e nominato Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico. Un percorso coerente che, tra esiti diversi, dalla parete alla monumentalità, ha sempre indagato lo spazio dell’oggetto, la sua presenza fisica oppure immateriale, ciò che separa o unisce il vuoto e il pieno, lo status della materia e dell’essere, richiamando l’eredità concettuale e formale di maestri del ’900, come Kazimir Malevich, Barnett Newman e Mark Rothko.

«Tutti gli artisti, per quanto all’avanguardia e contemporanei, sono sempre in dialogo con quelli che li hanno preceduti», ha osservato Taco Dibbits. «Le Gallerie dell’Accademia sono il luogo perfetto per un maestro moderno per approfondire i temi che hanno da sempre coinvolto scultori e pittori. Gli ultimi lavori di Kapoor, utilizzando la nanotecnologia più avanzata, promettono di essere una vera rivelazione».

Buone notizie per Venezia

Le opere di Kapoor instaureranno un dialogo dinamico con l’arte medievale e rinascimentale della collezione delle Gallerie. «La luce e lo spazio di Venezia e le glorie della collezione delle Gallerie dell’Accademia, sono stati a lungo fonte di ispirazione per me», ha commentato Anish Kapoor. «Ho imparato ad amare questa città e i suoi pittori, scultori e architetti e mi sento onorato di essere stato invitato a impegnarmi in un dialogo visivo con essi. Spero di poter aggiungere qualcosa al vocabolario del colore e della forma che è stato il dono di Venezia al mondo».

E per Venezia, questo grande appuntamento è un’altra buona notizia, considerando la situazione di incertezza che la cultura sta vivendo in tutta Italia e, in particolare, in Laguna. Dopo le varie proteste contro la chiusura a oltranza, MUVE – Fondazione Musei Civici di Venezia ha infatti appena annunciato la riapertura graduale delle sue sedi, tra cui Ca Pesaro, Correr, Palazzo Ducale e Palazzo Mocenigo (mentre le Gallerie dell’Accademia afferiscono al Ministero della Cultura).

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