11 agosto 2022

Artisti e mecenati 2.0 a Venezia

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Audemars Piguet Contemporary e la performance di Alexandra Pirici, Louis Vuitton e l’installazione di Katharina Grosse, i gioielli di Cartier, l’arte calligrafica di Montblanc. Esempi virtuosi di mecenatismo 2.0

Katharina Grosse, Apollo, Espace Louis Vuitton, Venice

Venezia. Gli eventi non finiscono mai. In attesa dei prossimi, si è ancora in tempo (fino al 27 novembre) per esplorare la 59° Biennale d’Arte e i suoi “dintorni” per scoprire le aziende che hanno voluto sostenere l’arte con un impegno concreto nella realizzazione di alcuni progetti. Come l’Encyclopedia of Relations dell’artista rumena, danzatrice professionista e coreografa, Alexandra Pirici, unica performance nello scenario de “Il Latte dei Sogni” curato da Cecilia Alemani, sostenuta in parte da Audemars Piguet Contemporary nel Padiglione Centrale dei Giardini. Un’enciclopedia di relazioni “che rappresenta i numerosi interessi esplorati con quest’opera d’arte: la connessione tra i corpi che si muovono insieme nello spazio, il collegamento di elementi apparentemente separati in strutture più ampie ispirate da regimi di vita simbiotici e le relazioni come tessuto stesso del nostro mondo”, spiega Pirici. L’artista ama concentrare la sua attenzione su narrazioni storiche e spazi urbani, natura e immaginari digitali, che mette in scena con gruppi di performer in azioni pubbliche.

Alexandra Pirici, Encyclopedia of Relations, Biennale Arte 2022, Audemars Piguet

Alla Biennale la descrizione di relazioni collettive mutuate dalla biologia, dalla botanica o da più astratti toni musicali, prende forma in un intreccio di movimenti armoniosi, che si richiama in parte al gioco surrealista del “Cadavere squisito”. Per tutta la durata della Biennale, tutti i giorni, si esibisce un gruppo di performer internazionali (sei, a rotazione). Un “tableu vivant” interattivo, che coinvolge il pubblico, con riferimenti ad artisti, scrittori e persino alla tiktok dance. Tra gli Eventi Collaterali della Biennale si inserisce l’intervento artistico proposto invece da Fondation Louis Vuitton nell’Espace Louis Vuitton veneziano, parte del programma Beyond the Walls della fondazione, che dal 2013 espone importanti autori internazionali dell’arte contemporanea. L’opera Apollo Apollo dell’artista tedesca Katharina Grosse, viene presentata in una sorta di camera oscura, dove le mani dell’artista compaiono stampate su un tessuto in maglia metallica fluido, iridescente e riflettente di grandi dimensioni, fondendosi con la materia colorata, in un’atmosfera onirica con richiami all’immaginario veneziano, all’acqua, ai riflessi.

Émile Bernard, Il ciclo umano

Louis Vuitton, inoltre, sostiene e contribuisce al restauro di opere d’arte appartenenti al patrimonio storico-artistico veneziano in partnership con la Fondazione Musei Civici di Venezia. A fine anno nello spazio della maison verranno presentate quattro grandi tele de Il Ciclo umano del pittore neo-impressionista francese Emile Bernard, visibili per la prima volta al pubblico e poi destinate all’esposizione permanente nella collezione del Museo Correr. In questo contesto molto attivo è nato anche il progetto itinerante Librerie éphèmère, erede della passione per la letteratura e la trasmissione della cultura editoriale di Vuitton, che ha ridato vita lo scorso aprile a storiche edicole veneziane, proponendo oltre alla normale vendita di quotidiani e riviste, la collezione completa di Travel Books, Fashion Eyes e City Guides (tappe successive: Milano durante la Design Week, e ora Capri, fino al 4 settembre).

Katharina Grosse, Apollo, Espace Louis Vuitton, Venice

Le aziende citate non sono le uniche a brillare nel contesto veneziano. Alla seconda edizione della manifestazione di alto artigianato “Homo Faber” (ormai conclusa) hanno partecipato grandi nomi di settori diversi, che da sempre sposano il proprio know how con l’amore per l’arte. Tra questi Cartier, sempre attenta a valorizzare le competenze dei suoi maestri artigiani, era presente con un una scatola circondata da un braccialetto: un pezzo esclusivo, esempio di gioielleria, glittica e intarsio di paglia. Tra petali di calcedonio rosa, delicato opale e diamanti, in una composizione ispirata alle foglie e ai fiori di un albero di ciliegio.

Cartier per Homo Faber

Infine, Montblanc, del gruppo Richemont, sempre nell’ambito di Homo Faber, ha accompagnato la presentazione del suo savoir fair in materia di arte calligrafica con l’installazione immersiva di Studio Marianne Guély: lettere di carta fluttuanti nello spazio, come sfuggite dai libri della biblioteca che ne costituisce la cornice. Il brand ha da poco inaugurato la Montblanc Haus nel cuore di Amburgo, un luogo innovativo dedicato alla scrittura e al ruolo ispiratore delle celebri penne stilografiche. Un panorama virtuoso che si potrebbe allargare ad altre realtà votate a incoraggiare la creatività contemporanea. Un mecenatismo 2.0, vitale per gli artisti e per l’arte come patrimonio pubblico.

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