19 marzo 2021

Aspettando Za – Museo Temporaneo Navile

di

Pitture e incisioni anche inedite, insieme a documenti autografati, appunti, produzione letteraria e sonora: il mondo di Cesare Zavattini in mostra a Bologna

Massimo Soprani e Cesare Zavattini, foto di Angelo Cozzi

Nel quartiere della Bolognina si entra a piccoli passi in quella che fu una vita multidisciplinare del grande sceneggiatore, giornalista, commediografo, scrittore, poeta e pittore Cesare Zavattini.
L’idea della mostra, curata da Marcello Tedesco, fondatore di MTN insieme a Silla Guerrini, nasce dall’incontro con la grande collezione di Massimo Soprani. Quest’ultimo infatti fu segretario di Zavattini a Luzzara per trent’anni, raccogliendo la vasta produzione del grande maestro. La collezione nasce da una appassionata ricerca e scambio con artisti e riunisce opere di pittura e incisione anche inedite, insieme a documenti autografati, appunti, produzione letteraria e sonora.

MTN, Aspettando Za, foto di Ilaria Depari

La scelta del titolo, “Aspettando Za”, è legata alla consapevolezza di esporre una minima parte della collezione Massimo Soprani, ma anche alla volontà di preparare il pubblico e introdurlo a piccoli passi nella vita e soprattutto nel pensiero di Cesare Zavattini. Non mostra ricalca questo concetto legandosi inoltre al Non Libro del maestro. Il titolo, quindi, rimanda all’intenzione di basarsi su qualcosa di nuovo, niente che sia già precostituito, ma al contrario andare oltre e scoprire cosa può nascere ora e nel futuro prossimo.
Ritrovare il pensiero zavattiniano, secondo il curatore, potrebbe essere uno strumento fondamentale in questo periodo di crisi per una possibile rinascita sia in ambito culturale che sociale. L’allestimento è stato pensato come una rimessa in scena dell’habitat di lavoro di Zavattini, in modo tale che il pubblico non si focalizzasse su altro che non fosse il pensiero, principio cardine di questa esposizione. Quella di Zavattini era una riflessione incentrata sull’uomo, che veniva inteso come opera d’arte. Analisi che già al tempo poneva i suoi dubbi e limiti ma che proprio in questa contraddizione trovava, e trova, delle nuove possibilità di discussione.
Grazie alle grandi vetrate del museo, che azzerano la distanza tra il dentro e il fuori, la scenografia è totalmente fruibile anche dall’esterno. Ma è solo entrando che la vita di Cesare Zavattini riprende vita grazie a noi. Ciò che viene chiesto al visitatore, infatti, è di restare nello spazio del museo il tempo che si necessita per vivere la mostra e interiorizzarne l’esperienza.
Il visitatore è quindi invitato a sfogliare i libri autografati che si ritrovano nella biblioteca momentaneamente allestita vicino alla scrivania sopra la quale è stato lasciato un vecchio appunto di Zavattini, qui il suo pensiero viene riattualizzato ancora una volta. Completano lo spazio un ampio tappeto e un divanetto, che confermano e sottolineano l’invito a godere del tempo della mostra come spazio di riflessione e di evoluzione del pensiero. Alla possibilità di leggere libri si aggiunge quella di fare uso del 45 giri dove si possono ascoltare le registrazioni audio del Non Libro più disco e del film La Veritàaaa.

Se Zavattini nel suo discorso teorico intendeva l’essere umano quasi come opera d’arte, MTN rende possibile la contestualizzazione di questo pensiero attraverso la partecipazione di giovani dell’Università di Bologna. Con la realizzazione di fotografie, il rapporto tra l’essere umano e la mostra è divenuto chiaro. Si elimina ogni possibile rapporto subalterno: l’opera d’arte diventa un tutt’uno con la persona che ha accanto, come se si venisse a creare una nuova narrazione dell’essere umano. Attraverso uno sguardo rinnovato si sprigiona nuova vita e la vera forza che, troppo spesso, viene rinchiusa e bloccata. Le immagini, pertanto, vogliono esprimere con chiarezza che, mai come oggi, l’opera d’arte ha bisogno di essere comunicata e di essere attivata attraverso la relazione con l’essere umano così che si concretizzi come realtà vitale.
A causa dell’emergenza sanitaria e della rinnovata zona rossa per l’Emilia Romagna, e quindi per Bologna, il museo ha dovuto chiudere al pubblico. Tuttavia, come accennato poche righe sopra, grazie all’esistenza delle sue ampie vetrate, la mostra è fruibile e visitabile in qualsiasi ora del giorno. Anche se, probabilmente, una esposizione come questa sottintende la necessità di vivere l’esperienza da dentro e di guardare il mondo dal suo interno.

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