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Bulgari promuove una nuova fellowship che mette insieme tre istituzioni
Arte contemporanea
di redazione
Un nuovo programma di residenza artistica ha preso il via a Roma. Si chiama Bulgari American Academy in Rome Fellowship ed è il risultato di una collaborazione a quattro da una parte all’altra dell’Oceano Atlantico: Fondazione Bulgari, American Academy in Rome, MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo e Whitney Museum of American Art. La fellowship invita due artisti a vivere e lavorare per quattro mesi negli spazi della storica Accademia Americana sul Gianicolo, in dialogo con una comunità interdisciplinare composta da architetti, scrittori, archeologi, storici e artisti. Ogni anno saranno coinvolti il vincitore del MAXXI Bulgari Prize e un artista selezionato tra i partecipanti all’ultima edizione della Whitney Biennial, anche questa sostenuta dal brand.
A essere scelte per la prima edizione della Fellowship sono Monia Ben Hamouda (Milano, 1991), vincitrice del MAXXI Bulgari Prize 2024, e Clarissa Tossin (Porto Alegre, 1973), artista brasiliana attiva a Los Angeles e presente nell’ultima Whitney Biennial con il video Before the Volcanoes Sing. A confronto, dunque, due pratiche accomunate da un interesse per la stratificazione culturale e il potere simbolico delle immagini: da un lato, l’introspezione iconoclasta di Ben Hamouda, che nel suo Theology of Collapse (The Myth of Past) I–X smonta e ricompone identità diasporiche e genealogie religiose. Dall’altro, il lavoro di Tossin, da tempo orientato a esplorare i legami tra colonialismo, economia e paesaggio.

Il programma si innesta nel sistema delle Affiliated Fellowships già sviluppato dall’American Academy ma inserendo una chiara vocazione curatoriale: non si tratta di un bando aperto o di una selezione trasversale, bensì di una forma di valorizzazione a posteriori da parte di due istituzioni che già operano come gatekeeper per l’arte emergente nei rispettivi contesti. Si potrebbe leggere questa nuova residenza come una risposta “transatlantica” a un bisogno di continuità tra visibilità museale e processi di ricerca ma anche come un segnale del crescente interesse di brand e fondazioni private per pratiche capaci di generare narrazioni internazionali e contaminazioni tra ambiti.

Fondata nel 2024, la Fondazione Bvlgari ha raccolto il testimone del marchio romano per estendere le proprie attività in ambito culturale e filantropico. La decisione di concentrare parte dei suoi sforzi sulla promozione dell’arte contemporanea attraverso un asse Roma–New York–Los Angeles appare coerente con la vocazione cosmopolita del marchio, oltre che con un desiderio di legittimazione in ambiti tradizionalmente guidati da logiche pubbliche o accademiche. A Roma, intanto, le due artiste lavoreranno fino a luglio 2025. Le opere nate in residenza saranno presentate al pubblico nel giugno dello stesso anno, in una mostra ospitata negli spazi dell’Accademia.