06 luglio 2021

Festival dei Due Mondi 2021: tutta l’arte da vedere e vivere a Spoleto

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Dal manifesto di Daniel Buren ai wall drawing di Sol LeWitt, un vademecum degli appuntamenti d’arte contemporanea da non perdere al Festival dei Due Mondi di Spoleto 2021

festival spoleto 2021
©Trabalza/Jin

Con un manifesto targato Daniel Buren e la direzione artistica di Monique Veaute, la 64ma edizione del Festival dei Due Mondi si concluderà l’11 luglio 2021, segnando il termine dell’attesissimo appuntamento umbro che annualmente regala un’esperienza unica di dialogo e condivisione in una Spoleto viva, ponte internazionale tra tradizione e contemporaneità, antichissimo palcoscenico a cielo aperto di arte, danza, musica e teatro. Qui un piccolo vademecum per voi, su tutti gli appuntamenti d’arte da non perdere di questa ultimissima edizione.

EXPLORING ART

Inserito come parte di “Art & Science into Spoleto – Sol LeWitt / Anna Mahler”, il progetto con cui la Fondazione Carla Fendi partecipa al Festival dei Due Mondi quest’anno, “Exploring Art” è un viaggio alla scoperta degli artisti in residenza. Ideato come percorso itinerante per la città, Exploring Art fissa sette tappe principali: la casa-studio di Anna Mahler, la piattaforma di diffusione editoriale QUASI-BOOK con VIAINDUSTIRAE, lo studio di Sol LeWitt, Cinema Room con la proiezione del film ALTAS in Spoleto, di James Copper e Matthew Burdis, Torre Bonomo, la Piazza del Mercato con l’installazione dell’opera Neon Hieroglyph della vincitrice del Turner Prize Tai Shani e, infine, Palazzo Collicola.

festival spoleto 2021
©Trabalza/Jin

Lo studio LeWitt, un edificio medioevale situato proprio accanto a quello di Mahler, è indubbiamente un posto magico dove si può passeggiare tra una selezione di opere su carta, una collezione di manifesti e la biblioteca dell’artista. Sabato 10 e domenica 11 luglio dalle ore 11 alle ore 13, sarà possibile visitare lo studio dove viene presentata una selezione di lavori di artisti che hanno vissuto in residenza nel corso degli anni, come Cecilia Ceccherini, Adelaide Cioni, Federico Antonini e Marcello Enea Newman, Keegan Monaghan, Sandy Smith, Diane Madden e Matthew Burdis, Diamond Stingily, Luka Savic. Il gruppo di opere esposte pone l’enfasi sul rapporto con il patrimonio culturale regionale e sulla personale reinterpretazione di esso in chiave contemporanea, oltre che sul processo di ricerca e sviluppo, da sempre uno dei punti di forza dei programmi di residenze Mahler & LeWitt.

Anna Mahler, © Marina Mahler

Ad affiancare i lavori in mostra anche le foto e i modelli unici provenienti dall’archivio di Fausto Scaramucci (1934 – 2020), il falegname originario di Spoleto e amico di Sol LeWitt che fabbricò le sue Complex Forms.

TORRE BONOMO

La torre medioevale è situata nel cuore pulsante della città, a soli pochi passi dagli studi Mahler e LeWitt. Inizialmente di proprietà di Marilena Bonomo – prima gallerista di Sol LeWitt in Italia – e attualmente di proprietà di sua figlia Valentina, Torre Bonomo è un luogo suggestivo dalla vista incantevole sulla città. Tra i lavori che è possibile ammirare, un gruppo di opere murali site specific intitolate Wall Drawing #288, tratto distintivo di LeWitt, la cui aura ci accompagna per tutta la visita.

Sol LeWitt

In occasione del Festival, la Torre si inserisce all’interno dei progetti correlati a Mahler & LeWitt Studios, accogliendo la serie Allunati (2021) di Rä di Martino in cui l’artista reinterpreta il mito della “conquista della Luna” come parte di un’indagine sulla percezione del reale attraverso lo studio degli scenari lunari inseriti in un futuro onirico, dominati da immagini familiari dal forte potere rassicurante. Attorno ai paesaggi fantastici dell’immaginario lunare, la costellazione di opere degli artisti che hanno contribuito ai molteplici progetti di residenze: Felix Bazalgette per il progetto “Natural Magic” (Fitzcarraldo Editions, 2021), Babtunde Doherty per “Keeping Time”, Will Harris per “Art & Poetry”, Tullio de Gennaro, Nicolas Jaar / Tony Tremlett, Allison Katz, Nunzio, Valerio Rocco Orlando e Giuseppe Pulvirenti.

©Trabalza/Jin

In particolare, l’artista e musicista Babatunde Doherty, dopo aver partecipato alla residenza “Keeping Time”, con Unknown Pleasure I (2019) testimonia la sua presenza nella Torre dipingendo lei stessa una pietra di ispirazione agli antichi affreschi umbri. Will Harris invece per “Art & Poetry” realizza quattro phamplet di poesie inedite che ci accompagnano – come raccontano i curatori Rachel Allen e Guy Robertson – a esplorare le «dentità semi-fittizie che popolano la sua fantasia».

Tullio de Gennaro ci richiede pazienza e osservazione per individuare i suoi interventi di bianche stratificazioni sugli elementi architettonici: un lavoro ironico e delicato che ci avvicina a comprendere il suo pensiero liberamente destrutturato. Allison Katz si ispira al “traforato” italiano del XVI secolo per il suo set di 21 piatti in ceramica dipinti a mano dal titolo Traforati (2019). Realizzati in collaborazione con lo storico laboratorio artigianale di maioliche La Gioconda di Deruta, i piatti smaltati di Katz ci parlano dell’interesse dell’artista nell’investigare il peso specifico della componente casuale nella produzione in ceramica.

Infine, WAVES AND SIRENS Nicolas Jaar’s ‘Network’ (2017): il progetto a cura di Tony Tremlett, presentato integralmente in occasione del Jo Melvin Artist’s Books Program del 2019, per questa edizione viene reinstallato all’interno della torre una parte dei lavori audio contenuti in Network, piattaforma online composta da un totale di 333 stazioni radio semi-fittizie che ci guidano in uno stato meditativo trascendentale.

©Trabalza/Jin

THE FEUILLETON: I WILL BEAR WITNESS. Piggy-backing from the Edicola

Si tratta indubbiamente di uno dei progetti più originali e stimolanti dell’intera rassegna spoletana: ideato e curato da Jo Melvin – ex curatrice in residence – The Feuilleton: I will bear witness, Piggy-backing-from the Edicola prende vita per l’appunto in un’ex edicola situata a Piazza Torre dell’Olio che, per l’occasione, muta parzialmente forma diventando luogo di aggregazione di 50 artisti internazionali di tutte le età che indagano le pratiche di comunicazione e distribuzione in campo tecnologico e artistico. Visibile fino al 31 agosto, il progetto assume forma ibrida attraverso esposizioni, performance ed eventi. Il 3 luglio è andata in scena la prima performance ad inaugurare il calendario: A part between di Lucy Heyward eseguita da Elisa Cappelli dalla potente forza magnetica e commuovente sensibilità.

L’Edicola Spoleto avrà una eco di due giorni nella capitale: il 6 e 7 luglio al MACRO con la performance Via Crucis di Jeremy Millar, eseguita da Elena Marie Becker; Slip di Jeff Gibbons e Fabio Giorgi Alberti; e infine (O for orange U for you: poem for the lips) di Barry Flanagan con un’esecuzione di Jo Melvin e Adelaide Cioni. Inoltre, dal 7 al 9 luglio si sposteranno nell’edicola di Santa Maria in Trastevere, in collaborazione con Vittoria Bonifati.

OPEN WINDOWS

Inserita nella cornice del complesso monumentale di San Nicolò, Windows è la mostra collettiva curata da Teodora di Robilant in collaborazione con la Galleria Alessandra Bonomo, che riunisce artisti internazionali in dialogo con la natura. Gli artisti Lulù Nuti, Thomas Hutton, Harry Adams, Giorgio Orbi, Miguel Sbastida, Baldassarre Mario, Kazuko Miyamoto, Calixto Ramírez Correa, Lucrezia de Fazio, Margaux Bricler, Delfina Scarpa e Annie Ratti si interrogano sulla presenza – spesso parassitaria – dell’uomo sull’ambiente, proponendo una riflessione sull’alterazione di esso da parte dell’azione umana e offrendoci visione poetiche di fenomeni terrificanti.

Windows – mostra a cura di Teodora di Robilant a Spoleto per il Festival dei Due Mondi, giugno 2021. Foto di Eleonora Cerri Pecorella

Con Mouler le Monde en Sept Parties (Rouge) (2021), Lulù Nuti ci racconta la ricerca sui materiali da costruzione e il loro impatto sull’ambiente, attraverso sette ideali porzioni del pianeta Terra dalle reminiscenze lunari. L’artista madrileno Miguel Sbastida con Slow Violence (2018) documenta l’estinzione dei ghiacciai attraverso le tracce lente ma inesorabili del loro scioglimento, fissate su fogli di carta blu tramite un’azione dell’artista in Islanda. Correa, con il video LLuvia seca del 2021 ci fornisce una testimonianza delle conseguenze provocate dall’ultimo vortice polare che si è abbattuto su Texas e Messico, mentre Lucrezia de Fazio con We Belong Here (2021) e la sua installazione Invicta (2021) ci parla di preconcetti di genere e di doppi standard, indagando tematiche come la fertilità femminile. Infine, Annie Ratti, la quale mette in piedi un vero e proprio “giardino” di piante, diminuendo notevolmente la distanza nello spettatore tra interno ed esterno, tra arte e natura.

Windows – mostra a cura di Teodora di Robilant a Spoleto per il Festival dei Due Mondi, giugno 2021. Foto di Eleonora Cerri Pecorella

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