30 gennaio 2023

Seppellirsi tra i detriti per denunciare l’inquinamento ambientale: l’ultima performance di Nicola Mette

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<>. La pratica dell'artista sardo abbraccia le situazioni più scomode per denunciare le iniquità sociali del presente. Foce pone l'allarme sul dissesto idrogeologico che affligge i corsi d'acqua dei pressi di Oristano

Nicola Mette, Foce, 2022
Nicola Mette, Foce, 2022

Diretta, coraggiosa e pura, la ricerca artistica operata da Nicola Mette incarna anni di lotte sociali e provocazioni, senza mai scadere nella sfera dei moralisti e degli inquisitori. Anzi, offrendo il suo corpo al servizio dell’arte stessa, tramite la performance, l’artista si mette in gioco in prima persona, mostrandosi nella sua sfera più intima e personale. L’opera performativa FOCE nasce come denuncia del dissesto idrogeologico e per porre l’attenzione sulla grande quantità di detriti e rifiuti che ciclicamente l’esondazione del fiume Temo, Poggiu Columbu- Bosa Marina, in provincia di Oristano, Sardegna, deposita verso la sua foce.

Nicola Mette, Foce, 2022
Nicola Mette, Foce, 2022

Foce, l’ultima performance di Nicola Mette

L’immaginario sublime della natura tanto rappresentato dagli artisti romantici, nelle opere di Mette viene restituito nel modo più crudo possibile, ovvero come una fotografia lucida e disincantata di una natura corrotta e distorta dalle azioni umane. <<La performance non può mentire. Lavora con il corpo, chi meglio del corpo può denunciare?>>: così l’artista spiega la centralità della sua figura, veicolo di significanze e strumento relazionale verso ciò che lo circonda. Mette, nudo e vulnerabile, si raggomitola nel paesaggio dilaniato, denunciando il silenzio di una politica incapace di vedere ciò che accade costantemente non solo alla foce del fiume Temo, ma in tutto il mondo. Un’operazione che aderisce apertamente alle proteste ambientali degli attivisti ai danni delle opere d’arte, tra cui L.O.V.E. a Piazza affari a Milano di Maurizio Cattelan, ma che offre una riflessione differente, in cui l’arte entra a far parte del dialogo critico e diventa mezzo di denuncia piuttosto che bersaglio inerme.

Nicola Mette, Foce, 2022
Nicola Mette, Foce, 2022

Il valore della performance nella ricerca di Nicola Mette

La poetica dell’artista nasce dal suo vissuto in Sardegna, dalle sue radici, che sono state anche gabbia da cui fuggire, e da una condizione di esule che ne traccia l’orizzonte di azione sia in termini geografici che emotivi. Il leitmotiv di Mette è incentrato sulle tematiche ambientali e sociali: FOCE non è che la punta dell’iceberg di una ricerca messa in atto fin dall’inizio della sua carriera contro ogni forma di violenza e discriminazione sessuale politica, religiosa. Così come contro ogni forma di violazione del paesaggio, del diritto alla salute e di tutti quei diritti civili ancora oggi in pericolo. Performance come MONOUSO, volta a sensibilizzare i ragazzi della Scuola Martiri della Libertà sul tema delle plastiche, oppure NOVICHOK, titolo omonimo del veleno usato in Russia per uccidere i dissidenti politici e ancora FROCIO FROSCIU CAGHINERI, sono solo alcune delle riflessioni che testimoniano l’impegno costante di Mette nel trattare tematiche sempre attuali offrendo non solamente opere ma spaccati sociali.

Nicola Mette, Foce, 2022
Nicola Mette, Foce, 2022
Nicola Mette, Foce, 2022
Nicola Mette, Foce, 2022
Nicola Mette, Foce, 2022
Nicola Mette, Foce, 2022

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