03 ottobre 2021

Hybrida Tales by Untitled Association #35: Assab One e Venice Art Projects

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Untitled Association presenta Hybrida Tales, una mappatura di spazi indipendenti, artist-run spaces e associazioni culturali in tutta Italia: oggi andiamo da Assab One e Venice Art Projects

The Memory of Artificial Landscapes, Loulou Siem, copyright Elena Andreato

Hybrĭda Tales è la rubrica di approfondimento nata da Hybrĭda, il nuovo progetto con cui Untitled Association ha individuato oltre 200 tra spazi indipendenti, artist-run spaces, associazioni culturali e luoghi informali che stanno contribuendo significativamente ad ampliare gli sguardi sul Contemporaneo in Italia oggi.

Con un sistema di interviste a schema fisso, Hybrĭda Tales restituirà una panoramica delle realtà indicizzate, siano esse emergenti o ormai consolidate, e coinvolgerà artisti, operatori culturali, curatori, giornalisti, collezionisti, galleristi per dare vita a un archivio condiviso e collettaneo di riflessioni aperte sulle prospettive, attuali e future, del Contemporaneo.

Qui trovate tutte le puntate già pubblicate.

Assab One

Assab One è un’associazione non-profit per la produzione e la promozione di arte contemporanea attiva a Milano, nel multietnico quartiere di Cimiano, zona Via Padova. Dal 2004, l’associazione si propone di fornire agli artisti uno spazio non convenzionale di ricerca ed espressione, e al pubblico la possibilità di approcciarsi ai processi artistici in un contesto aperto e di dialogo. L’organizzazione, attiva da quasi vent’anni come hub artistico, vanta un ricco programma di mostre, performance e collaborazioni con artisti sia affermati che emergenti.

 

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Cosa unisce la vostra attività, e quella del vostro spazio, alla ricerca attuale sul contemporaneo?

«Fin da subito, l’attenzione di Assab One si è rivolta a iniziative capaci di integrare linguaggi, discipline e progetti diversi, in cerca di un autentico spazio di ricerca dove indagare sul presente.

Assab è anche il nome del porto africano, a evocazione di un luogo di scambi tra individui, realtà e culture diverse, formando e arricchendo il tessuto culturale del territorio. L’organizzazione diventa così uno spazio tanto fisico quanto ideale, aperto al quartiere e alla comunità che lo abita e interessato a un continuo dialogo con gli artisti, le loro iniziative e le istituzioni, italiane e estere».

Quali legami sentite con la città/luogo in cui operate?

«L’edificio che oggi ospita Assab One era originariamente sede dell’azienda grafica milanese GEA Grafiche Editoriali Ambrosiane. In un riuscito tentativo di riqualificazione, l’edificio è stato riconvertito in 2500 mq di spazi espositivi che, in continuità con il passato, sono stati lasciati in gran parte al loro stato originale.

Ad Assab One si coniugano così il rispetto e l’attenzione verso il passato di un’azienda storica milanese, dove si stampavano libri, cataloghi d’arte e enciclopedie, e un’apertura al presente rispetto alle necessità contemporanee della città e al futuro in una prospettiva di crescita e sviluppo qualitativo del tessuto istituzionale culturale della zona.

Grazie all’attività dell’associazione e complice la ricca collezione di opere permanenti donata dagli artisti stessi negli anni, tra cui un iconico intervento di arte pubblica sulla facciata realizzato da Nathalie Du Pasquier nel 2020, il complesso è un punto di riferimento in zona. L’associazione sorge a pochi passi da via Padova, area testimone di importanti ondate migratorie, ora al centro di un importante progetto di riqualificazione promosso dal Comune di Milano».

Cosa significa per voi sperimentazione?

«La sperimentazione ad Assab One si declina sotto forma delle varie discipline artistiche, senza limitarsi alle sole arti figurative, che coinvolgono e stimolano artisti affermati, emergenti, italiani, esteri, provenienti da diverse realtà artistiche e culturali, pittori, fotografi, scultori e musicisti. La volontà di creare e sviluppare un universo culturale fa sì che la cultura diventi attivatore di inclusione, partecipazione e fiducia al fine di innescare un profondo processo di trasformazione e costruzione del futuro».

Venice Art Projects

Venice Art Projects è un’organizzazione no profit ideata da Edoardo Cimadori, che agisce dal 2017 come una piattaforma aperta a progetti artistici multi concettuali con lo scopo di dare visibilità a creativi ed iniziative artistiche, rianimando il sestiere di Castello, a Venezia. A maggio 2021, la curatrice italo-libanese Yasmine Helou organizza presso uno degli spazi, la mostra Sinkingscapes che segna la prima di una serie di eventi culturali che animano da allora i spazi di Venice Art Projects.

Cosa unisce la vostra attività, e quella del vostro spazio, alla ricerca attuale sul contemporaneo?

«La nostra visione, e i nostri spazi sono proprio dedicati alla ricerca del contemporaneo, nel senso che proviamo innanzitutto ad immaginare situazioni che possano essere ancorate in questa realtà e nell’attualità. Coinvolgiamo e lavoriamo maggiormente con artisti e personaggi del mondo dell’arte contemporanea, con una preferenza per gli artisti emergenti. L’idea è di poter dare spazio a ricerche ancora non definite, e muoverci un po’ come un laboratorio di idee, un’agorà per dialoghi e immaginazione».

Quali legami sentite con la città/luogo in cui operate?

«Venezia è magica. E proprio per quello che bisogna creare nuovi progetti pensati per Venezia, a Venezia, con persone che condividono le nostre stesse motivazioni e credono nel potenziale della città, fuori dagli schemi turistici mainstream. Avendo spazi espositivi molto particolari, tutti ex locali commerciali, per esempio una macelleria, in una zona molto veneziana, Castello, i legami con i luoghi sono a maggior ragione incredibilmente forti».

Cosa significa per voi sperimentazione?

«Significa, essere curiosi, essere aperti, ed essere forse anche un po’ folli. Senza sperimentazione non ci sarebbe Storia, prima che qualsiasi cosa diventasse tradizione, o norma c’era sperimentazione…Quindi siamo assolutamente per la ricerca del diverso, del nuovo, dell’assurdo. Come detto prima, Venice Art Projects è una specie di laboratorio per idee, e che tipo di laboratorio sarebbe senza sperimenti e sperimentazioni?».

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