28 settembre 2020

Il romanticismo di ArtLine, con le nuove opere di Prieto e Nannucci

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Sono “Beso” di Wilfredo Prieto e “New Times for Other Ideas / New Ideas for Other Times” di Maurizio Nannucci le due nuove opere inaugurate ad ArtLine, il parco di arte pubblica a CityLife a Milano, durante l'ultima ArtWeek.

Maurizio Nannucci per ArtLine
Maurizio Nannucci per ArtLine

Due progetti che si stagliano nello spazio pubblico del parco di CityLife: da una parte i massi erratici di Wilfredo Prieto che costringono lo sguardo e il pensiero a vagare oltre lo spazio antropico per ritornare a una dimensione naturale, dall’altra i led di Maurizio Nannucci che illuminano di luce rossa e blu il nero della sera, proprio come la profezia delle loro scritte illumina il nostro immaginario.

New Ideas for other times di Maurizio Nannucci
New Ideas for other times di Maurizio Nannucci

A introdurre l’inaugurazione è stato l’assessore alla cultura Filippo Del Corno, il quale ha voluto ricordare l’importanza di un progetto di arte pubblica come ArtLine sottolineando il rapporto che si viene a instaurare tra le opere e lo spazio urbano. La presenza di edifici di architettura contemporanea, come quelli di CityLife, hanno infatti stimolato gli artisti a sviluppare una relazione molto forte tra la loro creatività e l’architettura. L’assessore ha inoltre ricordato la forza e la rilevanza dell’arte pubblica che, instaurandosi all’interno della quotidianità, avvicina sempre più la gente alla cultura e all’arte. Quando frequentiamo un museo, scegliamo di entrarci e di relazionarci con le opere esposte creando un legame che nasce da un impulso e da un desiderio di visita, al contrario l’incontro con i lavori di un parco pubblico è dettato anche da circostanze casuali «legate alla quotidianità di frequentazione di questi spazi pubblici generando un tipo di rapporto e relazione molto diverso permettendo allo stesso tempo a coloro che si imbattono nell’opera il desiderio di conoscere e di saperne di più».

Le opere di Prieto e Nannucci per ArtLine

Beso di Wilfredo Prieto sottolinea particolarmente il rapporto con gli edifici circostanti: di fronte ai grattacieli e ai palazzi di ultima generazione, i due massi di grandi dimensioni prelevati direttamente dall’ambiente naturale, evidenziano la trasformazione della città rendendoci consapevoli di come nell’ambiente urbano tutto sia antropizzato, persino la natura. L’idea dell’artista è stata infatti quella di prelevare qualcosa che non è ancora stata toccata dall’uomo ma semplicemente modellata dalla natura, cogliendo nel suo gesto una contraddizione che sovrasta la nostra società, ovvero il plasmare ogni cosa attraverso la nostra impronta umana. Queste due pietre che si sfiorano simulando un bacio umano, rispondono alla ricerca dell’artista di un’altra verità: la possibilità di cogliere, nelle cose esistenti, sguardi alternativi per osservare il nostro quotidiano. La pietra grezza e millenaria delle Dolomiti, posizionata proprio all’entrata del parco, contrasta quindi con i materiali contemporanei dei grattacieli sullo sfondo, evidenziando la loro fragilità e fugacità. Roberto Pinto, coordinatore e uno dei curatori di ArtLine, ha ricordato la riflessione di Pedretti, nome che introduce anche il laboratorio specializzato nella lavorazione della pietra a cui l’artista ha affidato l’incarico: i grattacieli che nel loro slancio e architettura sembrano dimostrare autorevolezza e grandiosità, prima o poi saranno demoliti per fare spazio ad altri che possano essere ancora più moderni e contemporanei e così continuerà ad essere. I due massi invece rimarranno lì e li guarderanno. Il curatore ha inoltre rimarcato sulla rilevanza dell’arte pubblica ricordando come spesso possa divenire monito di nuove discussioni, confronti, scontri e dialoghi all’interno di una comunità ritenendo che queste dovrebbero essere anche le motivazioni per esporre opere all’esterno, affinché possano far discutere, pensare e condurre le persone ad avere posizioni e visioni contraddittorie.

Beso di Wilfriedo Prieto
Beso di Wilfriedo Prieto

New Times for Other Ideas / New Ideas for Other Times di Maurizio Nannucci è un lavoro che si relaziona con un edificio avente un vincolo architettonico e una storia, è infatti il Padiglione 3 l’unico rimasto della struttura della sede storica della Fiera di Milano. La scritta, che riporta immediatamente allo stile di Nannucci, sia per l’utilizzo del colore, che per la scelta dei caratteri e della frase profetica, si ripete sul lato destro e sinistro della facciata stimolando una riflessione nello spettatore che riguarda non solo l’edificio in sé, immaginando una possibile nuova funzione e finalità, ma anche e soprattutto un fermarsi a meditare su nuove idee e possibilità. La frase, che come tutti i lavori dell’artista, cerca di entrare in relazione con l’architettura non subendola ma inserendosi all’interno di essa in maniera autonoma, sembra fondamentale e rivelatrice in questo periodo particolarmente difficile per tutti. L’artista sembra volerci avvolgere in un manto di speranza e fiducia verso il futuro, esortandoci a trovare nuovi tempi e nuove idee che possano ricongiungerci a una rinascita.
Si aggiungono così due nuovi lavori al parco pubblico di ArtLine, che sta assumendo sempre più una dimensione iconica grazie anche all’uso ormai quotidiano dei social media. Milano riconferma dunque la sua capacità di stare al passo con i tempi, identificandosi sempre più come terreno fertile per lo sviluppo della creatività contemporanea. In particolare, il parco di Citylife attualmente ospita opere di Riccardo Benassi, Judith Hopf, Ornaghi & Prestinari, Matteo Rubbi, Pascale Marthine Tayou e Serena Vestrucci. Oltre alle due opere recentemente inaugurate, si prepara ad accogliere i lavori di Rossella Biscotti, Shilpa Gupta, Adelita Husni-Bey, Jeremy Deller, Mario Airò, Alfredo Jaar, Kiki Smith. L’auspicio è quello di una continua evoluzione e crescita della creatività contemporanea così che possano svilupparsi sempre più rinnovate relazioni tra opera e città.

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