15 settembre 2022

Infrasub, Daniele Puppi è alla Fondazione Furlan di Pordenone

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Un incontro/scontro, così l’istallazione video di Daniele Puppi indaga le trasformazioni dello spazio, partendo da un frammento di discorso di Pier Paolo Pasolini

INFRASUB 2022 Daniele Puppi

A Pordenone, presso la sede di via Mazzini 53 della Fondazione Aldo Furlan, grazie al contributo dell’Associazione “Amici di Parco” – Pordenone Arte Contemporanea, in collaborazione con Cinemazero, è stata inaugurata la mostra “Infrasub” di Daniele Puppi, curata da Bruno Di Marino.

Con Infrasub l’artista pordenonese, ormai celebre sul panorama internazionale dell’arte contemporanea, ha portato all’acme la ricerca che portava avanti da anni sulle trasformazioni dello spazio: uno spazio schiacciato, oppresso, dilatato e poi ancora contratto e di nuovo espanso, in cui Puppi pone l’osservatore, chiamandolo a una riflessione sul proprio rapporto con ciò che è al di fuori della sfera personale. L’artista pensa così a un’istallazione video sonora, fruibile dal pubblico anche nelle ore notturne, che segna non solo il suo ritorno artistico nella terra natia, ma anche lo strettissimo rapporto tra la città di Pordenone e l’arte contemporanea.

Proprio per questo legame, Renzo Spadotto, presidente dell’Associazione “Amici di Parco” – Pordenone Arte Contemporanea, ha voluto inserire l’opera di Puppi all’interno dell’evento “Artisti in Dialogo”, la rassegna di incontri artista-critico, in cui Daniele Puppi incontrerà lo storico dell’immagine in movimento, Bruno Di Marino, con il precipuo scopo di diffondere l’arte contemporanea e farla comprendere in tutta la sua complessità.

INFRASUB 2022 Daniele Puppi

L’artista e lo spazio

Fin dal suo esordio nel 1996 con Fatica n.1, Daniele Puppi ha concentrato la sua indagine artistica sull’istallazione video-sonora site specific, con l’obbiettivo di scardinare l’ancestrale idea di uno spazio contenuto e strutturato in coordinate euclidee, approcciando all’ambiente con una relazione molto più profonda, quasi volesse sfondare le soglie del luogo tangibile per arrivare a una percezione sensoriale in cui si rendono liberi i limiti e le potenzialità dello spazio stesso.

Un processo inverso, dunque, in cui lo spazio viene riconfigurato attraverso una nuova dimensione visivo-architettonica, in cui il suono amplifica la multisensioralità dell’esperienza artistica: le facoltà percettive dello spettatore diventano qui una parte integrante dell’opera, in cui egli stesso entra in un processo di estraniazione della dimensione spazio-sensoriale.

Pier Paolo Pasolini e Daniele Puppi, due friulani a confronto

Daniele Puppi sceglie Pier Paolo Pasolini per dare voce alla sua istallazione. In Infrasub, (dal testo di Bruno Di Marino) «Gideon Bachmann, con uno smaccato accento tedesco, chiede a Pasolini se concorda sul fatto che il lavoro dell’artista nella società non ha nessun altro scopo se non quello, egoistico e narcisista, dell’autosoddisfazione. E lo scrittore risponde un po’ sdegnato e con grande convinzione: “No, no, ha uno scopo ed è quello di porsi come esempio di anarchia”».

Un omaggio a Pasolini per i cento anni dalla sua nascita? Non solo. È il concetto stesso che egli esprime in questo brevissimo frammento di conversazione a colpire Puppi, il quale ragiona sui termini dell’anarchia in campo artistico, allontanando l’arte dal concetto di caos o da una forma di nichilismo nei confronti della realtà, attribuendo al gesto compiuto dall’artista una libertà scevra da ogni schema preconcetto, quindi si realizza come un gesto generato dal superamento dello spazio tradizionale.

Il rapporto con Pasolini, anche lui friulano da parte di madre, si celebra in Infrasub con quelle immagini girate, con un piano-sequenza con camera a mano, in alcuni ambienti abbandonati di quello che sembra essere un nosocomio (di fatto è l’ex manicomio di Santa Maria della Pietà a Roma), uno dei luoghi frequentati dagli ultimi e dai sottoproletari a cui Pasolini stesso diede voce con i suoi scritti, uno spazio di repressione dell’individuo, in cui si sente tutto il sapore della pellicola pasoliniana Mamma Roma; da una parte, Di Marino afferma esserci un «Pasolini che racconta la sofferenza di una classe sociale violentata dall’industrializzazione e dal consumismo», dall’altra Puppi, il quale ci riporta a una realtà di estraniazione sociale, in cui l’individuo è annichilito dalla pesantezza del doversi relazionare con un luogo (fisico o metafisico) che non gli appartiene più. Da qui, continua Di Marino, «Il tremolio dell’immagine e una vibrazione acustica che alterano la percezione visivo-sonora dello spettatore»: ecco, il deterioramento dello spazio, una metamorfosi che destabilizza anche lo spettatore, il quale, aggirandosi in un padiglione allestito come uno spazio dismesso, evidentemente un luogo di sofferenza, subisce l’aggressione di un mutamento repentino e si immerge in un passato che l’artista rievoca magistralmente e che il visitatore può solo immaginare.

INFRASUB 2022 Daniele Puppi

La sospensione dal reale

Infrasub è un’opera video sonora tutt’altro che didascalica, in cui lo spazio viene decostruito e riedificato, in cui si percepisce l’effetto della sottrazione per il vuoto totalizzante che coinvolge l’osservatore e lo sottopone a una sorta di sospensione dal reale, introdotta di fatto dalla voce di Pier Paolo Pasolini e maggiorata dal loop che marca la traccia audio obbligando lo spettatore a un’ossessiva ripetizione, quella che Maria Silvia Farci descrive come: «Un mantra dilaniante che rompe e accompagna la sonorità potente dell’onda vibrazionale che rovescia trasfigurandoli i resti scompigliati di un luogo che non è più». Anche per questo l’opera si presenta come un’esperienza conoscitiva e di profonda indagine sensoriale; un’installazione – Infrasub di Daniele Puppi – che sarà visitabile fino all’11 ottobre 2022 presso la Fondazione Furlan di Pordenone, offrendo un punto di riflessione, non banale né scontato, sullo strettissimo rapporto tra arte e follia, nonché sullo scopo dell’artista nella società contemporanea.

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