15 gennaio 2021

It’s a Mad, Mad, Mad, Mad World #07. Intervista ad Alice Ronchi

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Per il terzo appuntamento di #ItsaMadMadMadMadWorld, l'atlante della fotografia degli anni 2020, a cura di exibart e Milano Art Guide, abbiamo fatto qualche domanda ad Alice Ronchi

Milano Art Guide ed exibart presentano It’s a Mad, Mad, Mad, Mad World, un atlante della fotografia degli anni 2020, da scoprire ogni settimana su Instagram: il terzo ospite è Teo Giovanni Poggi. Per dare un’occhiata al takeover nelle stories del nostro account instagram, vi basta cliccare qui.

 

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#ItsaMadMadMadMadWorld: intervista ad Alice Ronchi

A cosa stai lavorando?

«A una grande parete di un palazzo che affaccia su un istituto per bambini autistici.»
Come trovi ispirazione per il tuo lavoro? E cosa ti ispira di più?
«Riposta banale ma sincera? Dal quotidiano. Cosa mi ispira di più: le persone. Sono affascinata dalle emozioni e dall’inconsapevole poetica che si crea nei gesti quotidiani.»
Cosa significa fotografare negli Anni Venti del Duemila?
«Far parte di una dinamica folla di persone che costantemente registra la realtà e che talvolta la condivide. Fotografare nel 2020 è qualcosa di estremamente accessibile e popolare e che in vari modi ci collega e ci accomuna.»

Il 2020 in una foto?

Biografia

Alice Ronchi, 1989,  è un artista che vive e lavora a Milano. Si è laureata nel 2012 alla Nuova Accademia di belle arti di Milano e nel 2015 al Sandberg Insituut di Amsterdam.
Ha esposto in mostre collettive alla Triennale di Milano, a Palazzo Reale, al MAMbo di Bologna e al MAXXI di Roma. Tra le personali Colazione sull’erba (2014) e Majestic Solitude (2018) nella galleria Francesca Minini, A dinosaur can be vain (2015) nella galleria Fons Welters ad Amstedam e Per la barba di Merlino!(2018) nello spazio Mega di Milano. Dal 2020 insegna alla Nuova Accademia di Belle Arti (NABA) a Milano e collabora spesso con istituzioni e scuole per il quale sviluppa workshop per bambini.
Nei suoi lavori oggetti d’uso quotidiano incontrano il mondo dell’invenzione e della fantasia. La ricerca della “meraviglia” è un tema costante nella sua ricerca, popolata di figure familiari e allo stesso tempo enigmatiche, prodotto di una propria rielaborazione astratta. A metà strada tra il ludico e il minimale, il suo lavoro è una sintesi tra il rigore della forma e la semplicità d’espressione. Con l’uso di differenti media, che variano dalla scultura alla fotografia, e dalla performance al video, Alice interroga la realtà attraverso uno sguardo attento e curioso, restituendoci una sua magica visione.
Per le altre interviste di It’s a Mad, Mad, Mad, Mad World potete cliccare qui.

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