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L’artista Roberto Cuoghi ha curato a Milano una mostra che sembra la trama di un giallo
Arte contemporanea
Dopo la personale di Cosima von Bonin, che ha inaugurato i nuovi spazi di Ordet, è la volta del progetto di Roberto Cuoghi, che coinvolge l’artista Luigi D’Eugenio. L’ex autorimessa in zona Piola, a pochi civici dal recente bookshop di Lenz Press, ospita le ricerche sperimentali promosse dai suoi fondatori, Edoardo Bonaspetti e Stefano Cernuschi, che anche in questa occasione sorprendono per la loro unicità di scelta. LGUDGN71R23D341C, si preannuncia già dal titolo misteriosa, in codice. La mostra è nata per «per tacito consenso», come spiega il curatore, con dipinti selezionati grazie al lasciapassare dell’artista pur senza un coinvolgimento diretto nella decisione.

L’io dell’artista come figura misteriosa
La personale di Luigi D’Eugenio, LGUDGN71R23D341C, negli spazi di Ordet, si caratterizza per la sua enigmaticità. Della carriera dell’artista non ci è dato sapere molto ma le informazioni fornite dal curatore sono abbastanza per dare un’interpretazione. «Questa è la mostra di uno che non ha un curriculum, che non ha un mercato e che non lo cerca, la mostra di uno che non esiste». Con questa frase, Cuoghi sembra affermare la non necessità di inserire la figura di D’Eugenio in un contesto economico, tra valutazioni, esposizioni e recensioni. Ma potrebbe esserci un altro significato. Oltre ad un possibile codice fiscale, che dà il titolo alla mostra, dal testo emergono alcuni importanti dettagli. Tra i vari, si sottolinea un’amicizia lunga trent’anni con il curatore e con l’artista Oppy De Bernardo, ai quali è stata data la fiducia per la scelta delle opere tra oltre trecento dipinti.

Rivelazioni e dubbi: le opere di LGUDGN71R23D341C
Per LGUDGN71R23D341C, una decina di tele, realizzate tra il 2021 e il 2025, sono appese alle pareti dei due piani di Ordet. Le opere esposte vanno di pari passo con il suo creatore sfuggente. La pittura materica si posa su stoffe spesse rivelando soggetti molto diversi tra loro, in apparenza privi di un filo conduttore. Elementi ancestrali simil-ricamati, un ritratto di giovane, fino alle immagini di alcune telecamere di sorveglianza in cui figure umane e animali sono riprodotte con la fedeltà di un fax: strato per strato.
Ed ecco che ci si ritrova a studiarle, cercando di capire cosa abbia portato il suo autore ad associare queste immagini, accattivanti e segrete, e a guardarsi intorno nello spazio cercando di incrociare nella folla lo sguardo dell’artista per ricevere una risposta. Allora chi è davvero Luigi D’Eugenio? Ma soprattutto, è davvero importante scoprirlo? «Nessuno in questa storia sa nel dettaglio come si può fare quello che stiamo facendo, ma dato che lo stiamo facendo è evidente che si può fare», ci suggerisce ancora una volta Cuoghi.
La mostra LGUDGN71R23D341C, a cura di Roberto Cuoghi, sarà visitabile da Ordet fino al 14 giugno 2025.
