08 ottobre 2022

Le cose che accadono – Casa d’Aste Artcurial Italie

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A Milano inaugura l’ultima delle tre esposizioni post-residenza di Lido Contemporaneo. Le opere concepite e realizzate a Fano in mostra nella sede di Artcurial Italie

Davide Serpetti. Dioniso-Ramingo, 2022, olio acrilico e spray acrilico su tela, 190x140cm. Ph. Paolo Semprucci

Le cose che accadono, molto spesso si fermano a chimeriche visioni che durano un barlume; altre volte diventano progetti evidenti ed articolati che rivelano il talento degli artisti e la sinergia che si instaura con i curatori.
Questo è il caso della mostra itinerante “Le Cose Che Accadono”; l’esposizione presenta le opere esito della Residenza Lido La Fortuna a cura di Caterina Angelucci, Andrea Tinterri e Luca Zuccala, promossa dall’Associazione Culturale Lido Contemporaneo in collaborazione con il Comune di Fano, l’Assessorato alla Cultura e Beni Culturali e Fabbrica Urbana, svoltasi nel mese di maggio.
Questa terza tappa è a Milano, dal 5 al 18 ottobre 2022, viene ospitata da Emilie Volka, la direttrice della sede italiana della Casa d’aste Artcurial Italie,
Le cose che accadono sono una rivelazione, una miscela di assonanze e corrispondenze scaturite durante le settimane di ricerca sul territorio di Fano. Lampi di ricordi, reminiscenze nell’intenso dialogo osmotico con la città, che si riverberano nel lavoro di ogni artista e nel percorso espositivo. Una lettura inedita di un territorio prezioso, saturo di storia e storie che l’artista rilegge e reinterpreta attraverso la propria sensibilità. Uno sguardo colto e trasversale che accoglie e fa proprie le peculiarità della terra, della comunità e del territorio, fondendosi e confondendosi con esso, fino ad arrivare a qualcosa che non si stava cercando ma che, improvvisamente, si manifesta quale tassello prezioso per la propria crescita.
Questa ricerca avvenuta per osmosi si articola in una mostra che ha interagito con figure rilevanti del territorio marchigiano, garantendo agli artisti un approccio che ha favorito la creazione di possibilità associative e narrative; piuttosto che l’esecuzione di idee predeterminate riguardanti la composizione.

Andrea Martinucci, Le cose che si baciano di notte, 2022

Così si sono mossi Nicolò Cecchella, Andrea Martinucci, Davide Serpetti e Caterina Erica Shanta. Ai quali si sono aggiunti le opere di Danny Avidan, Jingge Dong e Oscar Contreras Rojas, tre pittori internazionali che hanno fatto della città di Fano luogo di elezione.
L’istinto di analisi, incontra una gamma completa di sentimenti, autoconcezioni e modi di espressione nei quali la mostra prende forma. Per Andrea Martinucci Le cose che accadono sono tele di diverse dimensioni che inaugurano la serie Le Suites, stanze profonde, vissute da desideri, emozioni e paure che chiedono di essere abitate con un’esperienza diversa. Attraverso una danza rituale nella quale si compongono di stratificazioni, strappi, composizioni caotiche e gesti reali.
Caterina Erica Shanta realizza, attraverso un’installazione composta da una proiezione video, una traccia audio e un disegno a grafite su cartoncino nero, Calante: una poetica perdita di equilibrio in cui la terra sprofonda nel mare Adriatico.
La natura umana, con le sue metamorfosi, fa da padrona nella pratica di Davide Serpetti, che indaga il rapporto tra icone e potere. I protagonisti ritratti nelle tele sono esseri dall’identità indefinita, spesso assimilabili ad animali, come quelli raffigurati nelle pagine della Monstrorum historia di Ulisse Aldrovandi, visionario bestiario seicentesco di animali fantastici, conservato nella Biblioteca Federiciana di Fano.

Nicolò Cecchella, Diaframma, 2020-2022, acciaio inox, gomma, lattice naturale, terra di scavo archeologico, polvere calcarea, conchiglie frantumate

Nicolò Cecchella, presenta un’installazione composta da una fusione in ottone raffigurante gli occhi dell’artista e da un calco del suo corpo in alluminio: un’impronta contenente acqua marina che, come una lente naturale, ingloba luce e allo stesso tempo riflette l’esterno, delineando la figura di quello che potremmo definire un Narciso Inverso. Infine, l’opera Diaframma, composta da una pellicola di gomma lattice ambrata, posta all’interno di un telaio metallico che, esposta alla luce naturale, rivela frammenti di materialità profonde: la terra proveniente da uno scavo archeologico e la polvere calcarea di conchiglie frantumate. Sono due temporalità che si ricongiungono in una sorta di finestra temporale, in una diapositiva geologica.
In questo magma di gestazione e di realizzazione felice, emerge quanto le residenze occupino una posizione dominante in uno scenario artistico in continua evoluzione, comprensivo di approcci diversi alla percezione e alla rappresentazione dei mondi interni ed esterni.

 

 

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