17 ottobre 2019

L’estetica del filo. Virginia Zanetti, Filippo Berta e Maria Lai, a Zurigo

di

L'Istituto Italiano di Cultura di Zurigo presenta le performance storiche e inedite di Maria Lai, Virginia Zanetti e Filippo Berta, legati dal filo dell'arte relazionale

Maria Lai, Legarsi alla Montagna, Ulassai, 1981

Che sia un filo spinato o di tessuto, c’è qualcosa che unisce l’opera d’arte e le persone, una relazione che può assumere forme diverse, partecipate, emotive, socialmente impegnate. Ed è su questo dialogo a moltissime voci che avremo modo di riflettere in occasione di Chi Avrà Più Filo Tesserà, sabato 19 ottobre, presso la Zürcher Hochschule der Künste, a Zurigo, incontro presentato da ICC – Istituto Italiano di Cultura di Zurigo, a cura di Francesca Ceccherini e Beatrice Fontana, che hanno invitato Virginia Zanetti e Filippo Berta, due artisti che hanno fatto dell’incontro con l’altro un metodo di ricerca, a intervenire sul tema della partecipazione nell’arte. E se si parla dell’intreccio indissolubile tra arte e individui, doveroso è il ricordo di Maria Lai, tra le artiste italiane più influenti. Durante l’incontro, infatti, sarà proiettato Legare Collegare, un video documento girato da Tonino Casula su Legarsi alla Montagna, performance realizzata nel 1981, a Ulassai, dalla grande artista sarda, scomparsa nel 2013.

Il video mostra l’azione artistica che Maria Lai concepì a partire dalla rilettura di un’antica leggenda locale quasi dimenticata, quella di una bambina salvata dalla frana in una grotta nella quale si era rifugiata durante un temporale per rincorrere un nastro celeste apparso all’improvviso. Restituendo la portata simbolica di questa storia, l’artista coinvolse donne, uomini, bambini, giovani e anziani di Ulassai per legare casa per casa, porta per porta, balcone per balcone attraverso un nastro di stoffa azzurro che giungeva alla montagna, chiedendo loro di realizzare nodi differenti in base alle relazioni che li univano – quali amicizia, amore o conflitto.

Virginia Zanetti, Abissi, performance, in collaborazione con il Centro Astalli, Palermo, a cura di Spazio Y, Bordercrossing, Manifesta 12, Palermo

Si inizierà alle 15, con Virginia Zanetti che coinvolgerà residenti e migranti a collaborare per la performance Abissi, incrociando poeticamente – ma non solo – mani e storie attraverso la pratica del ricamo su un grande tessuto blu oltremare, a rappresentare l’incontro tra esseri viventi nell’ecosistema dal quale tutti abbiamo avuto origine. Nel corso dell’azione performativa l’artista inviterà ogni partecipante a ricamare una stella attraverso un prezioso filo d’oro, la cui forma omaggia quella dipinta da Giotto nella volta celeste della Cappella degli Scrovegni a Padova, all’inizio del XIV secolo. Il tempo del ricamo diventerà anche quello della condivisione delle proprie memorie legate al mare, al viaggio, allo spostamento, all’attraversamento, proiettando, sulla costellazione intessuta, desideri, speranze, sogni e ricordi.

Filippo Berta, ONE BY ONE, Performance, Italian Coucil 2019, MIBAC, Nomas Foundation. Ph. Filippo Berta

A seguire, dalle 18.30, Filippo Berta presenterà in anteprima One by One, progetto in corso di realizzazione e vincitore dell’Italian Council 2019, premio indetto dal MIBAC – Ministero per i beni e le attività culturali. In questo caso, Berta parte da un tentativo significativamente destinato al fallimento: contare tutte le spine dei fili metallici di recinzione che creano divisioni geopolitiche e culturali tra Stati come Slovenia, Croazia, Ungheria, Serbia, Macedonia, Grecia, Turchia, Corea, Messico e Stati Uniti. Come spesso capita nella ricerca di Berta, gli ambiti analogici e virtuali si intersecano, con la presenza mediaticamente ossessiva del filo spinato, che sarà “raccontato” dalle persone che lo vivono ogni giorno. In One by One, infatti, l’artista coinvolgerà in prima persona le comunità che vivono presso i confini segnati da fili spinati, ciascun residente diventa un performer invitato a contare a voce alta e nella propria lingua le singole spine. La realizzazione del progetto è stata possibile grazie a una rete di soggetti culturali internazionali che hanno cooperato, a partire da Nomas Foundation, La Sapienza Università di Roma e Tools for Culture.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui