12 marzo 2025

Luca Petti e la Collezione Frasca, un dialogo sull’ibridazione all’Ex Ospedale Militare di Napoli

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Le opere di Luca Petti dialogano con lavori selezionati della Collezione Frasca: la simbiosi tra umano e natura va in mostra negli ambienti suggestivi dell’Ex Ospedale Militare di Napoli

luca petti mostra napoli
La Santissima Community Hub / Ex Ospedale Militare, Napoli, 2025 L’istinto ha preservato la mia specie. Luca Petti in dialogo con la collezione Fabio Frasca, a cura di Martina Campese, Letizia Mari, Alberto Navilli Installation view (Dal primo piano: Luca Petti, Endosimbionti IV ed Endosimbionti III, 2025; Isadora Neves Marques, GMO are a Direct Evolution of Botanical Expeditions to the Colonies Throughout Modern Times, 2017) Ph credits Danilo Donzelli, Courtesy Attiva Cultural Projects

L’istinto ha preservato la mia specie, promossa da Attiva Cultural Projects, si inserisce nel ricco panorama dell’arte contemporanea napoletana con un’esposizione densa di significati e suggestioni. Ospitata presso La Santissima – Ex Ospedale Militare un luogo simbolo di rigenerazione urbana e culturale – attualmente inaccessibile a causa operazioni di manutenzione del verde –, la mostra mette in dialogo le opere di Luca Petti con la Collezione Fabio Frasca, offrendo un’esperienza linguistica che indaga la relazione tra umano, natura e variazioni della materia, mediante un ecosistema espositivo unico, incentrato sul concetto di simbiosi tra specie e luoghi mutanti.

Curata da Martina Campese, Letizia Mari e Alberto Navilli, L’istinto ha preservato la mia specie presenta 13 opere a testimoniare il profondo legame tra gli artisti e il collezionista, rivelando una ricerca basata sull’ibridazione tra l’elemento naturale e artificiale. Le sculture di Luca Petti pensate per questo appuntamento, denominate Endosimbionti, evocano esseri ibridi composti da materiali eterogenei come bronzo, ferro, ceramica e ottone, in cui si innestano frammenti organici quali coralli, denti di squalo e licheni. Questo processo meticcio e creativo sottolinea il concetto di endosimbiosi, ovvero la convivenza e la cooperazione tra specie diverse, suggerendo una riflessione sulla fragilità e sulla resistenza della vita.

La Santissima Community Hub / Ex Ospedale Militare, Napoli, 2025 L’istinto ha preservato la mia specie, Luca Petti in dialogo con la collezione Fabio Frasca, a cura di Martina Campese, Letizia Mari, Alberto Navilli, veduta della mostra (Luca Petti, Endosimbionti II, 2025) Ph credits Danilo Donzelli, Courtesy Attiva Cultural Projects

In questo contesto si inseriscono le opere della Collezione Fabio Frasca, un nucleo artistico incentrato su mutazioni, relazioni e sperimentazione formale. Tra gli artisti internazionali selezionati dal collezionista per la mostra, Aria Dean propone LUPO (2023), una scultura in ferro che metaforicamente evoca il suono perduto di un campanaccio, eco di un tempo in cui la pastorizia e le sue ritualità scandivano la vita quotidiana. Oggi, quel richiamo ancestrale si affievolisce, soffocato dalle trasformazioni economiche e sociali, lasciando dietro di sé il silenzio di tradizioni sempre più relegate ai margini.

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La Santissima Community Hub / Ex Ospedale Militare, Napoli, 2025 L’istinto ha preservato la mia specie, Luca Petti in dialogo con la collezione Fabio Frasca, a cura di Martina Campese, Letizia Mari, Alberto Navilli, veduta della mostra (Dal primo piano: Luca Petti, Endosimbionti III, Endosimbionti IV, Endosimbionti II, 2025) Ph credits Danilo Donzelli, Courtesy Attiva Cultural Projects

A seguire, Bri Williams espone Untitled (2021), un’opera che imprigiona l’immagine di un pettirosso in una forma sospesa, coagulata e congelata in un attimo senza tempo. Questa figura, con la sua delicatezza, evoca l’iconografia cristiana della crocifissione, ma non si limita a riprodurre un’immagine religiosa. Il pettirosso, infatti, porta con sé il peso di una leggenda antica, quella che gli ha conferito il nome, rendendolo simbolo di sacrificio e trasformazione. La scultura trasmette l’idea di un animale in bilico tra il mito e la realtà, un testimone silenzioso di storie che si intrecciano tra il sacro e il profano, tra il naturale e il divino.

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La Santissima Community Hub / Ex Ospedale Militare, Napoli, 2025 L’istinto ha preservato la mia specie, Luca Petti in dialogo con la collezione Fabio Frasca, a cura di Martina Campese, Letizia Mari, Alberto Navilli, veduta della mostra (Irene Fenara, Struggle for life, 2016) Ph credits Danilo Donzelli, Courtesy Attiva Cultural Projects

Suggestiva e raccolta, Irene Fenara propone il video Struggle for life (2016), che si sviluppa in un loop visivo in scala di grigi, mediante l’espediente delle telecamere di sorveglianza su un allevamento intensivo. In continuità, Gaëlle Choisne porta un lavoro, dal titolo Affectives Documents_8 (Womxn) (2023), che fonde scultura e fotografia. Il cartonato fotografico dell’artista francese di origine haitiana cattura il momento in cui una donna di spalle, l’unica figura umana reale tra le opere selezionate, attraversa un fiume intenta nel trasporto di una scatola di cartone: il medium si ripropone vivente come contenuto dell’azione catturata dallo scatto.

La Santissima Community Hub / Ex Ospedale Militare, Napoli, 2025 L’istinto ha preservato la mia specie, Luca Petti in dialogo con la collezione Fabio Frasca, a cura di Martina Campese, Letizia Mari, Alberto Navilli, veduta della mostra (Dal primo piano: Luca Petti, Endosimbionti III, 2025; Isadora Neves Marques, GMO are a Direct Evolution of Botanical Expeditions to the Colonies Throughout Modern Times, 2017) Ph credits Danilo Donzelli, Courtesy Attiva Cultural Projects

Grant Mooney e Winona Sloane Odette con Untitled (c. i salento) (2023) e Isadora Neves Marques con GMO are a Direct Evolution of Botanical Expeditions to the Colonies Throughout Modern Times (2017) esplorano, seppur in modi distinti, le potenzialità nascoste nei materiali naturali e il loro sfruttamento. Entrambe le opere, iconograficamente simili, riflettono sul concetto di “estrazione”. In Untitled, Mooney e Odette si concentrano sulla bellezza intrinseca della cera e della linfa, materiali che, essendo ricchi di valore, vengono tratti dalla natura attraverso un processo che ne esaurisce la sostanza. La loro scelta rimanda a una riflessione sulla vulnerabilità di questi elementi, simboli di una natura che offre senza restituire, consumata e sfruttata senza compassione. Non a caso, la scelta compositiva, anche stavolta, evoca l’immagine della crocifissione.

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La Santissima Community Hub / Ex Ospedale Militare, Napoli, 2025 L’istinto ha preservato la mia specie, Luca Petti in dialogo con la collezione Fabio Frasca, a cura di Martina Campese, Letizia Mari, Alberto Navilli, veduta della mostra (Da sinistra: Luca Petti, Endosimbionti VII, Endosimbionti I, Endosimbionti VI, 2025) Ph credits Danilo Donzelli, Courtesy Attiva Cultural Projects

Al contrario, l’opera di Marques, GMO are a Direct Evolution of Botanical Expeditions to the Colonies Throughout Modern Times, evidenzia l’aspetto più oscuro e dannoso dell’estrazione, in particolare quella del lattice dal caucciù. Qui, la denuncia è chiara: le multinazionali, attraverso la loro complicità, hanno contribuito alla distruzione di habitat naturali, segnando in modo indelebile la natura stessa e il nostro rapporto con essa. Marques rivela, in questo modo, il lato tragico di un processo che ha ridotto la terra a una mera risorsa, esaurendola in nome del profitto.

L’allestimento di queste opere, curato con grande attenzione, dialoga con gli spazi della Santissima, enfatizzando il carattere post-industriale e storico dell’ex ospedale militare. La mostra non limitandosi ad essere una mera esposizione statica, si configura come un ambiente fluido, dove le opere interagiscono con l’architettura e con il visitatore, creando un’atmosfera di scoperta e riflessione, sul vivente e sulle rovine intese come processo organico e ricordo perennemente vivo di ciò che, pur morendo, continua ad innescare processi di vivificazione nel presente.

L’istinto ha preservato la mia specie si distingue per la capacità di stimolare una riflessione sulla simbiosi tra natura e artificio, tra memoria e futuro, proponendo un percorso che trasforma lo spazio espositivo in un laboratorio di connessioni visive ed emotive.

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