06 luglio 2021

Parchi dell’Arte in Italia #2. Arte Sella

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Nato a metà degli anni '80 in Trentino, Arte Sella ha una caratteristica fondamentale: le opere sono realizzate con materiali organici messi a disposizione dalla natura stessa e destinati a subire le modifiche del tempo per reintegrarsi con il paesaggio che le ospita

Ian Ritchie - Levitas - ph Giacomo Bianchi - Copyright Arte Sella

Come altri parchi nazionali e internazionali anche Arte Sella nasce negli anni Ottanta e per la precisione nel 1986 dallo scambio di idee tra un gruppo di amici di Borgo Valsugana che, ritrovandosi insieme a Villa Strobele in Val di Sella, iniziano a concepire questo luogo come un posto in cui far sì che arte e natura intreccino una stretta relazione tra loro.
Le prime installazioni degli artisti invitati di anno in anno vengono posizionate nel giardino di Villa Strobele proprio in quel primo anno, mentre nel 1990 nasce l’Associazione Arte Sella che nel 1996 inizia a estendere i propri confini oltre la proprietà privata della villa per inserirsi nel territorio naturale, attraverso gli interventi di alcuni artisti che cominciano a lavorare lungo un sentiero forestale.

Alison Stigora – Il Seme – Ph Giacomo Bianchi – Copyright Arte Sella

La peculiarità di questo parco, rispetto ai molti altri luoghi simili (con installazioni disseminate all’aria aperta nella natura) risiede soprattutto nel fatto che le opere concepite qui, come dice la guida al luogo «escono dal paesaggio, lo abitano per poi tornare, secondo i tempi della natura, a farvi parte», si tratta cioè d’installazioni realizzate con materiali organici messi a disposizione dalla natura stessa e destinati a subire le modifiche del tempo per reintegrarsi con il paesaggio che le ospita.

Cedric Leborgne – La donna invisibile – Ph Giacomo Bianchi

Il concetto quindi che l’opera si possa dissolvere nel paesaggio esclude di per sé qualsiasi riflessione sulla conservazione e, parallelamente, la scelta dei materiali contraddice quell’idea di eternità con cui siamo soliti pensare all’arte, che in questo luogo, al contrario, è un elemento antropico non invasivo, transitorio e in costante trasformazione.
Ad Arte Sella l’artista non è più il protagonista assoluto e a differenza di quanto accadeva con la Land Art «caratterizzata da segni fortemente impressivi nel territorio; la natura va difesa come scrigno della memoria dell’individuo; la natura non è più solo protetta, ma interpretata nella sua essenza ed è una fonte di sapere e di esperienza», come spiega ancora il testo introduttivo al parco stesso.
Oggi Arte Sella è composta da due percorsi: quello di Malga Costa e quello di Villa Strobele, collegati tra loro dal Sentiero Montura, anch’esso disseminato di opere d’arte (tra cui le sculture/animali di Sally Matthews).

Henrique Oliveira – Radice Comune – Ph Giacomo Bianchi – Copyright Arte Sella

Sebbene come si è detto il parco nacque nel 1986, per via proprio di questo riassorbimento dell’arte da parte della natura, l’opera meno recente (e anche quella più iconica) risale al 2001 e si tratta dalla Cattedrale Vegetale di Giuliano Mauri, divenuta un simbolo del luogo stesso. Situato nei pressi di Malga Costa questo intervento imponente ha le dimensioni di una cattedrale gotica a tre navate, le cui colonne sono composte da rami intrecciati all’interno dei quali cresce un giovane carpino destinato a chiudere la volta. Nell’area di Malga Costa si trovano trenta installazioni tra cui le ultime, realizzate nel 2019 da Edoardo Tresoldi ed Henrique Oliveira. Il primo è l’autore di Simbiosi, uno spazio architettonico di contemplazione che mescola la trasparenza della rete metallica (classico elemento utilizzato dall’artista) con la pietra locale dando vita a un effetto di dissolvenza, mentre il secondo ha concepito per il parco Radice Comune, un albero coricato che presenta al centro del tronco un grande nodo. Sono comunque molte le opere simboliche all’interno di questo percorso, per esempio Ponte II del 2009 di Steven Siegel (camminamento creato tra due barriere/muretti realizzati con giornali di carta) oppure Tana Libera Tutti del 2011 di Patrick Dougherty (sorta di nidi realizzati con rami intrecciati e legati ognuno a un albero) o ancora 0121-1110=115075 di Jaehyo Lee del 2015 (un portale in legno dal grande impatto visivo).

Will Beckers – – Copyright Arte Sella – Ph Giacomo Bianchi

All’interno invece del parco che circonda Villa Strobele, laddove nacque la stessa Arte Sella, oggi sono visibili opere come quella suggestiva di Reiner Gross dal titolo Lo spirito di Samarcanda (2018) che ruota attorno all’edificio dando l’impressione di attraversarlo e uscirne e A fior di pelle (2012) e quella di Stuart Ian Frost che coerentemente con la sua pratica usuale interviene sulla superficie di un tronco con l’incisione di un pattern geometrico ripetuto in modo regolare. Dal 2016 però all’interno del giardino della villa sono stati chiamati a lavorare soprattutto architetti di fama internazionale come Eduardo Souto de Moura che nel 2019 ha realizzato un portale geometrico in pietra che ricorda un dolmen, oppure Kengo Kuma con Kodama del 2018 (una costruzione sferica in legno) e Michele De Lucchi con Dentro fuori (2018) che ha creato una struttura architettonica in legno. L’ultimo intervento, installato nel 2020, è di Stefano Boeri autore di Tree Room, un’ambiente (stanza senza soffitto) delimitato circolarmente da un perimetro ligneo all’interno del quale si trovano degli alberi.

  • Angela Maderna è Borsista di ricerca presso l’Università di Messina

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