17 settembre 2022

#PlayWell: gioca con l’arte al Westin Excelsior di Roma con Ex Elettrofonica e Gilda Lavia

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Il tema del gioco nel mondo dell’arte contemporanea attraverso le opere di Leonardo Petrucci, Marco Bernardi e Agostino Iacurci

Leonardo Petrucci, The Immortal Game (World), 2022, acrilico su legno, cm 85x85x6.

Ieri, 15 settembre, è stata inaugurata #PlayWell: gioca con l’arte, una nuova mostra collettiva dedicata al tema del gioco negli spazi dello storico hotel The Westin Excelsior Rome, in esclusiva collaborazione con le gallerie romane Ex Elettrofonica e Gilda Lavia.

L’esposizione, aperta al pubblico fino al 30 novembre, celebra e racconta il gioco nel mondo dell’arte contemporanea attraverso i lavori di Leonardo Petrucci, Marco Bernardi e Agostino Iacurci. Sin dagli inizi del Novecento questa tematica è stata il mezzo, in campo artistico, che ha consentito l’infrazione delle regole dell’estetica dominante offrendo l’opportunità di nuovi itinerari visivi e percettivi.

La mostra propone un percorso interattivo e stimolante in cui i visitatori hanno l’occasione di interagire con le opere d’arte.

Con The Immortal Game, Leonardo Petrucci, artista rappresentato dalla galleria Gilda Lavia di Roma, coinvolge attivamente il pubblico invitandolo a iniziare una partita a scacchi. La scacchiera dalle grandi dimensioni presenta una superficie sulla quale è dipinta una proiezione del mondo, nel cui punto centrale è raffigurato il Polo Nord, mentre, ai quattro angoli, il Polo Sud.

Leonardo Petrucci, The Immortal Game (World), 2022, acrilico su legno, cm 85x85x6, credits Valentina Stefanelli.

La partita è metafora della sfida che l’essere umano deve compiere contro l’attuale condizione climatica: «Il progetto legato agli scacchi e al cambiamento climatico – racconta Petrucci – nasce nel marzo 2019, anno in cui sono stato invitato dal curatore Mike Watson in una cittadina del nord della Finlandia, Oulu. A marzo la temperatura era piuttosto rigida ancora (-16 gradi la minima). L’idea era, quindi, cercare di lavorare sulla condizione climatica immaginandola come una vera e propria sfida. Il gioco per eccellenza che riguarda la sfida con il massimo delle responsabilità umane è il gioco degli scacchi perché non c’è la componente della fortuna, è tutta responsabilità umana. L’idea di poter stare attorno a una scacchiera e muovere le pedine è come se investisse l’essere umano di una responsabilità assoluta, esattamente come ognuno di noi la esercita nei confronti della situazione climatica».

Leonardo Petrucci, The Immortal Game (World), 2022, acrilico su legno, cm 85x85x6.

L’attenzione dello spettatore si sposta poi sul soffitto della sala, dove è fissata Vertical Chessboard, uno degli altri lavori dell’artista, costituito da una colonna sospesa, interamente realizzata in carta con la tecnica degli origami modulari. L’alternarsi del bianco e del nero rievoca la disposizione dei quadrati della scacchiera e del pavimento in marmo dell’hotel. Conclude l’opera un ottaedro in rosso, simbolicamente rievocativo della ricerca di Petrucci legata al mondo dell’alchimia.

Leonardo Petrucci, Vertical Chessboard, 2022, origami modulari in carta e filo di nylon, cm 22x22x300 circa.

Il percorso prosegue con le opere degli artisti Agostino Iacurci e Marco Bernardi, rappresentati dalla Galleria Ex Elettrofonica di Roma.

I colori brillanti di Iacurci, stesi in ampie campiture all’interno dei dipinti e utilizzati nelle sculture, costituiscono motivo di attrazione e curiosità per lo spettatore. L’artista pugliese si confronta con la pittura di giardino, tema ricorrente nella decorazione parietale romana, reinventandola in maniera originale. Attraverso le quattro sculture in terracotta con piante vive, collocate in corrispondenza delle lesene del porticato dell’hotel, Iacurci dimostra una sapiente capacità compositiva e spaziale nella quale il meccanismo del gioco viene declinato attraverso l’inedita messa in dialogo tra le tradizionali strutture architettoniche della sala espositiva e gli elementi di sua creazione.

Agostino Iacurci, Stem#2 (orange), Stem #6 (green), Stem #5 (violet), Stem #7 (pink), 2022, terracotta smaltata, acciaio, pianta, cm 20×151 + pianta, cm 20×152,5 + pianta, cm 20×151 + pianta, cm 20×152,5.

Disposte lungo l’intero percorso della mostra sono esposte, poi, le ambigue e paradossali creazioni di Marco Bernardi. Le sue sculture e istallazioni riflettono il tema della vanagloria delle azioni umane e si collocano in uno spazio distopico caratterizzato da un’aura di sottile pessimismo.

Marco Bernardi, Terra promessa, 2021, feltro, ago, stoffa, cm 60x43x43

«Lavoro sul tema del gioco per l’impossibilità di prendere sul serio la realtà – ci racconta Bernardi –Non bisogna, però, nemmeno prenderla troppo poco sul serio. Per questo creo opere che sono ambigue, perché non si sa bene se sono serie o giocose. Ad esempio, l’opera Non riflettere può avere più significati. Non riflettere, cosa si intende con questa espressione? È lo specchio che non deve riflettere un’immagine o sei tu a non dover riflettere mentre ti guardi allo specchio?».

Le sue creazioni, tra le quali il Cervelletto con rotella o i Cuori di stoffa, «ridicole e amare» – così come le definisce l’artista stesso – mettono in scena il tema del non risolto e della difficoltà a decodificare i fenomeni della realtà rispetto alla quale il gioco offre un’opportunità di creare un universo alternativo dove vigono dei nessi, spesso, non logici.

Marco Bernardi, Cervelletto con rotella, 2020, cemento, rotella, plexiglass, 13x13x13.

L’invito rivolto agli spettatori, nel corso della visita della mostra, è quello di intrattenersi di fronte alle diverse opere esposte osservandole con attenzione e cercando di coglierne i diversi possibili piani di lettura, spesso proposti all’interno di associazioni paradossali.

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