20 giugno 2025

Premio Sparti 2025: il confine per Giuliana Benassi e Niccolò Giacomazzi

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L’edizione 2025 del Premio Sparti ad Ascoli Piceno indaga un concetto tanto denso quanto attuale: il confine come spazio di transizione e tensione, nei progetti curatoriali di Giuliana Benassi e Niccolò Giacomazzi

ZIG ZAG – Premio Sparti 2025 Palazzo dei Capitani, Ascoli Piceno Foto Eleonora Cerri Pecorella

Nell’ambito del Premio Sparti 2025, Sono due i progetti curatoriali – Confine Infinito di Giuliana Benassi al Museo Civico d’Arte Moderna e Contemporanea O. Licini e ZIG ZAG di Niccolò Giacomazzi a Palazzo dei Capitani – che offrono prospettive complementari e divergenti sul tema, analizzato attraverso molteplici medium, dalla scultura alla video arte, dalle installazioni sensoriali alla riflessione digitale. A queste mostre si affianca anche Last Seen, esposizione personale di Dario Cappello alla Frida Art Academy, sempre a cura di Giacomazzi, che esplora il confine tra presenza e assenza nella dimensione tecnologica. Abbiamo intervistato i due curatori per approfondire il senso e la visione che guidano i loro percorsi all’interno del premio.

CONFINE INFINITO – Premio Sparti 2025 Museo Civico d’Arte Moderna e Contemporanea “O. Licini”, Ascoli Piceno Foto Eleonora Cerri Pecorella
CONFINE INFINITO – Premio Sparti 2025 Museo Civico d’Arte Moderna e Contemporanea “O. Licini”, Ascoli Piceno Foto Eleonora Cerri Pecorella

Giuliana Benassi, in Confine Infinito hai scelto di esplorare il confine come concetto universale, svincolandolo da una lettura strettamente politica o bellica. Cosa ti ha spinto a orientarti verso questa scelta?

«Sì, esattamente, il concetto di Confine è svincolato da una lettura costantemente attuale in chiave politica o bellica, per essere esplorato invece nel suo significato e ribaltando il punto di vista. Per offrire, attraverso l’arte, uno strumento di riflessione più profondo dell’esistenza, capace di diventare, proprio per questo motivo, ancora più attuale e oggetto di trasformazione interiore per coscienze future».

CONFINE INFINITO – Premio Sparti 2025 Museo Civico d’Arte Moderna e Contemporanea “O. Licini”, Ascoli Piceno Foto Eleonora Cerri Pecorella

Gli artisti coinvolti, italiani e internazionali, provengono da percorsi molto diversi. Come si costruisce un equilibrio tra voci così eterogenee, mantenendo coerenza con il tema?

«È un processo spontaneo, quasi organico. I lavori dialogano tra loro come in un sistema neuronale, generando vere e proprie sinapsi, connessioni».

La mostra propone il confine come soglia, tensione, orizzonte. C’è un’opera che, secondo te, sintetizza questa pluralità?

«Sebbene sia difficile individuare un lavoro nello specifico, mi viene subito in mente il lavoro di José Angelino. La sua opera rende visibile l’invisibile: gas, marmo, vetro coesistono in uno stato di equilibrio instabile. I confini qui si configurano come tensioni tra elementi diversi e tutto sembra muoversi in una tensione animata dalla volontà di raggiungere uno stato di quiete, parafrasando, di felicità».

CONFINE INFINITO – Premio Sparti 2025 Museo Civico d’Arte Moderna e Contemporanea “O. Licini”, Ascoli Piceno Foto Eleonora Cerri Pecorella
CONFINE INFINITO – Premio Sparti 2025 Museo Civico d’Arte Moderna e Contemporanea “O. Licini”, Ascoli Piceno Foto Eleonora Cerri Pecorella

“Confine Infinito” affida all’arte un ruolo poetico. Qual è, secondo te, il potenziale dell’arte oggi nel ridefinire concetti complessi come quello di confine?

«È difficile esprimerlo a parole, ma ritengo sia un ruolo poetico-visivo, con una dimensione esegetica ed esistenziale».

Niccolò Giacomazzi, in ZIG ZAG scegli un approccio più frammentario e dinamico, dove il tema viene analizzato attraverso deviazioni e contraddizioni. Il titolo evoca un movimento irregolare, istintivo. Come hai tradotto questo concetto nella selezione degli artisti e delle opere?

«È stato adottato un atteggiamento non lineare. Mi interessava selezionare artiste e artisti capaci di lavorare con diversi medium, ma soprattutto confrontarmi con loro sulle diverse declinazioni della tematica, senza mantenere un’unica direzione. Il risultato sono dodici opere, di cui alcune inedite, che affrontano il confine sotto prospettive anche molto distanti tra loro. La traiettoria quindi risulta discontinua e riflette il desiderio di non ridurre il tema a una narrazione univoca ma di lasciarlo espandere, talvolta anche contraddirsi».

ZIG ZAG – Premio Sparti 2025 Palazzo dei Capitani, Ascoli Piceno Foto Eleonora Cerri Pecorella
ZIG ZAG – Premio Sparti 2025 Palazzo dei Capitani, Ascoli Piceno Foto Eleonora Cerri Pecorella

Il confine, nella mostra, è pensato non come barriera ma come soglia e transizione. Che tipo di dialogo si è creato tra gli artisti e questo tema?

«Ogni artista ha portato avanti il proprio percorso personale, spesso già in risonanza con il tema. Dopo il sopralluogo al Palazzo dei Capitani, molti avevano già una visione chiara. Non si è trattato tanto di mettere in crisi l’idea di confine, quanto di reinventarla attraverso un continuo slittamento di asse, una spinta a cercare alternative: immaginazioni, deviazioni, scarti, solchi. In questo senso, molte opere non si limitano a rappresentare il confine nella sua accezione classica o nei suoi cliché, ma lo utilizzano come espediente per approfondire altro».

ZIG ZAG – Premio Sparti 2025 Palazzo dei Capitani, Ascoli Piceno Foto Eleonora Cerri Pecorella

In questa edizione del Premio Sparti sei anche curatore della mostra di Dario Cappello, Last Seen, al Frida Museum. Al centro c’è il concetto di assenza. Come si traduce questa assenza per il pubblico?

«In entrambe le opere, Last Seen e Noi Vogliamo il Wifi, l’assenza è percepita in modo sensoriale. Last Seen presenta un messaggio di “ultimo accesso” su uno schermo OLED: una promessa di presenza che non si realizza. In Noi Vogliamo Wifi, invece, l’assenza si fa quasi fisica: decine di reti Wi-Fi visibili ma non accessibili creano una frustrazione tattile. È un cortocircuito tra possibilità e negazione, dove lo spettatore percepisce una molteplicità di segnali, ma non può stabilire alcuna connessione. È un’esperienza di frustrazione e desiderio, in cui il corpo resta escluso, spaesato, mentre la tecnologia simula accessibilità senza relazione».

Last Seen, Dario Capello – Premio Sparti 2025 Frida Art Academy, Ascoli Piceno Foto Eleonora Cerri Pecorella

Sempre in Last Seen, che ruolo ha l’ambiguità emotiva e sensoriale nel lavoro di Dario Cappello?

«In entrambe le opere, l’assenza si traduce in una forma di presenza mancata: generano una tensione ambigua tra ciò che è visibile e ciò che non può essere toccato. Elementi minimi – un messaggio, una rete – si caricano di significato, creando una dimensione sospesa, quasi anestetica. Nulla è del tutto presente, nulla è del tutto accessibile».

Last Seen, Dario Capello – Premio Sparti 2025 Frida Art Academy, Ascoli Piceno Foto Eleonora Cerri Pecorella

Gli artisti coinvolti per la mostra Confine Infinito sono Josè Angelino, Niccolò Berretta, Federica Di Carlo, Flavio Favelli, Luca Grimaldi, H.H. Lim, Lulù Nuti, Jonida Prifti, Julian Rosefeldt. Alla mostra ZIG ZAG hanno partecipato Veronica Bisesti, Francesca Brugola, Paolo Bufalini, Valerio D’Angelo, Collettivo DAMP, Antonio Della Guardia, Daniele Di Girolamo, Nicola Ghirardelli, Giuseppe Lo Cascio, Caterina Morigi, Matilde Sambo e Wang Yuxiang.

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