09 novembre 2022

Prospettive 2022, arte diffusa in Emilia Romagna #7: il punto dei Comuni

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Concludiamo il nostro report di Prospettive 2022, la rete di residenze artistiche in Emilia-Romagna, con una intervista ai portavoce dei Comuni di Spilamberto, Calderara e Cento, per fare il punto dal territorio

Daniele Catalli in conversazione con gli abitanti di Spilamberto

Per concludere il nostro report di Prospettive 2022 – rete di residenze d’artista attiva in diversi comuni dell’Emilia-Romagna, realizzata con il supporto della Regione e la curatela di Adiacenze –abbiamo rivolto qualche domanda ai Comuni che accolgono gli artisti in residenza. Rispondono Carlotta Acerbi per il  Comune di Spilamberto, Maria Linda Caffari ed Elisa Rossetti per il Comune di Calderara di Reno e Silvia Bidoli per il Comune di Cento.

 

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Com’è nata la collaborazione tra voi e Amerigo Mariotti e Giorgia Tronconi di Adiacenze? E, in quanto rappresentanti del vostro Comune di riferimento, quindi figure deputate allo sviluppo e gestione delle necessità cittadine, che ruolo ha per voi l’arte contemporanea?

Carlotta Acerbi: «Conoscevo già lo spazio di Adiacenze, la cura che ha sempre riservato per gli artisti giovani e l’attenzione in particolare per l’arte nella rigenerazione urbana. Così, con il Comune di Calderara e il coordinamento di Elisa Rossetti inizialmente, abbiamo pensato di portare l’arte contemporanea sui nostri territori attraverso residenze d’artista. L’artista invitato – e l’arte in generale – agisce come un “disturbatore”, infiltrandosi nella confort zone degli abitanti. Come filo conduttore per tutti i Comuni c’è il fatto di avere un occhio esterno di un professionista dell’arte che dà valore ad un territorio, permettendoci di vederne il potenziale che diamo per scontato»

Maria Linda Caffarri: «La conoscenza con Adiacenze è avvenuta tramite quella che per noi è stata una grande sfida del territorio: Casa della Cultura “Italo Calvino”. Quest’ultima è gestita da Cronopios e i progetti fatti assieme ad Adiacenze sono serviti per includere gli abitanti dentro Casa della Cultura. Il Comune di Calderara è nuovo, in continua espansione, l’arte contemporanea non stravolge nessuna identità; serve, piuttosto, come mezzo per coinvolgere ed includere i cittadini.

Elisa Rossetti: Con questo progetto vi era anche la volontà di portare l’arte fuori Bologna e dai centri principali. Nei centri più piccoli le arti visive in generale sono spesso trascurate e messe in secondo piano».

Silvia Bidoli: «Per noi, invece, è stata la prima esperienza con Prospettive. Conoscevo già Amerigo e, avendo fatto l’Accademia di Belle Arti a Bologna, il coinvolgimento al progetto è venuto in modo naturale. Una residenza d’artista nel nostro territorio non era mai stata fatta prima, è stata una bella scommessa! Nell’arte contemporanea ho visto un mezzo in più per raccontare aspetti positivi e negativi del nostro territorio in una chiave particolare: una restituzione concreta che avvicina i cittadini all’arte stessa».

Alessandro Sambini con Roberto Alessi di Cronopios per le vie di Calderara di Reno

Com’è stata la relazione con l’artista che vi ha accompagnato in questa terza  edizione e qual è stata la risposta da parte dei cittadini?

CA: «Ho chiesto ad Adiacenze che l’indagine sull’impresa fosse un andare a ripescare la storia del territorio di Spilamberto, in particolare quella di burattinai e giostrai. Per me è importante far incontrare la storia con il linguaggio contemporaneo per rigenerare gli spazi. Daniele Catalli, infatti, ha posto in dialogo la tradizione locale con il suo progetto. Quest’anno l’idea era quella di creare un momento partecipativo che includesse in prima persona gli abitanti, i quali, coinvolti su differenti generazioni, si sono sentiti chiamati a dire la loro».

MLC: «Grazie all’ufficio cultura che ha supportato Adiacenze abbiamo individuato una realtà del territorio molto forte: l’azienda Bonfiglioli. Per trovare poi un progetto fruibile, i lavoratori e tutta la gente di Calderara è stata attore insieme all’artista Sambini. L’opera finale, infatti, è un vinile su cui sono incisi i vocali whatsapp che i calderaresi hanno condiviso. La residenza d’artista ha nell’inconveniente molta creatività: se non si può realizzare il progetto pensato, tutto l’ambiente aiuta a trovare un progetto frutto del processo creativo».

SB: «Il duo Antonello Ghezzi ha subito creato una sinergia con Marco Pellizzola, artista centese. Da parte nostra c’è stata la volontà di lavorare sulle frazioni, spesso lontane da quello che è il capoluogo di Cento e abbiamo deciso perciò di ragionare su questa distanza per colmarla. Seguendo tali necessità, gli artisti hanno scoperto le dieci frazioni, accompagnati da Lorenzo Lorenzini (direttore dei Musei Civici di Cento), con curiosità da parte dei cittadini».

Il duo Antonello Ghezzi con Lorenzo Lorenzini per le frazioni di Cento

Per il futuro che tipo di obiettivi vi piacerebbe raggiungere grazie a questa collaborazione?

CA: «Mostrare come l’arte contemporanea può essere strumento di rigenerazione degli spazi per dare valore al territorio. L’idea che abbiamo avuto anche nelle scorse edizioni è stata quella di collocare le opere in luoghi che potessero riacquistare nuova vita. L’arte contemporanea per me è dare nuovo risalto a luoghi lasciati in disparte nel nostro territorio».

MLC: «Calderara ha un po’ di sfide e una di queste è la riconoscibilità di Casa della Cultura come cuore del paese. Riconoscibilità e senso di appartenenza sono concetti fondamentali in cui dovrebbero ritrovarsi i cittadini per i quali il progetto Prospettive si sviluppa».

SB: «Il nostro Comune ha davanti a sé diverse sfide: per esempio non abbiamo un contenitore culturale. Mi piacerebbe approfondire argomenti che riguardano Cento e stimolare un confronto tra cittadini e artisti. Il prossimo anno riapriremo la Pinacoteca,  fondamentale per poter attivare il confronto con artisti contemporanei, rivalutando un patrimonio che per molto tempo è stato un po’ nascosto».

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