23 giugno 2025

Ricerca, istituzioni, legame pubblico-privato: il panorama artistico di Zurigo, raccontato da Charlotte von Stotzingen

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La co-fondatrice di Zurigo Art Weekend ci racconta lo spirito che anima la scena culturale della città elvetica: una fitta rete di musei, istituzioni e gallerie, che si è consolidata progressivamente attorno alla ricerca artistica

ZAW25, Löwenbräukunst, PHOTO Jon Trachsel, Courtesy of Zurich Art Weekend 2025

Zurigo Art Weekend: 70 sedi, 75 mostre, 150 eventi e più di 150 artisti coinvolti. Dal 13 al 15 giugno 2025 si è svolto l’appuntamento con l’arte più interessante in città che, giunto alla sua ottava edizione, riflette la varietà e il dinamismo artistico della scena locale e internazionale tra opening, talk, mostre ed esperienze di dialogo tra istituzioni, grandi gallerie, spazi non profit e soprattutto incontri con gli artisti, i veri protagonisti.

Zurigo Art Weekend 2025
Zurigo Art Weekend 2025, Kunsthaus, Monster Chetwynd, Photo by Urs Westermann, ZAW25 Dinner Performance Alexandra Bachtzesis Undressed, Photo by Urs Westermann. Courtesy of Zurich Art Weekend 2025

Dal 2018, Zurich Art Weekend non si propone solo come anteprima di Art Basel ma si posiziona come hot spot imperdibile votato a un panorama internazionale non solo di art workers, con esperienze su misura rivolte a collezionisti, artisti e appassionati. ZAW rispecchia la natura variegata di Zurigo, una città che si lascia leggere a strati, nodo centrale nel circuito dell’arte che grazie a questo progetto è diventata piattaforma attiva di scambio multiculturale e internazionale che si riscopre nella sua ordinata irrequietezza e nel suo imprevedibile underground indipendente. Incontriamo Charlotte von Stotzingen, direttrice e co-fondatrice di Zurich Art Weekend, nell’iconico Cabaret Voltaire, l’originale dal 1916, scelto tra le location off del circuito. È lei a raccontarci lo spirito del progetto, gli inizi e le esperienze filantropiche tra Parigi, Zurigo e i protagonisti di quest’anno.

Zurigo Art Weekend 2025
Zurigo Art Weekend 2025, Kunsthalle Zürich, Guided Tour of ‘Over Out und Above’ by Klara Lidén with Director Fanny Hauser- Photo by Lukas Leonhard, Courtesy of Zurich Art Weekend 2025

Quali somme hai tratto dall’ultima esperienza della Zurich Art Weekend?

«Durante i giorni di ZAW, ho potuto fermarmi ad ascoltare, accogliere, capire cosa sta succedendo intorno a me, tra talk e gli opening. Sono convinta che l’arte debba innanzitutto informare il discorso pubblico: questo è lo spirito che anima la rassegna, nata ascoltando l’esigenza della città e per costruirvi un ecosistema condiviso di dialogo diretto e sincero tra curatori, direttori, galleristi e soprattutto artisti, i veri cuori pulsanti del progetto. Tre sono le principali missioni di ZAW: creare connessioni internazionali fertili e rilevanti per la scena dell’arte contemporanea, democratizzare l’accesso all’arte – è tutto gratuito e libero – e l’interdisciplinarietà, che si concretizza in dialoghi tra campi scientifici, editoriali, di ricerca e universitari, uniti sinergicamente con il mondo creativo e non solo commerciale. Come piattaforma di supporto e lancio, desideriamo che tutti possano accedere direttamente alle esperienze, fare rete e creare network vis à vis tra colleghi, parlando con gli artisti e riportando tutto su un piano più umano».

Zurigo Art Weekend 2025
Zurigo Art Weekend 2025, Dinner, Photo by Urs Westermann. Courtesy of Zurich Art Weekend 2025

Come e quando è nata l’esigenza di una art week e come ZAW si connette con lo spirito di Zurigo, un fiorente centro per il dibattito artistico globale dove convergono voci da tutto il mondo?

«Siamo un’organizzazione non-profit nata otto anni fa come iniziativa di alcuni galleristi per sfruttare il passaggio dei collezionisti americani diretti a Basilea. Se è facile pensare a Zurigo come “l’aeroporto di Art Basel”, l’intento è sempre stato quello di valorizzare networking, collaborazione tra gallerie e formati multidisciplinari, non le vendite e l’alto mercato. Quando arrivai a Zurigo, cercai subito di connettermi alla nuova città, piccola ma ricca di storia, istituzioni, tra cui la Kunsthalle e LUMA, e grandi gallerie enstablished, ma animata soprattutto da spazi più underground o artist run spaces indipendenti. Non c’era una art week che fungesse da collante tra le realtà, una formula che riunisse le intenzioni e creasse un vero ecosistema funzionante o attrattivo. Volevamo inizialmente spostare il radar d’interesse dei collezionisti svizzeri o di passaggio mostrando gli altri volti della contemporaneità artistica della città. Fu quando incontrai Scipio Schneider, produttore d’arte in contatto con università, ingegneri e tecnici, che la visione prese forma dapprima come evento su piccola scala. Il nostro obiettivo è cercare la migliore qualità di ciò che può essere fatto e prodotto, per invitare i professionisti internazionali a un confronto e lasciare che siano gli artisti ad avanzare le idee e i progetti. Lo scorso anno abbiamo ospitato più di 45mila visitatori di cui 5mila VIP, e questo ci entusiasma».

Zurigo Art Weekend 2025, Pat Steir, Hauser&Wirth, PHOTO Jon Trachsel, Courtesy of Zurich Art Weekend 2025

Dove ti trovavi prima di arrivare a Zurigo?

«In precedenza ho lavorato per cinque anni come direttrice di ricerca e mostre presso Blondeau & Cie, a Ginevra, un ufficio di consulenza nell’ambito dell’arte impressionista, moderna e contemporanea. Ho collaborato poi con Thanks for Nothing, un’organizzazione filantropica che riunisce artisti e attori del mondo dell’arte per sviluppare progetti artistici e solidali con un forte impatto sulla società. Fino al 2018 lavoravo in Kenya, dove ho co-fondato un’iniziativa a impatto sociale nel Turkana, una delle regioni più povere e remote dell’Africa orientale. Lì abbiamo creato una scuola di programmazione no-profit, la Learning Lions, e un’agenzia equo-solidale di outsourcing IT e di promozione per startup digitali».

Zurigo Art Weekend 2025, Galerie Tschudi, Augustas Serapinas, Urs Westermann

In che modo l’identità culturale di Zurigo si riflette nella tua esperienza personale e professionale nella città?

«A Zurigo, e più in generale in Svizzera, si percepisce una forte identità culturale – una “swiss-ness” – che si riflette nella scena creativa. In questo sistema, si è trovato un equilibrio virtuoso tra pubblico e privato. Questa eccellenza creativa è possibile grazie alla combinazione di un’educazione di altissimo livello e di forti risorse finanziarie. Esiste una vera e propria cultura del patronaggio, dove individui privati, famiglie e aziende sostengono attivamente le arti, le attività intellettuali e le cause sociali. Questo modello contribuisce in modo decisivo a un ecosistema creativo sano e indipendente, senza fare affidamento esclusivo sul settore pubblico. Questo coinvolgimento civico si riflette anche nel numero altissimo di fondazioni, sia pubbliche che private, che sostengono la cultura e il benessere sociale. Nata come rifugio intellettuale, storicamente attraversata da lingue, ideologie e visioni diverse, Zurigo mi sorprende sempre per la sua consapevole e stratificata multiculturalità, la compostezza inquieta e una scena artistica indipendente molto giovane e interessante».

ZAW25, DJ Set with Yamuna, Urs Westermann, Courtesy of Zurich Art Weekend 2025

Come si posiziona Zurich Art Weekend rispetto a Basel, dal punto di vista delle intenzioni e del pubblico che richiama?

«ZAW è stata co-fondata con il supporto di un comitato scientifico composto da curatori, artisti e direttori museali e lavoriamo a questa ottava edizione in modo evolutivo, un network allargato che si rivolge al un pubblico senza confini. Gli appuntamenti e i talk fanno convergere artisti affermati, mid career o emergenti insieme a critici e giornalisti ma anche ricercatori, scienziati e istituzioni Universitarie. Non lavoriamo solo come “anteprima” di Art Basel ma riflettiamo l’energia dell’ecosistema di Zurigo, connettendo le diverse realtà – gallerie, fondazioni, musei, studi e università – e alleandole tra loro. Ci impegniamo a rafforzare l’ecosistema artistico della città, facendone un centro artistico proattivo dove si incrociano voci e visioni diverse. Il programma viene costruito in modo democratico, e parte in primis dalle proposte degli artisti stessi: mettiamo delle “fiamme” nei punti di Zurigo dove riteniamo sia interessante sviluppare un progetto, un’idea. Il nostro fine settimana artistico basa la sua esistenza sulle opportunità di conoscersi».

ZAW25, schwarzescafé, LUMA Westbau – Interdisciplinary Talk with Jeffrey Gibson and Abigail Winograd, Photo by Jon Trachsel. Courtesy of Zurich Art Weekend 2025

Puoi raccontarci come è stato strutturato il programma di quest’anno e quali collaborazioni lo hanno reso possibile?

«La tre giorni di quest’anno si è strutturata in un programma eterogeneo curato dai musei, dalle istituzioni come lo Schauspielhaus Zürich e dalle gallerie di Zurigo insieme alle principali università, spazi sperimentali indipendenti e prestigiose collezioni pubbliche e private. Fondamentale il dialogo con il Politecnico federale di Zurigo, l’ETH, e l’UZH, nel ciclo di discorsi Art + Science Talks improntati sulla scienza, la fisica, la tecnologia e la politica globale uniti con l’arte, che è in fondo la matematica della creatività, no? Il public program è stato composto da visite guidate, colazioni in galleria, performance musicali, letture, workshop, talk e feste, proseguirà accanto ai formati consolidati di Art Walks (passeggiate artistiche) e tavole rotonde interdisciplinari presso il Luma Westbau. I Vip Events permettono di accedere ai dietro le quinte in spazi spesso inaccessibili, rivolto a curatori, direttori e collezionisti di tutto il mondo, per favorire un dialogo significativo su temi urgenti del settore in un contesto rilassato e neutrale».

ZAW25, Signer, Kunsthaus Zürich, Photo by JonTrachsel. ZAW25, Dinner Performance Alexandra Bachtzesis, Undressed, Photo by UrsWestermann. Courtesy of Zurich Art Weekend 2025

Tra grandi gallerie, spazi indipendenti e collezioni private, com’è stato costruito il percorso espositivo e quali novità hai trovato particolarmente rilevanti?

«Sono circa 80 le mostre inaugurate per l’occasione, tra gallerie entablished come Hauser & Wirth, dedicate ai maestri Mark Rothko, Robert Ryman, Ed Clark e Pat Steir, e spazi no profit come Jevouspropose, che ha presentato una performance dell’inglese Billy Morgan, e We Are Aia – Awareness in Art, che ha trasformato il giardino botanico in un palcoscenico per la performance del duo italiano Invernomuto. Tra i poli da visitare, la Kunsthaus Zürich con la mostra Over out und di Klara Lidén, lo Haus Konstruktiv, il Migros Museum für Gegenwartskunst, e il polo di Löwenbräukunst, che presenta pratiche sperimentali. Tra i nomi, Gallerie Eva Presenhuber, Galerie Francesca Pia e Karma International con l’artista norvegese Ida Ekblad, Tobias Spichtig alla Galerie Peter Kilchmann e l’artista marocchino Soufiane Ababri, presso la galleria-appartamento di Markus Rischgasser Flatmarkus. Molto belle la prima personale del lituano Augustas Serapinas alla Galerie Tschudi, Monster Chatwynd alla Kunsthaus e i progetti alla Luma Westbau, sede della Luma Foundation.

Tra le novità più interessanti c’è stata la Gallery House, un padiglione di 430 metri quadrati che riunisce quattordici gallerie internazionali tra cui Blue Velvet, con la solo exhibition dell’artista spagnola Mònica Mays, Mai 36 Galerie, con la mostra di Thomas Ruff, Federico Vavassori, Parkett Editions, Sentiment, Lo Brutto Stahl e Studioli Roma. Negli spazi off di Mint, Toxi e FOMO Art Space prendono forma progetti emergenti e interdisciplinari, dove l’arte si sviluppa come processo, relazione e contesto. Questi luoghi autogestiti propongono una scena indipendente che sperimenta nuovi linguaggi e modalità espositive.

In parallelo, alcune raramente visitabili collezioni private aprono per l’occasione, come la Julius Baer Art Collection, legata all’omonima banca, si concentra sull’arte svizzera contemporanea, La Nicola Erni Collection, invece, ripercorre decenni di fotografia di moda e cultura pop dagli anni Sessanta a oggi, e la Ringier Collection del collezionista Michael Ringier, editore e proprietario del celebre gruppo mediatico».

ZAW25, schwarzescafé, LUMA Westbau, Talk Hans-Ulrich Obrist, Photo by Urs Westermann, Courtesy of Zurich Art Weekend 2025

Quali temi sono emersi nei talk di quest’anno? Ci sono questioni che senti particolarmente urgenti per il presente e il futuro del settore?

«Tra i temi urgenti da affrontare insieme è emersa la condizione dei lavoratori dell’arte, il futuro degli algoritmi e della tecnologia e la convivenza tra uomo e macchina, i diritti d’artista e le dinamiche tra progetti e fondi economici».

Migros Museum für Gegenwartskunst um, Photo by Lukas Leonhard. Courtesy of Zurich Art Weekend 2025

Cosa farete nel prossimo futuro?

«Zurich Art Weekend continuerà nel corso di tutto l’anno, con art walk guidate da artisti e curatori locali, un sabato al mese, e un’agenda sempre aggiornata di eventi e opening. Siamo entusiasti di aver invitato e ospitato qui la scena artistica internazionale lasciando aperte e visitabili tutte le mostre, facendo di Zurigo un’attrattiva artistica per tutto l’anno».

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