27 marzo 2021

Santiago Sierra al Dark Mofo: cancellato il suo lavoro pensato per il festival

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In Australia, a seguito delle accese polemiche, il Festival Dark Mofo ha annunciato che non presenterà più la controversa opera di Santiago Sierra

L'artista Santiago Sierra. © EFE News Agency / Alamy Stock Photo

Il Dark Mofo è un festival di musica e arte che si svolge nella città di Hobart, in Tasmania, Australia. L’artista Santiago Sierra avrebbe dovuto presentare un’opera per la prossima edizione prevista per il mese di giugno 2021. Però, quello che è nato come un lavoro critico nei confronti del colonialismo si è ritorto contro il suo creatore: l’organizzatore del festival ha annunciato la cancellazione del progetto. E così, l’opera di Santiago Sierra per il festival Dark Mofo non verrà realizzata.

Union Flag, l’opera incriminata di Santiago Sierra

L’artista spagnolo ha concentrato gran parte del suo lavoro sul tema della disuguaglianza sociale. Per il Dark Mofo, Santiago Sierra aveva pensato a un’opera che concretizzasse un’aspra critica nei confronti del colonialismo inglese: una bandiera inglese imbevuta del sangue dei popoli colonizzati. Tramite i suoi canali social, il festival si era fatto carico della call “We want your blood”. Così, le persone provenienti da Paesi e territori colonizzati dall’Impero britannico erano state invitate a donare una piccola quantità di sangue. Sangue che avrebbe imbevuto l’Union Jack, “un riconoscimento del dolore e della distruzione che il colonialismo ha causato”, secondo l’artista.

Santiago Sierra al Dark Mofo: polemiche e libertà d’espressione

Questa call ha scatenato una serie di reazioni avverse sui social, in tanti si sono scagliati contro Santiago Sierra. Le polemiche hanno raggiunto un livello tale da portare gli organizzatori del festival ad annullare l’iniziativa, nonostante si fossero pronunciati a favore della presenza del lavoro dell’artista madrileno.

 

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Perlopiù le critiche all’opera di Sierra sono state negative e l’attenzione si è talmente spostata sulla polemica che, di fatto, si è perso di vista il punto centrale della questione: l’opera. E con l’opera, la libertà d’espressione di un’artista. Tra i molti che si sono espressi in merito, ci sono anche professori d’arte: chi difende a spada tratta la libertà d’espressione dell’artista, chi sottolinea il fatto che non abbia molto senso che un artista spagnolo si pronunci sui crimini connessi sui popoli colonizzati da un’altra nazione.

Insomma, l’opera di Sierra ha scatenato un fiume di commenti, anche Michael Mansell, il presidente del Tasmania’s Aboriginal Land Council, si è espresso al riguardo. «Gli artisti spingono i confini. Usano immagini esplicite. Dobbiamo concedere agli artisti la libertà di espressione. Non dovremmo chiuderli, dovremmo incoraggiarli», ha affermato Mansell, che si è detto deluso dal fatto che il Dark Mofo abbia annullato l’opera.

Di fatto, da sempre, nella storia dell’arte ci sono state opere che hanno suscitato scalpore e disapprovazione ma, in questo caso, a dire l’ultima parola sull’espressione artistica sono stati i tweet.

 

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