01 ottobre 2022

Sentire con lo sguardo, al MAN

di

Una festa per gli occhi con la mostra Sensorama: tra vedere e non vedere sono percorsi con leggerezza i dilemmi dei sensi tra illusioni, arte e trappole della visione. Istruzioni per l’uso al MAN di Nuoro

Fernand Léger, Dudley Murphy, Man Ray, Ballet mécanique, 1924 © Man Ray 2015 Trust / ADAGP – SIAE – 2022, immagine: Telimage, Paris

Su un gioco di inganni e percezione si muove l’esposizione al Museo d’Arte Nuorese, visitabile fino al 30 ottobre. Un viaggio, curato da Chiara Gatti e Tiziana Cipelletti, con il supporto scientifico di Baingio Pinna dell’Università di Sassari, che prende immaginativamente il via sulla macchina “Sensorama” di Morton Heilig, avvolgente esperimento di congegno esperenziale per il cinema 3D, frammisto di movimento, suoni e vibrazioni, vento, sensazioni e odori. Da qui, accompagnati dai maestri dell’arte dell’inganno, il diramarsi delle strade attraverso il Museo delle illusioni, passando, senza soluzione di continuità, tra le vie della pittura e della scultura, varcando i territori della fotografia e delle installazioni e giungendo alle sfide del virtuale.

Marina Apollonio, (Trieste 1940), Spazio ad Attivazione Cinetica 6B, 1967-2022, vinile / wallpaper

Ad aprire ai visitatori le maree di linee che s’intersecano e si fanno onda e vento, tappeto e cielo di Peter Kogler e le sculture di Marc Didou, frammentate figure di legno o di bronzo e il loro immateriale riflesso su lastre d’acciaio fino alla affascinante intangibile ombra figlia di nascoste geometrie d’acciaio. Ma il percorso parte da lontano ed ecco le avanguardie storiche rappresentate dai nomi di René Magritte e Giorgio De Chirico, a testimoniare il rapporto eterno e imprescindibile dell’arte con ambiguità e inganno a cui si aggiunge l’iconico Maurits Cornelis Escher e i suoi mondi stupefacenti. Seguono i maestri della ricerca optical e cinetica della seconda metà del XX secolo, dallo Spazio ad attivazione cinetica 6B di Marina Apollonio alle curve fatte di rette mosse ad ogni passo di Alberto Biasi.

Peter Kogler, (Innsbruck 1959), Untitled, Astana Contemporary Art Center, 2017

Nel Museo d’Arte Nuorese e nel mondo di “Sensorama” a rappresentare la Sardegna, isola ricca di ricerche artistiche optical e percettive sin dagli anni sessanta, è l’ipnotico e eternamente mobile blu oltremare della Farfalla dell’artista intellettuale Luigi Mazzarelli. La meravigliosa opera, realizzata nel 1969, complesso e semplice sistema ottico cinetico, è una decentrata rotazione in un universo di gravità permanente, creata da un artista poco sensibile alle forze e all’attrazione del potere.

Liu Bolin, (Shandong 1973), Piazza di Spagna, Roma, 2018, stampa a getto d’inchiostro / ink jet print, courtesy Galleria Gaburro, Verona – Milano

Spazio d’onore è destinato alla fotografia: le malinconiche ed ingannevoli fotografie di Florence Henri dialogano con le incisive e metafisiche manipolazioni del giapponese Kensuke Koike fino alla documentazione visiva delle performance dell’artista cinese Liu Bolin, che scompare silenziosamente nel cosmo contemporaneo. Il mondo delle immagini in movimento rappresenta una dimensione privilegiata per le illusioni e lo stupore e il museo accoglie la lezione, da Georges Méliès fino alle ricerche di Legér e Man Ray e l’animazione con i colori e il racconto de La caverna di Sam Weiss, parabola del Mito della caverna di Platone.

Kensuke Koike, (Nagoya 1980), Lost Unfound, 2016, foto d’epoca modificata / switched vintage photo, courtesy l’artista e Rossana Ciocca, Milano

Lo spazio museale di via Sebastiano Satta ospita per “Sensorama” tra le istallazioni il dolce spazio della confusione e della cosa fisica dalla nascosta prospettiva di Ole Martin Lund Bø e Ellipse Bleue di Felice Varini grande 0 che si dispiega nello spazio. Seguono, immersi nei suoni e nel profumo di carta stampata di una grotta da bibliofilo, gli invisibili ma corporei segni umani sui libri scolpiti di Marco Cordero e l’opera The Clockclock del duo artistico Humans since 1982, impegnati nella ricerca della forma del tempo.
A Nuoro, con l’obiettivo di mostrare la complessità dei fenomeni cognitivi e il “piacere” di
essere ingannati, come scrivono le curatrici, un gioco in leggerezza per guardare con nuovi
occhi e immergersi nelle piacevolezze delle illusioni.

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